Rissoso, insicuro, alcolizzato, secondo i parametri della morale comune che sa additare con superficialità ed ottusità , ma poco “mastica” e comprende d’arte. Ad una festa, turbato dal trionfo di tanta ipocrisia, spaccò con un pugno una finestra, sotto gli occhi esterrefatti di Willem De Kooning e di Franz Kline. Un’altra volta urinò nel caminetto di Peggy Guggenheim, grande mecenate e collezionista generosissima, che pure aveva un debole per la sua “ingestibilità “. Ma, Jackson Pollock, piaccia o non piaccia al Bon Ton, fu artista di prima grandezza e d’indubbia portata rivoluzionaria: i suoi quadri aprirono un’epoca nuova e la sua influenza sugli artisti contemporanei è ancora evidente, a mezzo secolo di distanza. Continua la lettura di Il Re dello sgocciolamento pittorico: il ribelle Jackson Pollock.