Dal prossimo 27 settembre 2008 aprirà un nuovo museo e la notizia è, senza dubbio, di quelle che allargano il cuore artistico che batte in ognuno di Noi ed amplificano il potenziale espositivo del nostro Belpaese. A Fauglia, piccola località sulle colline pisane meta di villeggiatura per molti pittori e intellettuali dei primi anni del ‘900, saranno raccolte oltre 130 opere di Giorgio Kienerk, pittore, scultore, grafico e illustratore postmacchiaolo, allievo di Adriano Cecioni e Telemaco Signorini.
Il Museo dedicato a Giorgio Kienerk è stato realizzato grazie alla donazione che la figlia Vittoria ha voluto fare ancora in vita alla Comunità di Fauglia. L’artista ha avuto un lungo legame con questa località della provincia pisana: con la moglie Margherita e la figlia egli ha infatti trascorso ogni estate, dal 1919 fino alla morte, nella villa di famiglia di Poggio alla Farnia e ha immortalato la campagna circostante in molte delle sue opere. Giorgio Kienerk appartiene a quel gruppo di allievi dei macchiaioli (tra cui Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Ulvi Liegi, Llewelyn Lloyd, Mario Puccini, Ludovico Tommasi) che cominciarono a farsi conoscere a Firenze intorno agli anni Novanta dell’Ottocento, poi chiamati postmacchiaioli. Essi, pur senza mai rifiutare l’insegnamento dei maestri, si aprirono a nuove ricerche pittoriche, come il divisionismo, a tematiche complesse come il simbolismo, ad esperienze innovatrici come nel campo della réclame e del cartellonismo.
Kienerk arriva a Fauglia dopo una lunga carriera di scultore, pittore, grafico, e nella campagna di Poggio alla Farnia ritrova quell’interesse, quell’amore per il paesaggio che gli aveva insegnato il maestro Telemaco Signorini tanti anni prima, lavorando nei dintorni di Firenze. Per trent’anni Kienerk nei suoi dipinti faugliesi coglie le continue variazioni di luce e di colore sui motivi da lui amati: gli oleandri del giardino, i pagliai nell’aia del contadino, i campi di granturco e di erba medica, gli ulivi, i pini, la strada maestra bianca di polvere sotto il solleone. Le opere donate coprono tutto il suo percorso, dalla produzione giovanile fino agli ultimi anni trascorsi a Fauglia offrendo così un ampio spaccato della ricca personalità creativa di Giorgio Kienerk.
La nonna (1889) è esempio del suo fare verista ancora influenzato dalla lezione signoriniana; la bella scultura L’anguilla (1893) spicca per il vivo naturalismo e per l’intensità espressiva del ragazzo. Fondamentale il dipinto Alberi sul mare (1891) che registra la precoce appartenenza dell’artista alla sperimentazione divisionista, condivisa a Genova anche da Plinio Nomellini e da Angelo Torchi. La pennellata di Kienerk con gli anni si fa più fluida e mossa di efficace andamento impressionista, come nell’importante brano pittorico La lettrice (1897).
Testa ridente (1900), Sorriso (1900) e Puvis de Chavannes (1903 ca) sono esempi efficaci della sua singolare, personalissima cifra grafica. Sensibili le tangenze con l’Art Nouveau e con il simbolismo che si riscontrano non solo nella sua attività di disegnatore (Nudo femminile di fronte, 1907 e Nudo femminile da tergo, 1907), ma anche nella produzione pittorica (Bagnante, 1903, L’abito verde, 1903) e nella scultura (La panchina, 1907 ca., Lo scienziato, 1908-09, Ars, 1913). Nel Museo sono conservati diversi paesaggi eseguiti in varie epoche (1887-1942 c.); particolarmente fornita è la galleria dei ritratti di parenti, di amici e di eminenti scienziati dell’Ateneo pavese (Camillo Golgi, 1907) rappresentati di profilo nei medaglioni in gesso. Altrettanto ricca è la galleria dei ritratti di famiglia, in particolare della figlia Vittoria che è la protagonista di veloci, genuine impressioni dal vero di solare freschezza, eseguite a Fauglia a partire dagli anni Venti.
Nato a Firenze nel 1869, Giorgio Kienerk è stato allievo dello scultore Adriano Cecioni e del pittore Telemaco Signorini, entrambi appartenenti al movimento artistico dei Macchiaioli. Negli anni Novanta, insieme ad altri giovani pittori toscani che verranno poi chiamati postmacchiaioli, (Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Ulvi Liegi, Llewelyn Lloyd, Mario Puccini, Ludovico Tommasi ed altri, disapprovati da Giovanni Fattori e seguiti con interesse da Telemaco Signorini) Kienerk si volse verso nuovi orientamenti artistico-culturali di tendenza internazionale, come il divisionismo, il simbolismo e l’Art Nouveau; la naturale adesione a questo clima di rinnovamento introdusse l’artista nei circuiti espositivi europei.
Sul finire del Secolo e poi nel Novecento Kienerk ampliò i suoi interessi anche all’arte della grafica che proprio nel Nuovo Secolo prese il suo avvio ed ebbe larga e fortunata diffusione. Palesando la sua grande capacità inventiva, lavorò come illustratore per note riviste dell’epoca italiane e francesi (tra le altre“La Riviera ligureâ€, rivista de L’Olio Sasso che i Novaro di Oneglia trasformano in un mensile di cultura letteraria e artistica rendendo raffinata e moderna anche la pubblicità ). Dal 1905, per trent’anni, ricoprì il ruolo di Direttore della Civica Scuola di Pittura di Pavia dedicandosi pienamente all’insegnamento, ma riuscendo a ricavare spazi che gli consentivano di non tralasciare la propria attività di artista. Kienerk finì la sua vita nel 1948 nella casa di Poggio alla Farnia a Fauglia.
Museo Kienerk, Via Chiostra I, n. 13 – Fauglia (Pi); apertura: martedì e giovedì 9.00-13.00 – sabato e domenica 9.30-12.30/16.00-19.00; ingresso: € 4,00 intero – € 2,00 ridotto; per informazioni e prenotazioni tel. 050 657311; sito web www.comune.fauglia.pi.it/musei/museokienerk.php