Domenica primo marzo 2009, alle ore 18.30, presso il Centro Biblioteche-Libreria Lovat di Villorba lo scrittore giornalista Giovanni Rattini presenterà la sua ultima fatica letteraria, “C’era una volta il Trenino dell’Altopiano”, pubblicato dalla casa editrice Cleup, ovvero viaggi, storie e ricordi lungo la gloriosa ferrovia, che collegava Piovene Rocchette ad Asiago. Continua la lettura di Presentazione dell’ultimo lavoro letterario, C’era una volta il Trenino dell’Altopiano”, dell’autore Giovanni Rattini.
Archivio mensile:Febbraio 2009
L’arte dei corpi, l’arte sui corpi: “la Body art” secondo la saggista Lea Vergine!
Ammesso e talvolta concesso che, come sostiene l’autrice stessa, il critico d’arte sia solo un parassita, un parassita anche squisito, ma con l’unica funzione di riuscire a scatenare emozioni con la propria scrittura, parlando di emozioni scatenate da altri con le immagini, Lea Vergine è un “parassita†di razza longeva. Nel 1974 pubblicò “Il corpo come linguaggioâ€, un libro che si esaurì prestissimo, anche in edizione inglese e, che ha continuato a vivere in innumerevoli fotocopie tra giovani artisti e studiosi acerbi. A più di trent’anni di distanza con il titolo “Body art e storie simili†(casa editrice Skira, pagine 296, costo 15,00 €) è stato rimesso sul mercato tale e quale, con l’aggiunta di una ventina di pagine finali, in cui l’autrice racconta come il fenomeno abbia ripreso fiato all’inizio degli anni Novanta e, come stia infelicemente marciando. Continua la lettura di L’arte dei corpi, l’arte sui corpi: “la Body art” secondo la saggista Lea Vergine!
Il Beniamino della corte medicea che giungeva dalle Friande: il tormentato Livio Mehus
All’epoca sua, si era nei fasti del Barocco, Livio Mehus (1631-1691) fu uno degli artisti più in voga e più richiesti. Tutta Firenze, dalla Corte dei Medici fino alle frange più popolari, era innamorata della sua pittura torbida, un po’ allucinata, ricca e spumeggiante. Morì poco più che sessantenne, nel 1691 e, la fama gli sopravvisse per qualche tempo: nel Settecento le sue opere furono “visitate” dai primi viaggiatori del Grand Tour, il grande ritrattista inglese Joshua Reynolds, durante un soggiorno fiorentino nel 1752, si dilettò a copiare diverse sue tele esposte a Palazzo Pitti e, Jean Honorè Fragonard, il genio che dettò la misura della nuova pittura settecentesca, lo tenne tra i suoi predecessori più valenti. Continua la lettura di Il Beniamino della corte medicea che giungeva dalle Friande: il tormentato Livio Mehus