Il “Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah” è istituito con la Legge n. 91 del 17 aprile 2003 con lo scopo di testimoniare la costante e diffusa presenza della comunità ebraica sul territorio italiano. Nel 2006 viene costituita la Fondazione MEIS “Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah”, alla quale partecipano il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Comune di Ferrara, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC).
Alla Fondazione per statuto è assegnato il compito di far conoscere la storia, il pensiero e la cultura dell’ebraismo e di promuovere a livello nazionale e internazionale attività didattiche, manifestazioni, convegni, mostre, sui temi della pace e della fratellanza tra popoli e dell’incontro tra culture e religioni diverse. Il Museo sorgerà nelle ex Carceri di Ferrara, città ospitale che sul finire del Quattrocento accolse gli ebrei cacciati dalla Spagna e dove durante il fascismo Italo Balbo, sfidando le leggi razziali, tentò la difesa di un Podestà ebreo.
A breve distanza dall’ex ghetto, dalle storiche sinagoghe e da altri importanti segni della sua celebre storia ebraica, l’ampio complesso inaugurato nel 1912 e dismesso nel 1992 occupa un’area di circa 6000 metri quadrati, a ridosso delle mura sud in posizione strategica rispetto alle previsioni urbanistiche dell’Amministrazione comunale, a poche decine di metri dai più grandi parcheggi della città.
Nel complesso, di proprietà statale in consegna al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sono attualmente in corso i lavori di bonifica e primo intervento; la palazzina d’ingresso, inoltre, è in corso di restauro sulla base di un progetto concretizzato dall’attiva collaborazione tra uffici territoriali del MiBAC (Direzione regionale BCP e Soprintendenza per i beni architettonici di Ravenna) e quelli del Comune di Ferrara. La conclusione di questi lavori consentirà alla Fondazione di disporre all’interno del complesso di uno spazio per le attività del Museo già nel corso del 2011.
Oggetto del concorso di progettazione è il complesso delle ex Carceri con esclusione della palazzina su via Piangipane. La formula concorsuale è quella che permetterà di selezionare la proposta più idonea per il Museo, accendendo un dibattito architettonico che si promette assai interessante per il tema proposto.
Si tratta infatti di recuperare alla città un luogo nato per la segregazione e di rendere aperto e frequentato uno spazio di emarginazione, adattando e modificando gli edifici dell’ex Carcere fino a renderlo idoneo ad ospitare una struttura museale: accettando quindi la modifica dell’esistente nei limiti dettati dalla verifica qualitativa delle sue parti, ed introducendo nuovi elementi di architettura di linguaggio contemporaneo. Più in dettaglio, nel bando si sono individuate le porzioni qualificanti e significative della struttura, per le quali si prescrive la conservazione, ed altre di minor interesse sulle quali sono ammesse operazioni anche di sostituzione.
La proposta progettuale dovrà dimostrare di aver correttamente interpretato le istanze della modernità e quelle del recupero per mettersi al servizio di un Museo dinamico che deve testimoniare la storia e raccontare una cultura vivace; un Museo-laboratorio di cultura, che deve essere dotato di percorso museale- espositivo vero e proprio, sale mostra, auditorium, biblioteca, caffetteria e ristorante, bookshop e altri servizi, proiettato verso la città. In definitiva un centro culturale moderno, con forte vocazione multimediale e multifunzionale, interessante e gradevole da visitare.
Data emanazione del bando:
disponibile per estratto sulla Gazzetta ufficiale
e per intero sul sito http://www.emiliaromagna.beniculturali.it
a partire dallo scorso giovedì 22 aprile 2010.
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