“Ci sono morti che non muoiono. San Ernesto de La Higuera” è il titolo del capitolo numero sei dell’ultimo libro di Letterio Scopelliti, “Amori boliviani”, capitolo che dedica ad Ernesto “Che” Guevara una stimolante e inedita indagine. Dal 2 luglio 2011 l’esplorazione prosegue anche per immagini – dello stesso Scopelliti e di Antonio Ferronato – a Spilimbergo all’interno del festival Folkest: al teatro Miotto è infatti allestita “La ventana del Che”, una speciale finestra fotografica inedita sul Comandante Guevara ed i luoghi boliviani che vissero il suo assassinio. Una sezione speciale presentata in anteprima nella città del mosaico all’interno della mostra fotografica “La sonrisa de un niño”, che resterà aperta sino all’1 agosto in concomitanza con il festival che quest’anno ha adottato il progetto sociale “Amori boliviani”, promosso da associazione Braccia aperte, Cooperativa Itaca, col patrocinio dell’Università salesiana della Bolivia di La Paz.
Parole e fotografie che si intrecciano e si completano – le didascalie di tutta la mostra sono tratte dal libro di Scopelliti – tra sacro e profano. Uno sguardo attraverso la lente di Scopelliti che coglie una Bolivia sincretica, a migliaia di metri sulle Ande, restituendo oggi un quadro inedito e straordinariamente originale. La trasformazione di un mito, anche mediatico, in liturgia. E turismo. Sulla Ruta del Che, progetto del presidente boliviano Evo Morales, che prevede di costruire 800 chilometri di itinerari culturali, tra storia e ricordo. In anteprima assoluta per Folkest, la mostra “La sonrisa de un niño” si è arricchita di altre 12 immagini straordinarie ed esclusive come le precedenti 100. Si tratta de “La ventana del Che” (da un’idea di Alberto Chicayban), con fotografie che ripercorrono le ultime tappe del Comandante Guevara: dalla lettera-testamento a la Higuera, Vallegrande, …
Oltre 110 foto inedite della Bolivia di ieri e oggi scattate da Letterio Scopelliti e Antonio Ferronato. In esclusiva per Folkest, la mostra “La sonrisa de un niño” si arricchisce di un angolo speciale di 12 immagini – “La ventana del Che” – un ritratto da un’altra prospettiva di Ernesto “Che” Guevara, il medico e rivoluzionario argentino ucciso proprio in Bolivia. “La ventana del Che” comprende 12 fotografie che ripercorrono le tre tappe fondamentali della morte del Comandante Guevara, ucciso a La Higuera il 9 ottobre 1967. L’8 ottobre Guevara venne ferito e catturato da un reparto anti-guerriglia dell’esercito boliviano – assistito da forze speciali statunitensi costituite da agenti speciali della Cia – a La Higuera, nella provincia di Vallegrande (dipartimento di Santa Cruz). Il giorno successivo venne ucciso e mutilato ai polsi e caviglie nella scuola del villaggio. Il suo cadavere – dopo essere stato esposto al pubblico a Vallegrande – fu sepolto in un luogo segreto e ritrovato da una missione di antropologi forensi argentini e cubani, autorizzata dal governo boliviano di Sanchez de Lozada, nel 1997. Da allora i suoi resti si trovano nel Mausoleo di Santa Clara di Cuba.
“La ventana del Che”, attualmente esposta al Teatro Miotto di Spilimbergo, impreziosisce la già esistente “La sonrisa de un niño” e si apre con la lettera-testamento di Ernesto Guevara indirizzata alla moglie e ai figli. Nuove immagini che valorizzano ulteriormente la mostra e il libro, andando a completare il capitolo dedicato al Comandante. Le immagini – tutte inedite – che compongono La sonrisa de un niño vengono proposte in un percorso all’interno del Teatro Miotto. Due totem affiancano la mostra. Uno con mappamondo, bandiere e cartine geografiche per orientare i visitatori nel Paese, cuore dell’America Latina. L’altro con un grande schermo televisivo per trasmettere ininterrottamente filmati inediti con sottofondo di musica andina e di vita boliviana.
Le fotografie sono state scattate a La Paz, Santa Cruz e Monteagudo tra settembre e ottobre del 2010 da Antonio Ferronato e Letterio Scopelliti, mentre i filmati sono a cura di Mauro Trapani. Molti i ritratti di bambine e bambini boliviani. Non mancano scene di vita (famiglia e lavoro) tra altopiano e foresta amazzonica. I colori della Bolivia emergono tra gli sguardi di bambini che sostengono la speranza di vita con i loro sorrisi. Molte le immagini di donne con i classici capelli acconciati in due lunghe trecce, legate con un fiocco di lana nera chiamato pocacha, in uno spettacolo di colori a 4 mila metri di cultura. Un viaggio con gli occhi negli Amori boliviani.
COOPERATIVA ITACA Soc. Coop. Soc. ONLUS
Vicolo R. Selvatico, 16
33170 – Pordenone
Tel. 0434366064 – Fax 0434253266
Itaca a Folkest per la salute mentale
“Roberto Durkovic e i Fantasisti del Metrò” (Italia/Romania)
Pordenone 21 luglio piazza XX Settembre h 21.15 (ingresso libero)
http://www.folkest.com
“La sonrisa de un niño” (mostra fotografica)
Spilimbergo sino al 1° agosto Teatro Miotto
lun-ven h 9.30-12.30 e 14.30-18.30
http://amoriboliviani.wordpress.com
in questo momento tutto ciò si dovrebbe vedere a Trastevere. Ne sai qualcosa ?