Al Museo Diocesano di Brescia si esplora l’Età del Rame!

Masso inciso

Al Diocesano di Brescia rivivrà l’età del Rame (3400 – 2200 a.C.). Fu un millennio fondamentale per l’umanità: “nascono” l’aratro, la ruota, l’aggiogamento degli animali per la trazione, il carro a quattro ruote, lo sviluppo della metallurgia del rame, spesso in lega con l’arsenico, l’agricoltura e l’allevamento, attività che favoriscono nuovi assetti economici e sociali.

Questa è la mostra che esperti ed appassionati attendevano da anni, dato che dell’Eta del rame si sa molto; ma moltissimo resta ancora da scoprire e da definire. Così la mostra di Brescia sarà l’occasione per fare il punto di tutte le nuove scoperte in Italia settentrionale, ambito fondamentale per questa civiltà. A promuoverla, in collaborazione con le diverse Soprintendenze, il Museo Diocesano e la Fondazione CAB, è un apposito Comitato organizzatore affiancato da un qualificatissimo comitato scientifico presieduto da Raffaele .C. De Marinis.

La scelta di Brescia a sede dell’attesissima esposizione non è casuale: è proprio nel bresciano, infatti che sono tornate alla luce le testimonianze più rilevanti di insediamenti dell’età del rame in Italia. La necropoli di Remedello Sotto, in provincia di Brescia, dopo 128 anni dalla sua scoperta costituisce ancora la documentazione principale per la ricostruzione dell’età del Rame in area padana. Ma nuove scoperte sono documentate a Volongo in provincia di Brescia, Fontanella Mantovana, Cumarola e Spilamberto in provincia di Modena, Bologna, Forlì e Cesena e in altre località della pianura padana e dei primi contrafforti che la circondano. Si tratta di necropoli, talvolta molto ricche di manufatti.

Ma la mostra darà conto anche di un altre suggestive testimonianze: le notissime statue-menhir che, insieme alle incisioni rupestri della Valcamonica, forniscono una iconografia fondamentale per la comprensione del periodo e che in mostra saranno oggetto di ampia illustrazione attraverso l’esposizione di alcuni originali e di rilievi a grandezza naturale.

Il diffondersi, nell’Età del Rame, in tutta la regione alpina delle stele antropomorfe, statue-menhir, grandi composizioni monumentali nell’arte rupestre, statue-stele, è tutt’ora oggetto di diverse interpretazioni: opere legate a nuove concezioni religiose, al culto degli antenati fondatori dei clan, al manifestarsi dell’ideologia indoeuropea o rappresentazione antropomorfica delle divinità. Il fenomeno non è circoscritto alla regione alpina, ma presenta una vasta diffusione dalle steppe a nord del Mar Nero fino alla penisola iberica.

Nella mostra sarà illustrato tutto il complesso dei ritrovamenti avvenuti nel 1991 e 1992 al giogo di Tisa, al confine tra Italia e Austria attraverso copie dei materiali, pannelli didattici e la ricostruzione a grandezza naturale dell’uomo del Similaun con tutto il suo abbigliamento ed equipaggiamento. Saranno forniti i risultati delle ricerche più recenti condotte sulla mummia: analisi del DNA, suo inquadramento negli attuali aplogruppi delle popolazioni europee, aspetti paleopatologici, stato di salute, cause che ne determinarono la morte a 3150 m di quota.

Particolare attenzione sarà posta nel confronto tra i materiali posseduti da Ötzi (ascia in rame, cuspidi di freccia, pugnale in selce) e quelli relativi alla cultura di Remedello. Il percorso della mostra si conclude con l’età del Vaso Campaniforme, documentata in provincia di Brescia dalle due importanti sepolture di S. Cristina di Fiesse e di Ca’ di Marco, a cui saranno affiancate le tombe di recente scoperta a Parma.

Con l’inizio dell’antica età del Bronzo, tra 2200 e 2070 a.C. si stabilizza l’insediamento e vengono fondati i primi abitati palafitticoli lungo le rive meridionali del lago di Garda e nei bacini infra-morenici dell’anfiteatro benacense. Questa fase iniziale dell’antica età del Bronzo sarà illustrata attraverso l’esposizione di ceramiche e manufatti di metallo, in osso, corno, selce e fayence del Bronzo Antico I dal Lavagnone di Desenzano del Garda, e da Polada, in comune di Lonato, nonché dai ripostigli di asce a margini rialzati di Remedello Sopra e di Torbole Casaglia (BS). Dopo l’esposizione di archeologia bresciana del 1875 promossa dall’Ateneo di Brescia sarà la prima volta che materiali di Polada della collezione Rambotti ritornano a essere esposti a Brescia.

L’età del Rame. La pianura padana e le Alpi al tempo di Ötzi. Brescia, Museo Diocesano (via Gasparo da Salò 13), 26 gennaio – 15 maggio 2013. Orario: 9 /12, 15/ 18, mercoledì chiuso. Ingresso: intero euro 5, ridotti euro 2,50. Scolaresche ingresso gratuito.

Informazioni e prenotazioni: Museo Diocesano tel 030-40233, fax 030-3751064; segreteria.etadelrame@gmail.com

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