Lunedì 13 maggio, alle ore 18, partirà proprio da Trieste, al DoubleRoom arti visive, la prima tappa di presentazione del progetto “Cucinare in massima sicurezza”, un libro a cura di Matteo Guidi, edito quest’anno da Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri di Viterbo, e una mostra di disegni di Mario Trudu a cura di Gino Gianuizzi dello spazio Neon di Bologna.
Il libro, ideato e scritto con persone detenute nelle sezioni di Alta Sicurezza delle carceri italiane, e i disegni che illustrano ricette e utensili, spiegano i metodi usati nelle celle per cucinare con le poche risorse disponibili. In ogni ricetta, prima ancora della lista degli ingredienti, c’è quella degli strumenti per realizzarla. Gli utensili da cucina, che nei ricettari sono solitamente omessi, diventano qui il filo conduttore dell’intero lavoro, dove si descrive sia la loro costruzione che l’utilizzo.
Oggetti semplici, che acquistano nuovo valore: un manico di scopa diventa un matterello, i lacci delle scarpe legano la pancetta arrotolata per la stagionatura, il televisore facilita la lievitazione del pane o della pizza, l’armadietto o lo sgabello sono trasformati in un buon forno. Nella cornice della cucina il libro e la mostra rileggono le difficoltà della vita da reclusi, ma anche le capacità e l’impegno spesi per migliorare la scoraggiante esperienza della detenzione, se non altrove, almeno a tavola.
Un libro da cucina concepito nel 2009 da Matteo Guidi con un gruppo di persone detenute nella sezione di Alta Sicurezza della Casa di Reclusione di Spoleto, nell’ambito dei laboratori di comunicazione visiva organizzati dalla cooperativa CoMoDo (Comunicare Moltiplica Doveri).
Nelle stesse circostanze, un anno prima nasce anche il MoCa collective – acronimo di Mondo Carcerario – che prende nome dalla caffettiera (moka) oggetto multitasking per eccellenza nelle carceri. Guidi, curatore del libro, è un artista con una formazione in comunicazione visiva ed etno-antropologia che focalizza la sua ricerca sulle azioni pratiche quotidiane osservate in situazioni di forzata esclusione sociale e in ambienti caratterizzati da alti livelli di controllo sulla persona.
I disegni del libro in mostra, selezionati da Gino Gianuizzi, curatore indipendente da sempre impegnato in progetti che indagano la questione dell’arte nel contesto pubblico, sono realizzati a penna a sfera nera su carta da Mario Trudu, persona detenuta nella Casa di Reclusione di Spoleto. Trudu, nato nel 1950 in Sardegna, prima della sua carcerazione era allevatore. Arrestato nel 1979, è detenuto da quasi 32 anni, interrotti da 10 mesi di latitanza. Oggi si trova nella sezione di Alta Sorveglianza del carcere di Spoleto dove sta scontando una condanna all’ergastolo, in questo carcere si è diplomato all’Istituto d’Arte e ha composto la sua prima autobiografia.
La mostra, che raccoglie una ventina di disegni originali, nasce dall’idea di presentare il libro anche fuori dal circuito delle librerie e dalla necessità di dare visibilità alle doti nascoste dalle mura delle carceri. L’esposizione, che nel corso del 2013 toccherà ben 10 città italiane, si concluderà sabato 18 maggio alle ore 18 con una tavola rotonda sul rapporto fra detenzione e creatività in compagnia dell’autore, del curatore e degli attori che operano nel mondo delle carceri del nostro territorio.
Trieste – dal 13 al 18 maggio 2013
Cucinare in massima sicurezza
DOUBLEROOM
Via Antonio Canova 9 (34125) Trieste
+39 349 1642362
doubleroomtrieste@gmail.com
doubleroomtrieste.wordpress.com
orario: da lunedì a sabato ore 17-19