L’Alto Adige, territorio rincorso dall’acqua. In particolare nell’area di Lana e dintorni. I Waale, ruscelli risalenti al XIII secolo e utilizzati per l’irrigazione dei campi, sono testimonianza dell’amore per la terra e i suoi frutti. I sentieri che li costeggiano guidano gli escursionisti attraverso la storia del paesaggio. L’acqua pura che sgorga dal monte San Vigilio (1.793 m) ha particolari proprietà curative tanto da essere eletta acqua termale.
In Val d’Adige da sempre il problema delle poche precipitazioni ha reso necessaria la creazione di funzionali ruscelli, detti “Waale”, scavati nella roccia o nella terra, per provvedere all’irrigazione. Erano già presenti nel XIII secolo e nel tempo raggiungono una lunghezza complessiva di oltre 600 km. Al momento del bisogno si aprivano i canali e l’acqua si riversava nei campi, come fossero risaie. Gestiti con criterio e maestria, i Waale davano valore a ogni maso e all’attività dei contadini. Dal 1.930 i sistemi d’irrigazione a pioggia sostituiscono il metodo originale. Accanto ai Waale, ormai in disuso, corrono i “sentieri di servizio” o Waalwege, necessari all’epoca alla manutenzione del sistema d’irrigazione, oggi sono affascinanti percorsi escursionistici.
Seguendo il rumore dell’acqua, si snodano attraverso vigneti, coltivazioni di mele, boschi di castagno e affiancano i corsi d’acqua offrendo un panorama mozzafiato e il fascino di vivere paesaggi legati alla storia più antica di questa zona. In particolare, a Lana ci sono due sentieri, quello di Brandis e quello di Marlengo, che fanno parte dei Sentieri d’Acqua Meranesi: il primo è un percorso facile che dura circa 45 minuti e attraversa il podere del convento Lanegg per poi passare sopra la chiesetta di S.ta Margherita fino alla cascata di Lana di Sotto; il secondo è lungo 13 km e impegna gli escursionisti per circa 3 ore attraverso prati, frutteti e vigneti e prevede una deviazione all’imponente Castel Lebenberg sopra Cermes, castello medievale perfettamente conservato e aperto al pubblico.
Le fonti naturali d’acqua nella località Bagni dell’Orso sul Monte San Vigilio sono state scoperte negli anni trenta del secolo scorso. L’acqua è così buona che già negli anni settanta era utilizzata per cure termali. Nelle analisi i dati riportano la presenza di una piccola percentuale di fluoro e radioattività: la concentrazione di radon è pari a 329 Bq/l (Becquerel per litro) e non è nociva, al contrario ha un effetto terapeutico sulle vie respiratorie, l’artrosi e i reumatismi.
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Francesca Casali
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