Presso la Galleria Gacma a Cappella Maggiore fino al 18 ottobre 2015 si potrà visitare la mostra “Luigi Cillo Arte Sacra”. “Giusto mezzo secolo fa apparve, nella chiesa parrocchiale di Cappella Maggiore, un grande affresco: ne era autore Luigi Cillo allora ventottenne. Tutti ne furono sorpresi: alcuni ammirati, altri sconcertati. Il tema era quello dell’Ascensione: forse il tema più arduo per un pittore, anche perché coinvolgente aspetti di spazialità e di spiritualità celeste. Oggi l’affresco è diventato oggetto di culto religioso e insieme di interesse culturale. Sulla parete di fondo si staglia con una bellezza fuori dal tempo: antica e moderna, dolcissima e ardua, facile da amare e difficile da comprendere. Il suo impatto resta comunque forte, ad esso non ci si può sottrarre”.
Queste le parole del critico d’arte Paolo Rizzi, usate in apertura nel lungo saggio accolto nel catalogo, della grande mostra: “Luigi Cillo: una vita d’arte”, svoltasi nel 1999 presso le scuole elementari di Cappella Maggiore.
Sono trascorsi già sedici anni da quella esposizione antologica ( 150 opere ), organizzata dal sottoscritto e promossa dall’Amministrazione Comunale, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’“Ascensione”, l’affresco dipinto da Luigi Cillo, nell’estate del 1948. Questo significativo lavoro, collocato sopra l’ingresso principale nella nostra chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena, venne realizzato per volontà di un insigne concittadino: Domenico Zanette (Cappella Maggiore 1874 – Vittorio Veneto 1965 ), allora Monsignore della curia vescovile vittoriese, che lo donò alla chiesa della sua comunità di appartenenza. Da allora il dipinto (abbastanza contestato e in seguito anche ignorato) é vissuto tra le incomprensioni e i naturali disagi del tempo – fumi di candele, polvere, sbalzi atmosferici – e necessitava, quindi, di un restauro conservativo (e culturale), per riportarlo pulito e luminoso com’era in origine. Dopo varie riflessioni, promesse personali e due lunghi mesi di assiduo lavoro, la restauratrice Anna Comoretto ci ha riconsegnato l’affresco, in tutta la sua magnificenza. Il colore ha ritrovato la luce originaria e trasmette, ora, intense emozioni, non solo per chi cerca risposte dalla fede, ma anche dialoghi possibili con l’arte. In realtà il dipinto è ritenuto dagli esperti, una delle opere più importanti dell’artista (io credo sia “il capolavoro” di Cillo), vanto ed orgoglio, sempre dichiarato, dello stesso artista.
Durante le fasi burocratiche e i relativi controlli ravvicinati al dipinto, ci siamo chiesti come avesse fatto il giovane artista che dipingeva da una mezza dozzina d’anni, a raggiungere un così alto risultato artistico. Era vero che aveva collaborato alcuni mesi, come aiutante, agli affreschi nel Duomo di Sacile con Pino Casarini, ma avere il coraggio di “affrontare” una grande parete (35 metri quadrati) come prima esperienza e, da solo, lascia stupiti. Sicuramente quell’apprendistato è stato fondamentale. Ricostruendo mentalmente la storia e conoscendo il percorso artistico del pittore, rivedo, ad esempio, i dipinti a cavalletto, fatti nei primi anni quaranta e le opere prodotte nella seconda metà dello stesso decennio. Si nota una metamorfosi: le opere datate dopo il magistero casariniano sembrano di un’altra mano, sono già di una maturità artistica acquisita, portano senza dubbio i frutti del rapporto con il grande affreschista veronese. Dal maestro aveva ereditato una conoscenza dettagliata del mestiere, la tecnica pittorica, la scelta dei materiali e il controllo compositivo. Anche Anna Comoretto, restauratrice colta e sensibile, mi confermava queste caratteristiche: la visione totale dell’arte, la conoscenza e l’utilizzo di alcuni trucchi compositivi, i ripensamenti, le ri-soluzioni, gli azzardi, le sperimentazioni, a conferma che l’artista era già in possesso della nobile arte. Ancora citando Paolo Rizzi: “È un’opera questa, di Cappella Maggiore, di concezione ardita e di esecuzione finissima”.
Quando si parlava della sua produzione artistica, Luigi Cillo, ricordava spesso “l’Ascensione”: il dipinto lo rendeva orgoglioso, tante sono state le visite con lui in chiesa per rivedere l’affresco, alcune volte da soli e altre volte con amici comuni e quasi sempre diceva: “Questo lavoro mi ha permesso di andare in Brasile…”. Quando il pittore Domenico Cantatore chiese il costo dell’affresco affermò: “questo lavoro vale dieci volte la cifra pagata…”. In una delle ultime visite mi disse: “Fra qualche anno qualcuno dovrà mettere mano all’affresco, vorrei farlo io ma…”, allora non capivo questi ma, ed ancora: “Ha bisogno di una pulizia…”. Quando gli facevo notare la mancanza di qualche frammento di colore, rispondeva sempre alla solita maniera: “Non centra, basta pulirlo, basta pulirlo”, andava ripetere. Sembrava quasi un “ordine” per qualcuno, quel qualcuno forse ero io? Ricordo ancora nel giorno del suo addio, in chiesa, proprio davanti al suo amato dipinto, la promessa voluta, credo, come soluzione dei suoi desideri: “Qualcuno dovrà mettere mano all’affresco”. Tutto questo è avvenuto senza intoppi, con la soddisfazione di aver fatto una cosa giusta. L’operazione è stata resa possibile grazie alle persone che hanno contribuito materialmente all’impegno di spesa, all’entusiasmo della Pro Loco e all’immancabile appoggio di Banca Prealpi, sempre presenti con grande senso civico e culturale, in difesa dei nostri artisti e della loro storia, valori assoluti per tutta la nostra comunità .
A coronamento di questo straordinario evento, non poteva mancare una mostra “di arte sacra” relativa agli studi, bozzetti e altre prove (compresi gli studi per la stessa “Ascensione”) che l’autore ha realizzato per molte chiese della zona e non solo. La GACMA farà da cornice all’interessante esposizione, a conferma della nostra gratitudine al Maestro concittadino. Nella serata inaugurale, non mancherà il ricordo della figura dello storico dell’arte Giorgio Mies, punto di riferimento sicuro ed esemplare, che più di tutti e per tanti anni si è prodigato a raccontare la storia locale per la salvaguardia del patrimonio artistico. Un ringraziamento particolare va ad Anna Comoretto, per il brillante lavoro svolto, alla dott.ssa Marta Mazza, della Sovrintendenza per i beni storici-artistici, alla dott.ssa Cristina Falsarella, direttrice dell’Ufficio diocesano di Vittorio Veneto per l’Arte sacra, ai critici d’arte dott.ssa Lorena Gava e dott.ssa Chiara Tavella, per gli interventi tecnici e critici e per i testi di presentazione nel relativo catalogo stampato per l’occasione, dalle Grafiche De Bastiani di Godega Sant’ Urbano.
ORARIO D’APERTURA: giov-sab. 15.00-19.00
dom. 10.00-12.00/15.00-19.00
A cura di DUILIO DAL FABBRO
Telefono 3294246248
Sito internet www.comune.cappellamaggiore.tv.it
Luogo: Cappella Maggiore