Da domenica 11 ottobre ai Musei San Domenico una mostra dedicata ad Afro Basaldella (Udine 1912 – Zurigo 1976), uno dei più grandi pittori italiani del Novecento. Prima di una serie di approfondimenti sugli artisti ospitati all’interno della Collezione Verzocchi, esposta in modo permanente presso la sede museale di Palazzo Romagnoli, l’esposizione è anche l’occasione per sviluppare alcuni nuclei tematici – la rappresentazione del lavoro nell’Italia del dopoguerra, il lavoro degli artisti, i differenti approcci al fare e alla pratiche di studio – che costituiscono il potenziale narrativo della collezione ed evidenziano la sua fortissima attualità.
Punto di partenza della mostra è dunque il dipinto di Afro incluso in collezione (Tenaglia e camera oscura, 1949) emblematico del passaggio dagli esordi figurativi all’astrazione della maturità, un’astrazione la cui sottotraccia è ancora il dato di realtà ma che già dialoga con le coeve esperienze dell’espressionismo astratto americano. Il dipinto verrà così temporaneamente collocato nei Musei San Domenico e costituirà l’inizio del percorso espositivo, a sottolineare il forte legame tra la mostra e la Collezione Verzocchi.
Afro. Pensieri nella mano, articolata in cinque sezioni, includerà una serie di opere degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, che, insieme, ricostruiscono l’evoluzione della sua poetica dal dopoguerra alla scomparsa: le grafiche, la cui selezione copre l’arco di tre decenni, otto grandi arazzi prodotti negli anni Settanta, e i gioielli, realizzati negli anni Cinquanta e Sessanta. Verranno inoltre inclusi una serie di fotografie conservate negli archivi della Fondazione Afro che ritraggono l’artista mentre lavora, o mentre dialoga con amici e collaboratori, o durante momenti di relax (viaggi o semplici passeggiate in città), alcune video interviste ad Afro ed agli artigiani che hanno collaborato con lui, e una serie di materiali (bozzetti, disegni preparatori, perfino alcune delle tavolozze usate in studio) che offrono la possibilità di tracciare un ritratto dell’artista al lavoro, diviso tra fasi progettuali e processuali, tra lo studio e i rapporti con un mondo del lavoro esterno allo studio (botteghe artigiane, stampatori, arazzerie, ecc), un mondo con cui il pittore è costantemente in dialogo per seguire le fasi di realizzazione dei suoi progetti.
È proprio questo ritratto di Afro al lavoro a costituire il principale nucleo tematico della mostra, un racconto dell’artista dentro e fuori dallo studio che pone le basi per una riflessione più ampia, che si svolgerà nell’ambito di una tavola rotonda a Palazzo Romagnoli a mostra in corso, in cui il discorso su Afro verrà ricollocato all’interno di un panorama più ampio, quello dei diversi approcci al fare degli artisti nel XX secolo, divisi tra un sapere manuale ancora fondamentale, e il bisogno di delegare, di porsi come semplici ideatori, seguendo l’esempio di Duchamp e dell’arte concettuale.
A conclusione del percorso verranno infine presentati il manoscritto di una breve autobiografia dei primi anni Settanta ed i materiali che documentano la corrispondenza tra Afro e Giuseppe Verzocchi, a sottolineare ancora, all’interno della mostra, il forte legame tra il progetto espositivo e la collezione distante pochi passi.
La mostra, organizzata dal Comune di Forlì – Servizio Cultura, Musei, Turismo e Politiche Giovanili in collaborazione con Archivio Afro – Fondazione (Roma) e curata da Cristina Ambrosini, Davide Ferri, Mario Graziani e Marco Mattioli, è stata realizzata anche grazie al sostegno di Bonfiglioli Riduttori che ha accompagnato fin dall’inizio con vivo interesse il percorso di promozione e di valorizzazione della Collezione Verzocchi.
Periodo
da domenica 11 ottobre 2015 a domenica 10 gennaio 2016
Orari
dal martedì al venerdì dalle 9,30 alle 18,00
sabato e domenica dalle 10,00 alle 18,30
Costi d’ingresso
l’ingresso è compreso nel biglietto d’ingresso alla Pinacoteca civica.
Intero: Euro 3,00
Ridotto: Euro 2,00
presentando il biglietto della mostra “McCurry. Icons and Women” si ha diritto alla tariffa ridotta.