Il Museo degli Affreschi Cavalcaselle riapre e si rinnova!

Museo

Il 15 novembre 2016 ha aperto al pubblico il Museo degli Affreschi Cavalcaselle presso la Tomba di Giulietta a Verona. Completamente rinnovato, il museo è stato ampliato con un percorso espositivo che integra la grande raccolta di affreschi medievali qui esposti con importanti opere, realizzate sempre con la tecnica “a fresco” del Medioevo e del Rinascimento veronese.

Dal 1973 l’ex convento di San Francesco al Corso che accoglie anche la celeberrima Tomba di Giulietta – è sede del complesso del “Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle”, con annessi spazi destinati a verde e all’esposizione di frammenti e reperti lapidei.

Al 2004 risale la sistemazione dell’area verde esterna con la realizzazione del nuovo muro di cinta in tufo e mattoni che ospita l’esposizione di lapidi ed elementi scultorei e il completamento degli intonaci esterni rimasti indefiniti nei lavori del 1973.

Nel corso del 2012 si sono conclusi i lavori di restauro e consolidamento statico dell’ala conventuale orientale a cura dell’Edilizia Pubblica Monumentale con la Direzione Musei d’Arte e Monumenti del Comune di Verona in collaborazione con l’architetto Valter Rossetto.

Contemporaneamente è stata inaugurata una nuova area di accoglienza visitatori con annessa biglietteria, uno spazio per la vendita di volumi e merchandising, una piccola zona di ristoro e nuovi servizi igienici per il pubblico. Al secondo piano dell’ala settentrionale, sono stati resi funzionanti gli uffici del catalogo, dell’archivio fotografico e dell’archivio Magagnato, cuore della gestione delle raccolte.

Nella fase finale dei lavori l’attenzione è stata riservata all’ala meridionale e ad una complessiva “revisione” degli ambienti finalizzata a rendere omogenei gli spazi preesistenti con quelli nuovamente allestiti.

In previsione del completamento del museo, la Direzione Musei d’Arte e Monumenti ha condotto una campagna di catalogazione e studio degli affreschi, delle sculture e dei frammenti lapidei al fine di identificare, per quanto possibile, l’origine di questo ingente patrimonio, con l’intento di integrare e perfezionare l’esposizione già presente. I reperti cronologicamente e artisticamente più significativi sono stati selezionati per essere presentati nel modo più efficace lungo un rinnovato percorso museale.

Nel chiostro, ad accogliere il visitatore, il nuovo ordinamento prevede sei statue, rappresentanti le Virtù e le città di Verona e Vicenza, provenienti dal recinto delle Arche Scaligere, inserite in tale contesto al fine di creare un ideale dialogo con i pezzi trecenteschi esposti nelle sale superiori.

Proseguendo, mediante un percorso cronologico, la nuova apertura del museo consente di compiere un viaggio attraverso i secoli nella città dipinta. Partendo dall’anno Mille, in un suggestivo ambiente che rievoca il sacello scarpiano del Museo di Castelvecchio, sono esposti frammenti lapidei e architettonici, iscrizioni, capitelli, mensole e patere di grande valore decorativo, provenienti da edifici religiosi distrutti (la chiesa di San Daniele e quella di Tombazosana) coevi al ciclo affrescato della grotta di San Nazaro. Tali rarissime pitture il cui primo strato è datato 955 in occasione della riapertura del museo, sono state smontate e ricomposte secondo la nuova restituzione studiata dalla prof.ssa Tiziana Franco dell’Università di Verona.

Nell’adiacente salone sono esposti gli imponenti sottarchi con ritratti di imperatori romani, provenienti dal Palazzo scaligero di Cansignorio affrescati da Altichiero a partire dal 1364 e staccati nel 1967. Dopo un accurato restauro, eseguito dal Laboratorio di Restauro della Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio delle province di Verona, Rovigo e Vicenza, i sottarchi vengono presentati con un particolare sistema a sospensione che ne consente una lettura dal basso simile a quella che il ciclo decorativo aveva originalmente. Accanto agli undici sottarchi, trovano posto una monumentale Crocifissione e gli affreschi trecenteschi provenienti dal chiostro di Santa Eufemia, dalla chiesa di Santa Felicita e da altre chiese locali, con elementi lapidei riferibili al periodo scaligero e post scaligero, come i medaglioni marmorei con profili di imperatori romani, quale sviluppo umanistico del tema scelto da Altichiero.

Nel corridoio laterale del secondo piano è collocato il lungo fregio continuo affrescato da Jacopo Ligozzi e bottega (1547-1627) per una sala di Palazzo Fumanelli, raffigurante la Cavalcata di Carlo V e Clemente VII a Bologna nel 1530, staccato e donato ai musei civici veronesi alla fine dell’Ottocento. Esso è costituito da tredici grandi frammenti che caratterizzano un ciclo di circa trenta metri lineari. Dieci elementi che lo compongono vengono presentati nella fascia sommitale della parete, a richiamare l’antica collocazione, mentre tre elementi contigui sono abbassati all’altezza dello sguardo dello spettatore, per consentirne un più diretto apprezzamento.

Da questo punto in avanti il percorso museale si connette con quello esistente, riprendendo il racconto della città dipinta con gli affreschi di Bernardino India e Domenico Brusasorzi per Palazzo Fiorio della Seta, e prosegue con le tele di Felice Brusasorzi, Anselmo Canera, Paolo Farinati. Queste ultime, commissionate da Pellegrino Ridolfi nel 1584, rappresentano tre episodi della vita di Mosè e furono esposte a Castelvecchio fino al 1944, quando vennero danneggiate da un evento bellico. Nella medesima sala sono esposti 16 bronzetti affiancati ad una importante statua in bronzo di inizio Seicento raffigurante San Rocco, proveniente dal Lazzaretto di Michele Sanmicheli, presentata in precedenza solo in sporadiche occasioni.

L’ordinamento espositivo è corredato da ampi testi illustrativi e da un adeguato apparato grafico-didascalico, integrato da strumenti multimediali con informazioni collegate alla storia della città.

Info: https://museodegliaffreschi.comune.verona.it

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