Correva l’anno 1514 e messer Tiziano Vecellio, che già respira da alcuni anni aria lagunare, regala al panorama artistico europeo una tela destinata a tracciare un solco indelebile, lungo i binari della storia dell’arte rinascimentale e, non solo. Si tratta della composizione monumentale, stesa ad olio e con una padronanza cromatica mai riscontrata fino ad allora sulle scene, celebre per il titolo, di matrice settecentesca, “Amor sacro e Amor profano”: tela sontuosa, seducente, capace di rubarvi gli occhi fin dal primo sguardo, per la sua potenza e leggiadria espressiva, fuse insieme, con quella maestria insuperabile, che solo l’impareggiabile Tiziano riesce a raggiungere, senza sbavature e sforzo alcuno.
Quali novità ed elementi clamorosi caratterizzano l’opera, tanto da ritenerla il biglietto da visita più prestigioso del nostro “Divin Pittore”? Ebbene, si notino, fin da subito, la densità e la forza d’urto coloristica, che rendono il dipinto un trionfo, un’apoteosi di cromie importanti ed intense: Tiziano rimescola, ricrea, ristende il colore, trattandolo come un protagonista vivo, imponente ed assoluto tra i soggetti rappresentati. Il tema, a cui il Maestro rende onore con tanta armonia, è il rapporto complementare ed allegorico tra la sacralità dell’amore coniugale e l’eternità dell’amore ideale: le due espressioni prendono corpo e forma nell’opera, attraverso le fattezze, tipicamente venete, delle due splendide fanciulle, simili al punto da sembrare gemelle, l’una pomposamente abbigliata, l’altra sensualmente desnuda.
Le due creature, che rimandano alla soavità della bellezza platonica, dialogano a distanza, in un gioco muto e raffinato di sguardi, orchestrati dalla complicità delle acque, rimescolate dal celestiale Cupido. E per finire, laddove Bellini e Giorgione, predecessori e maestri del Tiziano, avrebbero preferito adagiarsi su tonalità rarefatte e statiche, componendo paesaggi dalla bucolica serenità, il Vecellio trasferisce tutto il proprio temperamento, pregno e possente, stupendoci ancora una volta: prende forma uno sfondo paesaggistico pulsante di pienezza e di varietà naturalistica, dove nubi, venti, animali, acque e fronde sembrano dar impeto ad una sinfonia di movimenti e di colori, mai ammirati, prima d’ora, sullo scenario artistico mondiale. “Amor sacro e Amor profano” offriva al mondo, nel bel mezzo di un Rinascimento ancora embrionale, il più eccellente talento di quanti avessero mai dipinto fino ad allora. La tela, per quanti desiderassero provare l’emozione indicibile di osservarla dal vivo, è custodita nella Galleria Borghese della nostra Capitale. Tiziano e Roma vi aspettano, per iniziare il vostro viaggio alla scoperta di eventi, personaggi e capolavori della storia dell’arte europea. Buon viaggio! Elena.
Complimenti per l’articolo Elena, sei un’ottima Collaboratrice, vedrai che anche con il supporto di Stefano, metteremo in piedi qualcosa di straordinario e fuori dai soliti schemi…