Gwendolen John nacque il 22 luglio del 1876 a Pembrokeshire, nel Galles. Era sorella maggiore del fantasmagorico, prolifico pittore Augustus John, il quale, nonostante una carriera più ricca di pubblici riconoscimenti e di guadagni, negli ultimi anni si dice affermasse: “Fra cinquant’anni ci si ricorderà di me solo come del fratello di Gwen John”. Certo la fortuna della pittrice, che lei vive, fu rilevante benché di non vasta portata, negli anni recenti si è considerevolmente allargata.
La sua personalità introversa, la scelta deliberatamente limitata dei soggetti, la pittura laboriosa, il forte bisogno di riserbo contrastato nettamente con la facilità tecnica e l’esuberanza bohémienne del fratello. Come Augustus, Gwen John frequentò la londinese Slade School; qui studiò dal 1895 al 1898 per lo più con Henry Tonks, attento soprattutto al buon disegno e vinse il premio Nettleship per la composizione di figura.
Nel 1898 si recò a Parigi con due amiche della Slade (una delle quali, Ida Nettleship, sposò poi suo fratello e vi frequentò l’Académie Carmen, dove due volte la settimana insegnava Whistler e dove si dava maggior peso alla pittura che al disegno. Tornata in Inghilterra nel 1899, dopo aver dipinto qualche quadro dove si sono viste affinità con il fare intimista di Vuillard e con l’approccio più naturalistico del New English Art Club, Gwen John tornò nel 1903 in Francia e qui rimase, salvo brevi viaggi in Inghilterra, per tutta la vita. Posò per lo scultore Augusto Rodin, col quale sembra avesse una relazione amorosa e strinse un’amicizia importante con il poeta tedesco Rainer Maria Rilke.
Verso il 1910 compaiono, nella pittura di Gwen, tracce delel figue emaciate del periodo azzurro di Picasso; sempre in questo momento la pittrice incontrò uno dei suoi più forti sostenitori, John Quinn, un collezionista americano d’arte d’avanguardia, che finì per acquistare numerose opere sue. Nel 1914 Gwen John si trasferì nel sobborgo parigino di Meudon, dove abitava Rodin. L’anno prima si era convertita al cattolicesimo e aveva dipinto in un convento vicino molti acquerelli e gouaches raffiguranti le suore e gli orfani, oltre a una serie di ritratti della fondatrice Mère Poussepin.
Gli anni della maturità dell’artista sono segnati dalla profonda devozione all’arte, alla religione, ai suoi gatti e a una vicina, Véra Oumançoff, cognata di Jacques Maritain, e dal crescente bisogno di una vita tranquilla e appartata. Abbandonò la pittura, sembra, verso il 1932 e morì a Dieppe il 18 settembre 1939. Le opere di Gwen John sono per lo più di piccole dimensioni. Di rado firmate e mai datate, trattano quasi sempre il tema del personaggio femminile isolato, di solito raffigurato a tre quarti di figura, a volte nudo, ma più frequentemente vestito.
A volte sono ritratti, o almeno studi ripetuti di modelli a lei noti. Le figure sono generalmente immobili, svuotate di espressione m espressive in quanto immagini per l’intensità dello stato d’animo, il sottile effetto psicologico del riserbo compositivo, l’eloquenza (di un’esagerazione tutta personale) della struttura ossea, delle mani, della fisionomia. I contorni sono segnati con delicatezza e le superfici si costruiscono con armonie studiate ma ricche di tono basso.
Nelle opere mature, quelle eseguite dopo il 1915, il grado d’intensità dei colori è estremamente ridotto, le pennellate si fanno a un tempo più minute e più evidenti, le superfici assumono un aspetto gessoso, simile all’affresco, che ricorda la pittura di Puvis de Chevanne, molto ammirata da Gwen John. A ragione le sue opere tarde sono state accostate a quelle di Modiglioni e di Cézanne.
Il dipinto emblematico della “Ragazza con la sciarpa azzurra”, già nella collezione di John Quinn, è rappresentativo del linguaggio maturo di Gwen. La sconosciuta modella è ritratta a tre quarti di figura, in una posa riservata, piuttosto distaccata. Le lievi irregolarità del contorno della figura sono messe in rilievo dalle dissimulate complessità dello sfondo bianco grigiastro.
Il tenue senso di diffidenza pittorica che è tipico dell’artista, l’asimmetria della sciarpa, la pettinatura un po’ disordinata, le mani unite contribuiscono tutte a creare quel misto di tensione e d’impassibilità, che denota alcuni tra i dipinti più riusciti di Gwen John. Di quest’immagine di fanciulla bruna, vestita di una giacca lilla e di una gonna arricciata, con la sciarpa scura annodata al collo, esistono più varianti: la “Giovane donna in abito color ciclamino” nella collezione di Thomas F. Conroy, “Studio di giovane donna in abito color ciclamino” in collezione privata. La stessa donna fece da modella anche per “La conciérge” nella collezione di lady Elizabeth Montagu; ancora un’altra versione della stessa modella, della serie “vestito color ciclamino”, si trova alla Southampton Art Gallery.
Rari gli eventi che favoriscono, frequenti i fattori che ostacolano il diffondersi del talento femminile nel mondo della storia dell’arte. Ecco perché diventa doveroso e illuminante tracciare un breve profilo per le coraggiose Muse che hanno sfidato pregiudizi e discriminazioni, imponendo sulla lunga distanza i principi ispiratori della propria poetica…e Gwen ne è una degna rappresentante!! Alla prossima Musa! Vostra Elena P.