Omaggio ad Artemisia Gentileschi, mercoledì 1° agosto a Pordenone

Omaggio ad Artemisia Gentileschi, mercoledì 1° agosto, alle 21 nel Convento di San Francesco, nell’ambito dell’Estate a Pordenne, con lo spettacolo prodotto dal’Associazione Teatrale e Culturale Le Muse Orfane, con Viviana Piccolo, testo e regia di Silvia Lorusso Del Linz.

La pièce teatrale si basa sulla figura di Artemisia Gentileschi, figlia del pittore Orazio Gentileschi, il cui coraggio e il cui talento ne hanno fatto una delle donne protagoniste della storia.Artemisia Gentileschi denunciò l’uomo che le usò violenza, il pittore Agostino Tassi, subendo il primo processo per stupro della storia nel 1611, pagando in prima persona le conseguenze di questo atto di coraggio. Ha avuto una vita intensa attraversata da drammi e riconoscimenti, è stata la prima donna a entrare nell’Accademia di Pittura di Firenze, gestita da Michelangelo il Giovane, nipote di Michelangelo, lottando con tutte le sue forze contro il pregiudizio dell’epoca che non consentiva alle donne di esercitare la professione di pittore. Ha annoverato fra le sue molteplici amicizie anche Cosimo II De’ Medici, il pittore Cristofano Allori, e Galileo Galilei. La forza, la passionalità e la visione anticipatrice rispetto al tempo in cui è vissuta, ne fanno una delle figure più interessanti della storia. Le sue opere si possono ammirare oggi agli Uffizi di Firenze, al Museo Capodimonte di Napoli, a Londra.

La messa in scena nasce dalla collaborazione fra Silvia Lorusso, drammaturga e regista, e Viviana Piccolo, attrice e regista, accomunate dalla passione per la grande pittrice che ha segnato le pagine della storia con le sue scelte e con la sua arte. Silvia Lorusso propone un’Artemisia Gentileschi donna-artista in perenne conflitto con il padre, con il quale, fin da bambina ha un rapporto di odio-amore; sulla base di questo assunto tutto quello che accade nella sua vita assume una luce particolare. Sul piano artistico Artemisia lamenta il fatto di “aver dovuto imparare prima a dipingere che a essere donna”, cresciuta senza la madre, morta di parto, e in contatto solo con figure maschili: il padre stesso, i fratelli, i pittori della Bottega paterna. Ciò ebbe ripercussioni anche sul piano personale: stuprata a diciotto anni da un pittore della Bottega, Agostino Tassi, subì umiliazioni e anche la tortura da parte del tribunale, pur di fare condannare l’uomo. In seguito, per volere del padre, il pittore Orazio Gentileschi, acconsentì al matrimonio riparatore con il pittore fiorentino Pierantonio Stiattesi, artista poco dotato che cercò solo di sfruttare il successo e il denaro della moglie. Artemisia Gentileschi trovò finalmente l’amore con il musicista inglese Nicholas Lanier, al quale rinunciò per non doverlo seguire in Inghilterra, dove lavorava il padre Orazio, e soprattutto per seguire la propria affermazione come pittrice e come donna.

Artemisia, per tutta la sua esistenza, visse un rapporto conflittuale sia a livello interiore che artistico, con il padre Orazio Gentileschi, che ormai vecchio e malato, dopo vent’anni di silenzio, da Londra le mandò una lettera con una richiesta d’aiuto. Nella pièce, l’autrice Silvia Lorusso riporta alla luce questo particolare episodio della vita della pittrice interpretata dall’attrice Viviana Piccolo, ripercorrendo così sulla scena i momenti che hanno caratterizzato l’esistenza di Artemisia Gentileschi.

Sul filo dei ricordi, assistiamo a quadri intensi ed emozionanti che ci raccontano il percorso di questa donna e pittrice straordinaria, fino alla decisione finale che la porterà a mettere da parte l’orgoglio e le recriminazioni per lasciare il posto all’amore filiale e alla decisione di raggiungere il padre a Londra.
Nascerà con questi presupposti a Greenwich, per il palazzo dei Re d’Inghilterra, un’opera d’arte realizzata assieme, l’unica che porta la firma di entrambi: Orazio e Artemisia Gentileschi, un padre e una figlia.
La messa in scena prevede un montaggio incentrato sul racconto e sulle riflessioni della donna e dell’artista, con un allestimento essenziale e moderno. L’ingresso è gratuito.

Clelia Delponte
0434/392924 3470349679

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