Proseguono i laboratori creativi per bambini e bambine itineranti nei parchi e nei quartieri cittadini a cura di Pilar, al venerdì pomeriggio nell’Estate a Pordenone. L’ appuntamento di venerdì 24 agosto è alle 17 in Largo Cervignano. Verranno realizzate divertenti decorazioni per matite e penne.
Il secondo incontro del ciclo “La voce e il suo repertorio”, venerdì 24 agosto alle 18 in Biblioteca civica a cura di Roberto Cozzarin, si occuperà della voce di tenore, il più acuto dei registri maschili. Partendo dalle origini del termine tenor nella musica medievale, si esamineranno le decine di differenziazioni che si sono manifestate nell’arco del tempo, in particolare dal Seicento fino ai nostri giorni. Durante l’incontro verranno proposti brani di successo e si citeranno eminenti interpreti, fra i più famosi e osannati della storia della lirica, perché la voce di tenore è, forse, la più celebrata, anche nell’immaginario popolare. Numerosi esempi, citazioni e accattivanti materiali audio e video aiuteranno la comprensione e stimoleranno la curiosità.
Maluf. Così viene definita la musica tunisina, che deve la sua storia ed essenza agli arabi andalusi, in fuga dalla Reconquista spagnola e stabilitisi nell’ Ifriqiyah, regione comprendente le provincie settentrionali dell’attuale Tunisia e Algeria, alla fine del XV secolo. E alla musica maluf è dedicato il concerto a cura di Barocco Europeo in collaborazione con Associazione Via Montereale “Amori Andalusi” in programma venerdì 24 agosto alle 21 nel convento di san Francesco per l’Estate a Pordenone.
Mohamed Amine Kalai al kanun, Hanen M’Barek, voce e Lotfi Soua, daranno vita a un programma di tre suite in differenti scale musicali, mentre Viviana Piccolo leggerà poesie scelte da I canti di vita di Abu’l-Qasimi Ash-Shabbi. Ogni suite inizierà con una introduzione musicale e una improvvisazione strumentale col kanun, kanun, strumento cordofono a 78 corde della tradizione classica araba. La progressione delle canzoni fluisce in tempi accelerati e i testi traggono ispirazione dalle forme poetiche dei generi arabi classici come la qasida e dai generi post classici Muasah e Zajal. Il tema delle canzoni selezionate – tratte da un raccolta del ministero della cultura intitolata patrimonio musicale tunisino – riguarda l’amore e la passione, da qui il titolo del programma «Amori Andalusi». Il programma comprende anche una improvvisazione vocale «Arubi» e un capolavoro della musica andalusa.
Mohamed Amine Kalai ha studiato musica e kanun al conservatorio regionale di Kairouan conseguendo il Diploma Nazionale di Musica Araba. Ha partecipato a numerosi festival e concorsi vincendo premi importanti. Lavora su forme tradizionali della musica tunisina e nel 2012 ha pubblicato il suo primo libro CD contenente una raccolta di 57 composizioni proprie ispirate al “bashraf tunisino” come forma musicale. E’ stato uno dei partecipanti al People Festival nel 2014 ad Aradeo, in Italia, e nel giugno 2015 ha partecipato alla seconda scuola estiva di musica ottomana organizzata dall’università di Istanbul. Nel luglio 2016 è stato il primo musicista tunisino e suonatore di kanun a suonare nella 33a edizione del festival francese “Rencontres internationals de harpe celtique” Più recentemente è stato uno degli studenti invitati per la seconda edizione del simposio internazionale del kanun ad Algeri, in Algeria, sotto la supervisione di virtuosi di kanun tra cui Göksel Baktagir e Omar Ziad. Attualmente studia medicina.
Hanen M’Barek ha iniziato a studiare musica e chitarra suonando nel conservatorio regionale di Ariana, dove ha abbracciato per la prima volta il tradizionale stile musicale tunisino e orientale. La sua passione per il Malouf le ha fatto apprendere un cospicuo repertorio di questo genere musicale. La sua prima partecipazione a un concorso nazionale di canto per la radio nazionale tunisina l’ha portata a essere uno dei tredici candidati in gara per il primo premio alla cerimonia di apertura del festival di Rades di Jasmin, dove ha ottenuto il terzo premio nell’estate del 2008. Alla fine del 2011, ha scoperto una nuova passione per le canzoni da soprano classiche e ha iniziato ad approcciarsi il nuovo stile. Attualmente è medica all’ospedale di Louis Pasteur di Chartre, in Francia. Lotfi Soua è un professore di musica e si è laureato in percussioni all’Istituto Superiore di Musica di Tunisi. Ha suonato nei più importanti festival della scena internazionale come l’International Carthage Festival, il festival internazionale di Sour in Libano e in molti altri paesi in Europa durante le tournée con i più famosi musicisti tunisini, come il brillante cantante di Malouf Lotfi Bouchnak. La sua tecnica esecutiva è tesa a costruire una nuova immagine, nobile e creativa, del percussionista; un’immagine fuori dal comune, che lo rende spesso protagonista principale in uno spettacolo. È il fondatore di una scuola di musica a Bizerte, di cui è il direttore.
Venerdì 24 agosto al Miv festival al parco IV Novembre alle 21 si esibiranno, nella loro unica data del Nord Est gli Echo and the Bunnymen, leggende della new wave e post punk formatisi a Liverpool nel 1978, alle spalle tre dischi d’oro e 12 album di successo. Inizialmente il gruppo era composto dal cantante Ian McCulloch, dal chitrarrista Will Sergeant dal bassista Les Pattinson e successivamente dal batterista Pete De Freitas. A farli conoscere al grande pubblico diverse colonne sonore: “The Killing Moon” in Donnie Darko, “Un lupo mannaro americano a Londra” (cover dei Doors) in Ragazzi Perduti. Tra i loro album fondamentali ci sono Crocodiles, pubblicato nel 1980 (disco che accende i riflettori sulla band), Heaven Un Here del 1981, Porcupine del 1983 e Ocean Rain del 1984, quest’ultimo uno dei migliori album del quartetto, dal quale sono stati estratti come singoli Never Stop, Silver, Seven Seas e The Killing Moon, singolo che li rese famosi in tutto il mondo. Nel 1985, esce la raccolta Songs to Learn and Sing e, nel 1987, un album omonimo segna una rottura nelle dinamiche al gruppo: nel 1988, il batterista Pete De Freitas muore in un incidente stradale, McCulloch si concentra sulla carriera solista e Sergeant pubblica l’album Reverberation. Dal 1994 McCulloch e Sergeant tornano a lavorare insieme prima come Electrafixion (l’album è Burned del 1995) e, successivamente, a nome Echo & The Bunnymen con album come Evergreen, Flowers, Siberia, The Fountain e Meteorites. Nel 2008 il gruppo viene invitato a suonare dal vivo Ocean Rain, a Londra, alla Royal Albert Hall e, a New York, alla Radio City Music Hall. Sempre nel 2008 il gruppo è stata eletto come miglior band new wave di sempre dall’edizione statunitense di Rolling Stone, davanti a colleghi più che blasonati come – tra gli altri – Depeche Mode, Police, Duran Duran e Cure. Nel 2014 la live band comprende il batterista Simon Finley, il bassista Stephen Brennan, il chitarrista Gordy Goudie e il tastierista Paul Fleming. Oggi la formazione sul palco è Ian McCulloch (voce, chitarra), Will Sergeant (chitarra), Gordy Goudie (chitarra) Stephen Brannan (basso), Jez Wing (tastiere), Nick Kilroe (batteria). A ottobre è attesa l’uscita del loro nuovo album “The Stars, The Ocean & The Moon” che conterrà 13 classici più i due inediti “The Sonambulist” e “How Far?”, che vengono già proposti dal vivo. Apertura manifestazione alle 18 col Finger Food festival e dj set di dj Dee. Ingresso gratuito.
Clelia Delponte
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