Mercoledì 29 agosto è l’ultima giornata di apertura (9-19) negli spazi espositivi della Biblioteca civica per la mostra Parole Estroflesse di Renato De Marco, architetto di formazione, “pittoscultore” per vocazione. La mostra, che si è aperta con una dedica a Nicoletta Pozzi che l’ha voluta e sostenuta, rappresenta il punto di compimento della ricerca dell’artista, che ricordiamo anche per la sua partecipazione a Humus Park 2016.
In un momento in cui virtualità e tecnologia diventano quasi disumanizzanti, De Marco torna alla potenza evocativa della parola attraverso la sua materialità. Segno poetico e segno artistico si fondono diventando tutt’uno. I pensieri diventano un’opera d’arte, grazie alle lettere che diventano segno grafico, incastonate in 64 caselle, che vanno a formare un quadro all’insegna del bianco totale, solo con qualche “tasto nero” a dare ritmo e dinamicità. Sono dunque opere da leggere, decifrare. Una comunicazione che va decantata, un’espressione artistica che si compie attraverso l’interattività. “Il mio intento – spiega l’artista – è quello di ritrovare il valore della parola, della riflessione, della meditazione in opposizione a un mondo in cui tutto viene fagocitato, impera il mordi e fuggi, l’usa e getta. Il tutto passando attraverso la stilizzazione e il minimalismo. Dunque aspetto etico e aspetto estetico vanno a coincidere. E’ anche un modo per mettere in discussione la contemporaneità e chiederci che cos’è veramente il progresso”. E in mostra un piccolo cavallo di Frisi diventa simbolo di questa resistenza culturale.
Sempre in biblioteca civica, ma nella sezione ragazzi, alle 17 consueto appuntamento con Se provo, riesco: laboratorio di letture animate con attività creative. Il laboratorio, strutturato in modo giocoso e creativo, è destinato ai bambini da 4 a 8 anni. La partecipazione agli incontri è gratuita, ma è necessario iscriversi telefonando allo 0434 392971 dal lunedì al sabato, dalle 15 alle 19.
L’ultima visita guidata a cura di Susi Moro assieme a Francesco Boni De Nobili, che ha dedicato all’argomento anche un libro, nell’Estate a Pordenone è dedicato alla Pordenone misteriosa, ovvero quella meno conosciuta, alla ricerca dei particolari nascosti, i ricordi impressi su un muro o una colonna. L’itinerario che parte da un luogo leggermente periferico rispetto al centro storico, i locali dell’ex-fiera in via Molinari, mercoledì 29 agosto, con ritrovo alle 18.30, ha l’obiettivo di svelare una parte delle tante cose misteriose o curiose che Pordenone racchiude in sé. Si potranno cogliere particolari e dettagli per svelarne i retroscena, capire cosa sta dietro a un portone, a una lapide dimenticata, a un volto dipinto su un muro sbertucciato.
L’attore comico Rocco Barbaro, già star di Zelig porta nell’Estate a Pordenone un suo grande amore: Gaber. All’indimenticato cantautore milanese, che univa magistralmente sarcasmo, analisi sociale e politica e leggerezza è dedicato lo spettacolo “Ho incontrato Gaber”, in scena mercoledì 29 agosto alle 21 nel Convento di San Francesco, protagonista un Rocco Barbaro “serio, composto, contenuto, vestito un po’ a casaccio”, che narra e canta, affiancato da un ottimo ensemble di musicisti: Paolo Michelutti, chitarra e canto, Daisy De Benedetti, canto, Piero Cescut, basso, Jacopo Zanette, batteria, Roberto Sellan, fisarmonica. Non c’è nessun anniversario, nessuna ricorrenza. Solo il desiderio di omaggiare un grande artista e il suo teatro-canzone: interpretare il testo il pensiero Gaber-Luporini; ridare vita, corpo, sostanza, suono, forma a quello che possiamo considerare ormai un classico del teatro italiano. Per farlo Rocco Barbaro mette in scena dieci bellissime canzoni, cinque monologhi, uno scritto originale, uno splendido video d’epoca e cinque musicisti sul palco. Dopo gli studi di recitazione al Teatro Calabria diretto da Rodolfo Chirico e Gianni Diotayuti, e a Milano al Laboratorio dell’Attore diretto da Raul Manso, Barbaro ha sviluppato un lavoro sul comico vincendo primi premi nei principali concorsi di cabaret d’Italia. Il successo è arrivato allo Zelig di Milano a fianco di David Riondino. Ha lavorato per Rai, Mediaset, La 7, Telemontecarlo e Radio 105 e ha debuttato nei più prestigiosi teatri italiani come il Parioli di Roma e il Ciak di Milano. Ha trovato anche il tempo di racchiudere il suo pensiero nei libri Menefotto (1998) e L’importanza di essere Barbaro (2017). Ha partecipato ai più seguiti programmi televisivi nazionali: Pippo Chennedy Show – Rai 2; Maurizio Costanzo Show – Canale 5; Superconvenscion – Rai 2 ; Convenscion a colori – Rai 2; Bulldozer – Rai 2; La mostra della laguna – Rai 3; Zelig – Canale 5; Colorado Cafè – Italia 1; Cuork – La 7; Wikitaly – Rai 2.
Nel 2012 è ancora nel cast della nuova edizione di Zelig in onda su Canale 5, al fianco di Claudio Bisio e Paola Cortellesi. Ha lavorato nei seguenti film e fiction: “Voglio Una Donnaaa!” (1997) di Marco e Luca Mazzieri; “Le faremo tanto male” (1998) di Pino Quartullo; “In principio erano le mutande” (1999) di Anna Negri; 20 venti (2000) di Marco Pozzi; “500!” (2001) di Giovanni Robbiano, Lorenzo Vignolo e Matteo Zingirian; “Lisa d’Agosto” (2002) di Daniel Isabella; “Il regalo di Anita” (2005) di Antonio Domenici; “Il 7 e l’8” (2006) del duo comico Ficarra e Picone; “Voglio la luna” (2007) di Roberto Conte e Roberto Palmieri; “Trilogy room 237” (2008) di Armando Costantino; “Finalmente a casa” (2008) di Gianfrancesco Lazotti; “Romanzo Criminale” (2008) di Stefano Sollima; “Una domenica notte” (2013) di Giuseppe Marco Albano; “Una carezza di vento” (2014) di Pino Laface; “Un ottimo affare” (2014) di Gino Versetti; “Uno, anzi due” (2015) di Francesco Pavolini; “L’ispettore Coliandro – il ritorno” (2016) di Manetti Bros; “Specchi riflessi” (2017) di Peppe Plutino; “Rapiscimi” (2018) di Gianluca Gargano; “La direzione del tempo” (2018) di Vincenzo Stango.
L’ultimo appuntamento con il teatro per non dimenticare del Gruppo Teatro Pordenone Luciano Rocco nell’Estate a Pordenone, mercoledì 29 agosto alle 21 nell’area verde di via Pontinia è con Mace e Matade, ultima produzione della compagnia. L’atto unico in dialetto pordenonese, per la regia di Antonio Rocco, ripercorre con nostalgica ironia alcuni quartieri e personaggi che hanno caratterizzato la città. La pièce, frutto di un laboratorio di scrittura drammaturgica del Gruppo Teatro Pordenone, ripercorre, anche attraverso la rivisitazioni di alcuni dei testi più spassosi del commediografo Luciano Rocco, le storie minime e le leggende metropolitane della città e delle sue periferie, facendo incontrare i diversi protagonisti in un ideale “Caffè Municipio” sospeso nel tempo, ma sempre cuore e vetrina della vita cittadina.
Per il Cinema sotto le stelle, mercoledì 29 agosto Cinemazero porta in piazzetta Calderari alle 21, Mary e il fiore della strega.
Clelia Delponte
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