Nove passi nella storia del quartetto Concerti con il Quartetto di Venezia

Sabato 27 ottobre la Fondazione Benetton Studi Ricerche inaugura la programmazione musicale 2018-2019 nella chiesa di san Teonisto di Treviso con un viaggio nella storia del repertorio quartettistico, scegliendo di affidarlo a una formazione cameristica conosciuta e apprezzata in Europa e nel mondo, che rappresenta anche un’eccellenza del nostro territorio: il Quartetto di Venezia (Andrea Vio, violino; Alberto Battiston, violino; Mario Paladin, viola; Angelo Zanin, violoncello).

Tre i concerti in programma fra ottobre e dicembre, «ognuno dei quali presenterà altrettante composizioni che offriranno uno strumento di lettura per capire la forma del quartetto nello sviluppo dei secoli, dal Settecento fino al Tardo Romanticismo» spiega il maestro Stefano Trevisi, consulente per le attività musicali della Fondazione.

Il ciclo si aprirà sabato 27 ottobre alle ore 18 con tre pagine fondamentali del repertorio: l’Adagio e fuga in do minore di Wolfgang Amadeus Mozart, il quartetto in sol maggiore op.18 n.2 di Ludwig van Beethoven e il quartetto in la minore op.51 n.2 di Johannes Brahms.

È il 26 giugno del 1788 quando Mozart scrive di aver appena composto un breve Adagio per due violini, viola e basso, e una Fuga, testimoniando che questa pagina nasce in un periodo assai fecondo, caratterizzato dalla ricerca e riflessione sempre più approfondita sul contrappunto. L’Adagio e fuga per quartetto d’archi KV 546 è la trascrizione della famosa Fuga in Do per due pianoforti KV 426, fatta precedere da un Adagio estremamente espressivo e caratterizzato da una ricerca armonica tesa e audace. L’intera composizione si snoda in un percorso di ricercata armonia tesa continuamente a uno slancio verso una drammatizzazione che comparirà, approfondita, nella tarda produzione della musica da camera di Mozart.

L’Adagio e fuga in do minore suscitarono lo stupore dei musicisti contemporanei e pure l’ammirazione di Ludwig van Beethoven, il quale con il ciclo dei sei Quartetti Op.18 inaugura un nuovo modo di pensare alla forma del quartetto d’archi. Composti tra il 1798 e il 1800, Beethoven vi lavora assiduamente e continuamente, rielaborandoli, procedendo a una puntuale revisione, quasi mosso dalla consapevolezza che sarebbero divenuti un paradigma della forma, considerando anche la relazione tra questi lavori e i precedenti, oltre al dialogo con le opere di autori ancora viventi e per lui significativi quali Franz Joseph Haydn. Il Quartetto in Sol maggiore Op.18 n.2 si caratterizza per essere nel suo complesso come una bussola per leggere e orientarsi anche negli altri cinque. Caratterizzato da un forte equilibrio tra melodia e arditezza armonica, forte ricerca dell’aspetto ritmico, in relazione con la chiara ricerca lirica e retorica, in generale al Quartetto in Sol maggiore Op.18 n.2 si riconosce un notevole gusto per la sorpresa. Questa dimensione che molti studiosi definiscono “eccentrica ed estroversa”, informa l’intero ciclo e nel quartetto numero 2 si esplicita in maniera decisamente nuova per l’epoca.

La lezione dei quartetti op.18 e dei quartetti “Rasumoysky” di Beethoven, misero non poco in difficoltà compositori quali Johannes Brahms, spinti, dai modelli che si erano scelti appunto, a interrogarsi su nuovi orizzonti a cui rivolgere e portare la forma da camera quartettistica. Il Quartetto in La minore Op.51 n.2, che con il n.1 chiude il dittico dell’Op.51, rientra in questa ricerca operata da Brahms che si protrae in un lavoro continuo di invenzione e ripensamento sulle pagine scritte, mai convinto della bontà del suo lavoro avendo proprio come riferimento dei modelli considerati inarrivabili. L’invenzione brahmsiana si dipana in un tono fortemente poetico attraverso una voce sommessa ma intensa da cui il carattere del Quartetto in La minore Op.51 n.2 si diffonde con toni chiaroscurali estremante moderni.

La rassegna proseguirà domenica 18 novembre alle ore 18, con altre tre importanti tappe nello sviluppo della forma quartettista: il quartetto in sol maggiore di Luigi Boccherini, considerato colui che avvia la forma quartetto come modernamente la intendiamo, senza il basso continuo ma con una spiccata attenzione e sviluppo della parte del violoncello e della viola; il famoso quartetto mozartiano “Le dissonanze”, così intitolato per le sue arditezze armoniche; il modernissimo quartetto op.59 n.3 “Rasumovsky” di Ludwig van Beethoven. Si concluderà domenica 9 dicembre alle ore 18 con il quartetto “Imperatore” di Haydn e con due proposte particolari: la Serenata Italiana di Hugo Wolf, nella sua originale versione per quartetto d’archi, e il celebre quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi, l’unica composizione da camera rimasta del catalogo verdiano, nella quale risuonano la poetica e l’arte retorica del grande compositore di capolavori operistici.

Biglietti: intero 20 euro, ridotto 12 euro.
Abbonamenti: intero 50 euro, ridotto 30 euro. Per chi acquista un abbonamento, biglietto in omaggio per il primo concerto per un under 18.
Acquistabili anche con Bonus Cultura.

Prevendita: Fondazione Benetton, via Cornarotta 7, Treviso (mercoledì e giovedì ore 9–13, 14–18, venerdì ore 14-18; sabato ore 10-16), chiesa di San Teonisto, via san Nicolò 31, Treviso (sabato 27 ottobre ore 16.15-18), oppure nel sito www.liveticket.it

Per maggiori informazioni: Fondazione Benetton Studi Ricerche, T 0422 5121, fbsr@fbsr.it, www.fbsr.it
Immagini scaricabili nell’area stampa del sito della Fondazione: http://www.fbsr.it/area-stampa/

Il Quartetto di Venezia è stato definito da Bruno Giuranna «ai vertici della categoria e fra i pochissimi degni di coprire il ruolo dei grandi quartetti del passato». Rigore analitico e passione sono i caratteri distintivi dell’ensemble veneziano, qualità ereditate da due scuole fondamentali dell’interpretazione quartettistica: quella del “Quartetto Italiano”, sotto la guida del M° Piero Farulli, e quella della scuola mitteleuropea del “Quartetto Vegh”, tramite i numerosi incontri avuti con Sandor Vegh e Paul Szabo.

Il Quartetto di Venezia ha suonato in alcuni tra i maggiori festival internazionali in Italia e nel mondo e in prestigiose sedi tra cui la National Gallery a Washington, il Palazzo delle Nazioni Unite a New York, la Sala Unesco a Parigi, il Palau de la Música a Barcellona, la Société Philharmonique di Bruxelles, la Konzerthaus Berlin, al Beethovenfest di Bonn. Ha suonato per Papa Giovanni Paolo II e per il Presidente della Repubblica Italiana.

Il repertorio del Quartetto è estremamente ricco e include, oltre alle composizioni più note, opere raramente eseguite, come i quartetti di G.F. Malipiero (“Premio della Critica Italiana” quale migliore incisione cameristica). La vasta produzione discografica comprende registrazioni per la Decca, Naxos, Dynamic, Fonit Cetra, Unicef, Navona, Koch. Ultime produzioni sono l’uscita dell’integrale dei sei quartetti di Luigi Cherubini, registrati per la DECCA in tre cd e per la NAXOS con musiche di Casella e Turchi.

Il Quartetto ha ottenuto la nomination ai Grammy Award per il CD Navona “Ritornello” con musiche di Curt Cacioppo.
Numerose sono anche le registrazioni radiofoniche e televisive per la RAI e RAI International, Bayerischer Rundfunk, New York Times (WQXR), ORF1, Schweizer DRS2, Suisse Romande, Radio Clasica Espanola, MBC Sudcoreana.
In occasione del 35° anniversario, il Quartetto di Venezia ha ricevuto una targa di rappresentanza dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.

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