A margine della mostra Terra Mala. Viaggio nella Terra dei Fuochi, il Museo Diocesano Tridentino propone lunedì 1 aprile alle ore 21.00 un insolito appuntamento musicale: il primo concerto in assoluto a Trento e in regione di Lucariello, nome d’arte di Luca Caiazzo, il capostipite del Rap napoletano.
Al grande pubblico Lucariello è noto per Nuje Vulimme ‘Na Speranza, il brano che sin dalla prima stagione chiude tutte le puntate di Gomorra, la serie tv italiana più acclamata di sempre, vista in 120 paesi sparsi in tutto il globo. Ma Lucariello è sulla scena da oltre vent’anni e la sua carriera musicale è costellata da importanti collaborazioni con artisti del calibro di Fabri Fibra, Caparezza, Clementino, Co’ Sang, Almamegretta, Claudio Baglioni, Ezio Bosso. Con quest’ultimo nel 2008 ha scritto Cappotto di legno: la canzone raccoglie la sfida lanciata da Roberto Saviano con un suo accorato appello: “qualcuno scriva una canzone per raccontare come sono costretto a vivere”. Il titolo del brano è dello stesso Saviano, supervisore del lavoro e fan del rapper, nei cui brani sembrano rivivere le stesse situazioni e gli stessi volti descritti nel suo libro.
Il gemellaggio con il Museo Diocesano Tridentino non è una scelta casuale: Lucariello, oltre ad essere un musicista affermato, è un uomo impegnato nel sociale, specialmente su due temi molto cari al Museo: l’ambiente e il carcere. Sul più grande disastro ambientale italiano consumato nell’area compresa tra Napoli e Caserta – la Terra dei fuochi – Lucariello ha prodotto l’album “Veleno fertile”, esito di un laboratorio musicale destinato a studenti d’età compresa tra i 14 e i 18 anni, nel quale sono state coinvolte le scuole del territorio. Il rapper, inoltre, è impegnato da anni in progetti destinati ai ragazzi del carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento. L’impegno sociale del rapper per dare voce a chi non ha voce ha come ultimo esito un brano scritto e cantato da Lucariello e da Alì, un giovane detenuto italiano di origini tunisine dal titolo “Al posto mio”.
“Al posto mio” è anche il titolo del concerto di lunedì 1 aprile, un esperimento unico nel panorama locale dove Lucariello proporrà un percorso musicale basato sull’empatia, dove i personaggi e le storie che il rapper racconta sono presentati ‘in soggettiva’, per entrare direttamente nello sguardo del ‘carnefice’. Nel brano “Veleno fertile” c’è la storia del camionista che sversa liquami tossici, “Cappotto di legno” parla di un killer mentre “Giagliùn e miez a via” è dedicato ai ragazzi di strada. Il filo conduttore del concerto è però la speranza, rappresentata dal brano “Nuje vulimme ‘na speranza”, cantata insieme a Ntò. Lucariello canta prevalentemente in napoletano: una scelta stilistica forte, rivendicata dal rapper partenopeo che afferma: “il metalinguaggio e la musicalità di questa lingua mi permettono di costruire un canale di comunicazione parallelo, dove il suono delle parole riesce a descrivere meglio del significato delle parole”. Nel suo viaggio musicale Lucariello sarà accompagnato dalla chitarra acustica di Gennaro Porcelli, chitarrista blues di fama internazionale nonché chitarrista di Edoardo Bennato.
Il concerto è ad ingresso libero e gratuito. Per accogliere un maggior numero di persone, si terrà presso la sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, in via Calepina 33.
Il giorno seguente, martedì 2 aprile, Lucariello incontrerà le classi terze della Scuola secondaria di primo grado “A. Manzoni” di Trento.
Museo Diocesano Tridentino
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