La sfortuna, la riscoperta, il ritorno a casa. Lieto fine per la travagliata storia della Resurrezione di Cristo del Mantegna, che tra una settimana sarà nuovamente esposta nelle sale dell’Accademia Carrara di Bergamo. Attribuita per decenni alla scuola dell’artista, grazie agli studi del conservatore dell’Accademia Giovanni Valagussa è stata riattribuita, nel maggio 2018, a Mantegna stesso.
Alla scoperta è seguita poi una lunga fase di restauro, durata 6 mesi e condotta all’interno del museo. Un box di vetro, visibile al pubblico, ha ospitato Delfina Fagnani alle prese con un’operazione affascinante e complicata. Nella mostra RE-M MANTEGNA, dal 25 aprile al 21 luglio 2019, saranno esposti i materiali di studio e le immagini tecniche, in modo da illustrare l’assetto originale del dipinto, nelle dimensioni reali, con i chiodi e le traverse sul retro (ora mancanti), tutti elementi importanti ai fini della ricostruzione della sua storia.
Dopo la sistemazione, il tour mondiale: Londra, Berlino e l’eco del capolavoro ritrovato che raccoglie l’interesse di tutto il mondo artistico. E adesso il ritorno a casa, con un allestimento ad hoc che ne racconta le vicende di alterna fortuna. Anche grazie al supporto multimediale di MANTEGNA EXPERIENCE, RE-M MANTEGNA riesce a porre la Resurrezione al centro di una più ampia mostra sull’artista italiano. Diversi capolavori raccolti intorno a questa tavola dipinta a tempera e ora, oggi datata 1492.
Il soggetto (e titolo) è la Resurrezione di Cristo, nel momento dell’uscita trionfante dal sepolcro con in mano un vessillo crociato, tra lo sconcerto dei cinque soldati che hanno espressioni di meraviglia. Di qualità molto interessante appare soprattutto la descrizione dello strapiombante paesaggio roccioso, che forma un altissimo sperone obliquo incombente dietro la figura di Cristo e un terrazzo sporgente in primo piano sorretto da una sorta di grandioso arco naturale, sopra il quale l’intera scena si svolge.
Info: https://www.lacarrara.it/