Dopo la strepitosa serata di capodanno in piazza XX Settembre tra musica e spettacolo di luci e immagini in 3d, la programmazione del Natale a Pordenone nel nuovo anno, venerdì 3 gennaio, riprende in musica con due concerti.
A dare vita al concerto di inizio anno alle 20.30 nel Convento di San Francesco sarà l’Orchestra a Plettro Regionale del Friuli Venezia Giulia, diretta per l’occasione da Sebastiano Zanetti. In programma alcuni dei più famosi brani scritti per orchestre a plettro e adattamenti a tema natalizio: Il racconto del Torero, di Angelo Prenna, Notte di Giovan Battista Marzuttini, The song of Japanese autumn di Yasuo Kuwahara, Intermezzo da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, Valzer n.2 di Dmitri Shostakovich, Mandolin project di David Laheurte, Les milions d’Arlequin di Riccardo Drigo, L’ultimo dei Mohicani di T.Jones & R.Edelmann, La vita è bella di Nicola Piovani, Suite marinaresca di Amedeo Amadei.
A comporre l’orchestra (mandolini, mandole, chitarre, contrabbassi) sono i migliori musicisti a plettro e pizzico del Friuli Venezia Giulia, professionisti e appassionati, provengono per lo più dalle tre orchestre a plettro di Udine (Marzuttini), San Vito al Tagliamento e Codroipo. La musica a plettro si diffuse in Friuli Venezia Giulia nel 1800 con grandi autori e oggi l’Orchestra Regionale vuole portare avanti questa tradizione.
Dopo il grande successo all’Aldo Moro di Cordenons il coro Polifonico S. Antonio Abate di Cordenons porta il proprio progetto in piazza XX Settembre per il Natale a Pordenone, venerdì 3 dicembre una originale trasposizione per coro de La buona Novella di De Andrè per “uno dei più grandi lasciti artistici, etici e umani della discografia di Fabrizio De André, nonché un esempio tra i più splendenti e attuali di concept album italiano, di opera d’arte capace di valicare i confini tra proposta musicale e poetica, di coniugare etica ed estetica in unità indissolubile”. In questo nuovo allestimento il Coro diventa protagonista e quindi coro scenico; recitando e cantando interagirà con voci soliste voce recitante, pianoforte, violino e violoncello.
Ne risulta una messa in scena particolare, che sottolinea quei colori ed effetti musicali che solo la voce che canta assieme ad altre voci può creare. “La scelta di un’opera di musica leggera per il Polifonico è una grossa novità – afferma la presidente Lorella Santarossa – volta ad allargare i propri confini sia di repertorio che di pubblico, proseguendo così il percorso di ricerca e sperimentazione musicale che lo caratterizza e che da quest’anno prende il nome di Un Coro che cambia. In particolare il progetto si rivolge a un nuovo pubblico che potrà scoprire il Polifonico S. Antonio Abate in veste di “vettore” di musica leggera”.
Una rilettura in chiave corale per il capolavoro di De Andrè, frutto di un lavoro di squadra: Marco Bianchi si è occupato degli arrangiamenti, mentre l’elaborazione corale è stata affidata a Monica Malachin, allo stesso Marco Bianchi e a Lorenzo Donati per Ave Maria; ad accompagnare i solisti del Coro, diretti da Monica Malachin, ci saranno ancora Marco Bianchi alla chitarra, Rudy Fantin al pianoforte e alle tastiere, Lucia Clonfero al violino, Francesco Tirelli alle percussioni e Francesco Bearzatti al sax e al clarinetto. La voce recitante è di Fabio Scaramucci, mentre la regia è di Andrea Chiappori. Il linguaggio cantautorale di Fabrizio De André emerge prepotentemente ed è protagonista assoluto.
Ma non manca l’uso intelligente del Coro che simula la moltitudine del popolo con un’impostazione assolutamente classica e gregoriana, a sottolineare l’aspetto sacrale della musica e del testo. A 20 anni dalla sua creazione La Buona Novella si dimostra ancora attuale e potente. Attraverso i Vangeli apocrifi emerge la vocazione umana e terrena, quindi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth.
Dalla sua fondazione nel 1997 il Coro Polifonico Sant’Antonio Abate di Cordenons è diretto dalla Maestra Monica Malachin. Sin da subito, l’attività del Coro si è espressa in concerti, rassegne, festival e concorsi in Friuli Venezia Giulia, in Italia e in Europa nonché in una puntuale e costante preparazione vocale e musicale dei coristi.
“I Teatri dell’anima” – festival di Etabeta Teatro nato per riflettere sul mondo che è stato, che sta cambiando e che sarà, analizzando etica, storia e religione – torna, dopo il felice appuntamento dello scorso anno, al Museo Diocesano d’Arte Sacra di Pordenone, dove sabato 4 gennaio alle 17 e alle 20.45 con ingresso libero si terrà l’intenso spettacolo della compagnia I Teatri 35 “Amor che move il sole e le altre stelle”. La compagnia offrirà un’elaborazione unica, una celebrazione “vivente” del Rinascimento. Infatti il Museo vedrà ricreate dagli attori, rendendole così vive, alcune significative opere de Il Pordenone, celebre maestro rinascimentale friulano e una rappresentazione del Cenacolo di Leonardo da Vinci al quale parteciperanno anche gli allievi del laboratorio teatrale di due giornate diretto dai maestri napoletani. A dare vita a emozionanti tableaux vivant saranno morbidi drappeggi e muscoli tesi, ame, frutti e odore d’incenso, piume e pesi in sospensione.
Gli attori saranno attrezzisti, scenografi e modelli del pittore. Le tele si comporranno sotto l’occhio dello spettatore coinvolto in un’esperienza mistica e sensoriale. La performance sui Tableaux Vivants de i Teatri 35 affonda le radici in un’esperienza laboratoriale di svariati anni che pone al centro il corpo dell’attore. Arrivare alla costruzione del quadro non è il fine; ciò che viene ricercata è una modalità di lavoro in cui il corpo è semplice strumento, un mezzo alla pari di una stoffa o di un cesto.
Il singolo attore in scena compie azioni sonore, azioni inserite in una partitura musicale in cui ogni gesto è in funzione di una meccanica, di un ingranaggio in cui ciò che viene eseguito è strettamente necessario. E chi viole potrà provare l’esperienza in prima persona partecipando al laboratorio in programma venerdì e sabato, per poi prendere parte alla performance pubblica. Durante il laboratorio Teatri 35 svelerà il proprio metodo di lavoro. Ogni loro performance nasce infatti dalla combinazione di due direttrici – opera pittorica e musica – un incontro che richiede una fase di ascolto, osservazione e studio che procede fino a quando non si raggiunge la combinazione ottimale tra i due elementi.
Il singolo attore in scena compie azioni sonore, azioni inserite in una partitura musicale in cui ogni gesto è in funzione di una meccanica, di un ingranaggio in cui ciò che viene eseguito è strettamente necessario. Nulla è lasciato al caso così come nulla è superfluo. La dinamica della costruzione trova il suo equilibrio nella sospensione musicale di uno stop, nel fermo immagine di un’azione in divenire che costringe il corpo ad una tensione muscolare viva e pulsante. Non una messa in scena statica del dipinto come negli antichi tableaux vivants ma una sequenza di gesti secondo una partitura musicale, seguendo un ritmo che porta anche lo spettatore dentro il quadro, rendendolo vivo nel vero senso della parola.
Il laboratorio si svilupperà sullo studio dell’opera di Leonardo da Vinci “Cenacolo”. Il festival I Teatri dell’Anima è reso possibile grazie all’organizzazione di EtaBeta Teatro in collaborazione con I Teatri Del Sacro, Scuola Sperimentale dell’Attore, Museo Diocesano d’Arte Sacra, Associazione Teatrale Friulana, Uilt FVG e con il sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli e Comune di Pordenone nonché la collaborazione delle varie Parrocchie e Comuni toccati dal festival.
Clelia Delponte 3470349679