«Abbiamo creduto a questa iniziativa – commenta Guglielmina Cucci, assessora alle Pari Opportunità –assieme al Circolo della Stampa di Pordenone, accogliendo la coraggiosa proposta del Coordinamento donne della Federazione nazionale pensionati Cisl, perché è ispirata a un obiettivo inedito: la raccolta delle testimonianze dirette delle persone, in pratica un’inchiesta filtrata ed elaborata da un’attenta analisi psicologica e tradotta in testi di scena che conducono a considerare un concetto concreto: è necessario un costante impegno comune, a partire dalla politica, passando attraverso la cultura, l’educazione e il sociale, per creare una nuova cultura. Violenza, discriminazioni, stereotipi e pregiudizi sono frutto di un processo culturale. Ed è qui che bisogna agire per prevenire la manifestazione di questi fenomeni. Serve un patto culturale ed educativo forte, compatto e trasversale. Questo progetto ne è un esempio».
La presentazione di questa iniziativa è avvenuta, in una sorta di anteprima, per studenti e docenti degli Istituti scolastici superiori, il 23 novembre scorso, durante il quale sono stati spiegati e affrontati sia il processo creativo, che i principi che lo hanno ispirato, coinvolgendo lo stesso uditorio. «Il progetto – puntualizza Giovanna Barbieri, di Fnp Cisl – è nato come un’esigenza di scavare e scoprire cosa sta alla base della violenza, un fenomeno della nostra società in aumento. Abbiamo lavorato due anni con un percorso molto impegnativo che ha coinvolto uomini, donne e giovani che si sono messi in gioco con grande umanità e disponibilità, facendo emergere traumi sopiti, attraverso una narrazione collettiva che ha utilizzato varie forme artistiche.
Attraverso essa è possibile una guarigione che porta a nutrire quel rispetto che fa di noi veri uomini e vere donne. Con la nostra testimonianza, con la quale vogliamo dimostrare quanto l’amicizia, l’amore e l’armonia, cioè tutto ciò che di buono si manifesta nel mondo, poggia sulle delicate basi del rispetto reciproco uomo-donna che si ottiene soltanto con un cambio netto di mentalità».Un messaggio semplice e chiaro, per tutti, al di là di discorsi ed esortazioni spesso di maniera che, di fronte ai rapporti malati di una coesistenza compromessa da violenze, femminicidi, discriminazioni di ogni genere sembra talvolta una battaglia perduta. Al contrario è una lotta per la conquista di sempre più nuove posizioni di civiltà, nella quale tutti hanno un ruolo.
«Noi protagonisti dell’informazione – interviene Pietro Angelillo, presidente del Circolo della Stampa di Pordenone – avvertiamo giorno per giorno quanto sia difficile far attecchire il concetto del rispetto reciproco tra uomo e donna e tra le varie componenti della vita a tutti i livelli, ma sappiamo che il lavoro da compiere è l’uscita dagli stereotipi negativi che minano la società; e non per decreto, bensì per scelta culturale».
Su questi princìpi si basa il duplice spettacolo nel teatro Concordia, aperto al pubblico con ingresso libero e destinato soprattutto agli studenti nella replica di sabato mattina. Molti i protagonisti impegnati in un lungo ed efficace lavoro di preparazione: gli attori della compagnia Nuda Scena, i ballerini della Compagnia Oltre l’invisibile, il coro di Marianna Palillo, le coreografie di Lorella Ideari. Un ensemble di grande efficacia sotto la sapiente regia di Marco Sorzio, autore dei testi assieme a Nadia Sinicco, responsabile della progettazione e del coordinamento. Lo spettacolo unisce infatti diversi linguaggi, dalla recitazione al canto alla danza nella particolare forma inclusiva della danceability. In scena, assieme alle attrici, a danzatori e danzatrici il gruppo di pensionati Cisl, che elaborando le proprie esperienze personali in ogni ambito della vita, non solo porta uno spaccato della realtà, ma un contributo importante alla costruzione di un concetto di rispetto a 360°, anche nell’ottica di un passaggio generazionale, in una società che muta continuamente, indicando una via da costruire insieme.
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