Casa Zentner a Zurigo, l’unico edificio realizzato da Carlo Scarpa fuori dall’Italia, viene ideata e costruita tra il 1963 e il 1969 per Savina e René Zentner.
Savina Rizzi, intendente di architettura e collezionista d’arte, è tra le più assidue committenti di Carlo Scarpa fin dagli anni cinquanta. Dopo aver seguito, giovanissima, il progetto di Frank Lloyd Wright per il palazzo sul Canal Grande a Venezia, richiesto dall’architetto Angelo Masieri, suo primo marito scomparso prematuramente, Savina affiderà a Scarpa diversi incarichi tra cui, nel 1953-54, la sistemazione di un appartamento e una tomba, ambedue a Udine, e nel 1968 l’intervento di ristrutturazione della Fondazione Masieri a Venezia. Intanto, dopo essersi trasferita a Zurigo nel 1954, Savina Zentner incaricherà Carlo Scarpa della costruzione della sua villa sulla collina del Dolder, distinguendosi dal contesto Heimatstil delle dimore circostanti, per linguaggio, forme e materiali. Per Savina, Carlo Scarpa sembra ricreare un atlante della memoria allestito da maestranze veneziane: un mondo lontano che danza riflesso da stucchi traslucidi e mosaici metallici, scandito da spazi ed elementi progettati fino alla scala più minuta; secondo intrecci e rimandi tra architettura, design e arte, che connotano questa villa come un’opera d’arte totale.
Casa Zentner infatti rappresenta un’eccezione anche tra le opere di Scarpa, data la costanza con la quale egli seguirà tutto l’arco della sua progettazione, fino al suo termine, coadiuvato dall’architetto svizzero Theo Senn, che ne ha materialmente curato la realizzazione. Di questo processo danno conto i numerosi documenti, che hanno permesso di ricostruire una microstoria dell’edificio: più di ottocento disegni conservati per la maggior parte nell’Archivio Carlo Scarpa; la corrispondenza e la contabilità ordinate da René Zentner; le testimonianze orali di coloro che hanno vissuto nella casa o hanno frequentato lo studio di Scarpa in quegli anni.
La villa, che è sempre stata abitata dai suoi committenti e mai modificata, è dunque una testimonianza culturale e materiale di valore eccezionale; ora, per la prima volta, apre le sue porte.
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