Giovanna Querci Favini: una filosofa del nostro tempo con la stoffa della narratrice!

Il Libro e la Luce.

Giovanna Querci Favini è nata e vive a Firenze, dove lavora con un gruppo di ricerca presso la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università. Ha vissuto per molto tempo a Prato, dove il marito, Francesco Favini, è stato uno degli industriali più innovativi nel settore della stoffa. Collabora a diverse riviste filosofico – letterarie ed è autrice di alcuni radiodrammi, trasmessi dalla wdr, rete nazionale tedesca. Per la sua attività teatrale ha ricevuto dalla città di Firenze il «Fiorino d’oro». Ha scritto un saggio, “Pirandello: l’inconsistenza dell’oggettività” (Laterza), e ha pubblicato con Marsilio cinque romanzi.

LEZIONI DI FRANCESE (1994, Premio Donna Città di Roma),

Una ragazza della borghesia fiorentina cresce nel quartiere dei villini, insofferente del perbenismo che la circonda. Una presenza accompagna la sua adolescenza inquieta: Elsina, la sua professoressa di francese, che incarna tutte le possibilità di trasgressione. La ragazza sogna ribellioni che non pratica, diversamente da Elsina che tradisce il fidanzato fin quasi a rendersi complice del suo misterioso assassinio politico, rimpiange la vita libertaria degli anni Cinquanta parigini, si innamora di un ragazzo molto più giovane che l’abbandona per sposare una ricca americana. Elsina, una strana eroina, una maestra che non va imitata, ma bisogna amare.

LA PAZZA (1996)

Curare con parole o curare con i farmaci? Questo attualissimo dilemma è al fondo del romanzo, che racconta la storia di Lina-Amanda: Lina, la personalità negata, vittima di una vita di sacrifici, sposata a un uomo che non ama, costretta a un lavoro che la emargina: Amanda, la donna libera, affrancata, visionaria. Lina si rifugia in Amanda, ma Amanda è finzione, illusione e quindi condanna Lina all’ospedale psichiatrico. Le vicende, le frustrazioni, la terribile solitudine di Lina-Amanda sono narrate attraverso il suo delirio, un delirio che ricostruisce la sua squallida gioventù, il suo triste matrimonio, il suo adulterio. Un libro fortemente sentito dall’autrice, sono in molti a volerne la sua riedizione e una versione cinematografica, per i temi forti e attuali che tratta.

VIAGGIO PER NESSUN LUOGO (1998, finalista al Premio Chianti)

La protagonista di questo romanzo è una donna sposata. Nella sua vita, apparentemente tranquilla, si insinua la coscienza di un vuoto, il rimpianto sempre più lacerante di un ricordo che ha tentato inutilmente di seppellire. Purtroppo la lacuna non si colma: passato e presente rimangono due mondi irrimediabilmente divisi.

PRIMA CHE FACCIA BUIO (2005)

Il romanzo “Prima che faccia buio” è stato presentato in Consiglio regionale da Mara Baronti, presidente della Commissione regionale Pari opportunità, Paolo Becattini, assessore alla Cultura del Comune di Fiesole, dal professor Sergio Givone e dall’autrice. “E’ un libro –ha detto Givone- che ha il coraggio di affrontare in modo intenso i grandi temi dell’etica, del bene e del male, del senso della vita”. “E’ un’opera non comune –continua il professore- importante in un mondo in un cui tutto si fa opaco”.

Ambientato negli anni Cinquanta-Sessanta racconta l’incontro e l’amore svanito tra Riccardo, uomo della dolce vita, e Giorgia, estranea al suo mondo. I due protagonisti sono costretti a sfidare i pregiudizi della società piccolo borghese a cui lei appartiene e della disinibita élite aristocratica che è il mondo di lui, dominato da una madre possessiva e invadente. Il loro amore costretto a lottare contro tutto ciò che li circonda, finirà per distruggersi. “Prima che faccia buio vuol dire prima che Riccardo si suicidi –aggiunge Givone- e il suicidio del ragazzo è il fallimento del senso della vita”. “L’opera –ha detto Giovanna Querci Favini- narra una storia compiuta e fa parte di una trilogia di storie d’amore impossibili tra personaggi che hanno alle spalle vissuti e contesti sociali completamente diversi”.

IL BARATTO (2010)

La protagonista è una donna che potrebbe essere il prototipo dei desideri di ogni donna della nostra epoca: la sua massima realizzazione è nel lavoro. È nata da una famiglia benestante e si è sposata con un ricco imprenditore, ha due figli, una bella casa, insomma tutto quello che una donna può desiderare, ma soprattutto il suo lavoro le riempie la vita molto più dell’amore per suo marito che è ormai diventato una tenera amicizia resa appena un po’ diversa da qualche incontro sotto le lenzuola, con l’impressione di rubare del tempo al sonno di entrambi sottraendo energie ai rispettivi lavori.

Ghita è una docente universitaria di psichiatria, aiuto del primario, e ha con lui una sorta di amicizia che a volte sembra voler essere molto di più. Le sue malate, e lei se ne rende conto, sono più importanti del marito, dei figli, del posto prestigioso che occupa nella società della buona borghesia a cui è sempre appartenuta. Ghita è convinta di non aver mai voluto o desiderato niente di diverso; in fondo, è certa di non aver mai amato. Ed è felice che sia così. Ma in un monotono pomeriggio di Pasqua qualcosa di assurdo, qualcosa di inverosimile, come inverosimili sono gli scherzi dell’inconscio, le cambierà la vita. Due sono le domande che Ghita e il lettore si pongono attraverso questa storia: da dove viene il Male? E si può vendere l’anima al diavolo per rivivere il momento più orribile del nostro passato? Con questo libro la scrittrice vuole sottolineare il ruolo della filosofia nel nostro periodo. Ha avuto lusinghieri giudizi da:

CLAUDIO MAGRIS: “Ho appena finito il tuo libro, con profonda emozione. Non solo per la qualità del libro: scritto benissimo, con passione e lucidità, ma per la storia che parla al cuore . Quello descritto nel libro è quell’amore che sento di più …..”

LUCA CANALI: Ho letto il tuo romanzo e non posso essere “feroce” come tu mi esorti ad essere, perché si tratta indubbiamente di un ottimo lavoro. E dico “lavoro” perché rivela un fortissimo impegno intellettuale. Si tratta di un romanzo di grande livello letterario. ………il fascino di questo “Baratto” che è un libro importante nel panorama letterario contemporaneo italiano……”.

Ottimo anche il giudizio di SERGIO GIVONE, ma la scrittrice cerca anche critiche “feroci”, “negative”, che possano dare la possibilità di aprire un dibattito sulla filosofia nella letteratura contemporanea.

PAOLO DI STEFANO sul suo blog del CORRIERE DELLA SERA, riferendosi al “IL BARATTO”, ha titolato “LA FILOSOFIA E ’ MORTA”. Sarà vero?

Press Office: Daniela Lombardi 339-4590927 0574-32853

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