Il turismo è uno dei settori più colpiti e con i maggiori danni economici per effetto del COVID-19, anche nel pordenonese. La filiera turistica e gli operatori di settore manifestano preoccupazione ma anche voglia di ripartire, ridisegnando una dimensione turistica verso un’offerta basata su natura, ambiente, benessere, tempi lenti.
La pandemia, infatti, porta l’industria turistica a ripensarsi completamente. E questo sia per gli obblighi sanitari che verranno mantenuti – come il distanziamento sociale – sia per le mutate esigenze dei turisti. E’ necessario dunque lavorare subito alla ripartenza e farlo con un lavoro di squadra tra tutti gli attori coinvolti. L’occasione viene dal tavolo di concertazione già pianificato da tempo dal Comune assieme a Promoturismo Fvg per l’8 maggio, che ora sarà interamente centrato sulle modalità della ripresa turistica con le nuove condizioni. Una data che si rivela particolarmente strategica perché a pochi giorni dalla fine del Lockdown si potrà avere un’idea un po’ più chiara di quello che si potrà fare, basandosi sull’esperienza reale.
Si tratta di un appuntamento particolarmente atteso dall’Assessora al Turismo del Comune di Pordenone Guglielmina Cucci, che in questo periodo ha intensificato l’attività di coordinamento e ascolto delle istanze provenienti dal territorio e da tutta la filiera. “Considerando sia gli obblighi sanitari, sia un’inevitabile evoluzione culturale dei turisti, va ripensato – afferma – un modello turistico più attento alla persona, che valorizzi di più l’ambiente e la sua fruizione, sottolineando che nei nostri territori sono possibili vacanze sicure, salutari e rigeneranti”. “Questo è il momento per lavorare al cambiamento – ribadisce l’Assessora – di puntare con più determinazione verso la sostenibilità, la resilienza, la riscoperta delle piccole destinazioni poco antropizzate, ma di rara e unica bellezza. Il fatto poi di non essere oggetto di un turismo di massa, rende Pordenone e il territorio circostante meta ideale per il nuovo turismo che verrà. Un turismo di prossimità, con proposte di alta qualità a misura di persona. E’ nostra intenzione impegnarci ancora di più sui percorsi di sviluppo turistico integrato in sinergia con i territori del Friuli Occidentale, potenziando iniziative identitarie, cammini, ferrovie turistiche, treni storici, piste ciclabili, ciclovie urbane e rurali. Lavorare per potenziare le forme di comunicazione e promozione on-line, per mantenere i contatti con gli operatori del settore, per favorire lo scambio progettuale che ci consentirà di diventare meta turistica ideale nel dopo emergenza”.
Tra le risorse su cui puntare in questa nuova ottica – che vede tra l’altro una particolare vicinanza delle imprese – il Cammino di San Cristoforo assume un ruolo di primo piano. Esso presenta stili di vita ancora autentici, ma anche, grazie a ecosistemi economici non massivi, un rapporto armonico con molte imprese di piccole e medie dimensioni, che danno un valore aggiunto e una ricaduta positiva anche in termini di marketing territoriale. E va nella direzione di un “Patto di rilancio del territorio pordenonese”, fortemente sostenuto da Cucci, il dialogo aperto con il NIP, nucleo industriale strategico dell’area pordenonese, che non solo sta supportando con azioni specifiche il comparto industriale, ma in linea con la nuova missione che l’ente si è dato, sostiene lo sviluppo territoriale a più ampio raggio, investendo in azioni di marketing territoriale.
«La fase storica che stiamo vivendo in questi giorni, per quanto delicata – afferma Saverio Maisto, direttore del Consorzio NIP – deve essere affrontata facendo squadra. Come ogni situazione di grande cambiamento, se non vogliamo subirlo, dovremmo essere in grado di cavalcarlo, cogliendo le nuove opportunità che si creeranno. In tal senso il Consorzio è impegnato in prima linea per trovare, in collaborazione con i principali stakeholder del territorio, soluzioni atte a garantire una pronta ripartenza di tutti i settori produttivi, compreso quello turistico; possiamo ipotizzare che le prossime vacanze degli italiani saranno segnate da quello che viene chiamato “effetto cocooning”, ovvero un turismo slow, che predilige mete raggiungibili in poche ore di viaggio e che potrà anche rilanciare alcune meraviglie turistiche del nostro territorio. Il Cammino di San Cristoforo, come molti itinerari naturalistici delle nostre montagne, ha proprio queste caratteristiche. Ecco quindi che una situazione di difficoltà può diventare un’opportunità per valorizzare sempre più il nostro territorio e tracciare nuovi percorsi di sviluppo sostenibile”.
Clelia Delponte
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