In pochi si arrischiano a fissare date. Ma prevale la sensazione che il mondo delle mostre cominci a pensare di aver scollinato, lasciandosi alle spalle l’anno horribilis degli eventi mancati o preclusi.
Questo 2021 sarà l’Anno di Dante e due delle città dantesche per eccellenza, Ravenna e Verona, per l’occasione alleate tra loro, hanno messo in campo un calendario di eventi davvero impressionante. Il programma di Ravenna, annunciato in occasione della visita alla città del Presidente della Repubblica, prevede ben 4 mostre. La prima, allestita alla Classense con il titolo “Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante”, ripercorre il VI centenario dantesco del 1921, inaugurato l’anno prima alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce.
Sino al 14 luglio, l’antica chiesa camaldolese di San Romualdo accoglierà Le “Arti al tempo dell’esilio”, mostra che ripercorre le tappe dell’esilio dantesco, attraverso una raffinata selezione di opere fondamentali dei più importanti artisti del tempo di Dante: Giotto e Cimabue, Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio, Giovanni e Giuliano da Rimini… insieme a capolavori assoluti dell’oreficeria e della miniatura.
Da settembre, “Un’epopea pop” mostrerà al MAR – Museo d’Arte la fortuna popolare della figura di Dante, attraverso i secoli e i generi espressivi, dai manoscritti del Trecento fino agli articoli di merchandising. Intrecciato alla mostra, un percorso d’arte contemporanea proporrà, sui temi danteschi, opere di Richard Long, Kiki Smith, Rä di Martino, Elisa Montessori, Tracey Emin, Robert Rauschenberg, Gilberto Zorio… Al centro del chiostro cinquecentesco del MAR, il pubblico avrà l’occasione di entrare fisicamente in Sacral di Edoardo Tresoldi.
Con la Galleria degli Uffizi il Comune di Ravenna ha avviato una collaborazione pluriennale ed è da essa che prende vita anche il progetto espositivo “Dante nell’arte dell’Ottocento. Un’esposizione degli Uffizi a Ravenna” che quest’anno propone il dipinto di Annibale Gatti raffigurante “Dante in esilio”, in mostra sino a settembre ’21 nei chiostri francescani limitrofi alla tomba del Poeta.
Anche Verona, la città di Cangrande della Scala, ricorda Dante con un importante programma di eventi. Tra quelli espositivi spicca la mostra “Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona”, allestita dal 23 aprile al 3 ottobre, alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti. Sei sezioni, prestiti d’eccezione per ricordare Dante, Beatrice, Romeo e Giulietta. Muniti di una apposita Mappa, si percorre poi quella che è una mostra diffusa dal titolo “Dante a Verona”, fatta di storie e luoghi nella città che per Dante fu «lo primo… refugio e ’l primo ostello». Alla riscoperta della Verona scaligera e medievale.
Giunti al Museo di Castelvecchio, dove si conserva la statua equestre di Cangrande, nella Sala Boggian, verrà esposto l’Inferno dantesco rivissuto nelle potenti immagini dell’americano Michael Mazur (1935-2009), a vent’anni dalla loro “prima” al Castello scaligero.
Gli Uffizi sono scesi in campo anche per una mostra-evento programmata dalla prossima primavera alla Reggia di Colorno. Nei Saloni della sontuosa dimora tornerà la mitica Collezione di Porcellane dei Duchi di Parma. Tesori delle più importanti manifatture europee del ‘700, che a seguito dell’unione del Ducato al Regno d’Italia sono stati dispersi tra diverse sedi tra cui il Quirinale. Ora lo storico, seppur temporaneo, ritorno a casa.
A Parma, la Nuova Pilotta affronta il ’21 presentandosi in veste ampiamente rinnovata.
Tre le mostre in programma: “L’Ottocento e il mito di Correggio”, che dopo il mancato avvio a causa dell’emergenza sanitaria, aprirà i battenti a fine febbraio. Per essere seguita da “Le passioni del Maggiordomo. I Fiamminghi della Nuova Pilotta” che documenterà l’arrivo a Parma della pittura fiamminga e ciò che questo significò nell’arte del Ducato. Concluso il periodo espositivo, i Fiamminghi andranno a comporre una sezione del nuovo allestimento museale della Pinacoteca.
Per l’autunno Simone Verde, Direttore della Pilotta, non nasconde l’orgoglio di poter presentare a Parma, Capitale della Cultura, i tesori de “I Farnese”, spettacolare storia di una Dinastia che dell’arte ha fatto un suo simbolo.
Nella vicina Fondazione Magnani Rocca, a Mamiano di Traversetolo, l’appuntamento di maggior rilievo sarà nell’autunno del ’21, con una grande retrospettiva su Mirò. Nei mesi che la precederanno, la Fondazione prevede due eventi: un focus su Modigliani e uno su Pasolini.
Dalle porcellane della Reggia di Colorno, ai vetri veneziani – 800 pezzi dei maggiori maestri e delle grandi fucine muranesi – che aprirà in primavera alla Galleria Rizzarda di Feltre (BL). La mostra, destinata successivamente a trasformarsi in nuova sezione del Rizzarda, ha come titolo “Collezione di vetri veneziani Carla Nasci – Ferruccio Franzoia”.
Restando in Veneto, Rovigo di grandi mostre ne propone addirittura quattro. In Palazzo Roverella, la primavera sarà riservata ad “Arte e musica. Dal Simbolismo alle avanguardie”, un’esposizione di vasto respiro sulle molteplici relazioni tra queste due sfere espressive, dalla stagione simbolista fino agli anni Trenta del Novecento. L’autunno sarà invece riservato alla fotografia, con una originale monografica di Robert Doisneau, alla ricerca degli attimi di felicità che egli ha saputo catturare nelle sue immagini.
In Palazzo Roncale, la primavera vedrà protagonisti i sette Teatri Storici del Polesine, magnifici edifici, cuore di infinite storie. Che la mostra “Quando Gigli, la Callas e Pavarotti…I Teatri Storici del Polesine”, racconta per immagini, suoni, testimonianze.
Stessa sede, ma in autunno, “Giovanni Miani. Il leone bianco del Nilo”: per la prima volta la storia di un Indiana Jones dell’Ottocento, l’uomo a cui venne impedito di intestarsi la scoperta delle sorgenti del Nilo.
Dal Veneto al Friuli per due monografiche di oggettiva qualità, dedicate ad altrettanti artisti locali per nascita ma non certo per livello ed interesse. “Giovanni da Udine tra Raffaello e Michelangelo (1487 – 1561)” è il titolo della mostra che all’artista e architetto rinascimentale dedicherà il Castello di Udine. Pordenone invece, nella sede dei Civici Musei, indagherà “Michelangelo Grigoletti (1801-1870)”, un necessario omaggio ad un artista che ha interpretato in modo originale l’arte dei decenni centrali dell’Ottocento, tra Italia e Ungheria. Quando anche le donne si misero a dipingere, o meglio venne loro riconosciuto il diritto di farlo, Fede Galizia fu tra le prime a ottenere riconoscimento e successo internazionali. A lei, trentina d’origine, il Castello del Buonconsiglio, a Trento, riserva la sua grande mostra estiva.
Nel campo della Fotografia è pronta ad aprire i battenti, non appena sarà consentito, a Palazzo Sarcinelli di Conegliano (TV): “Steve McCurry. Icons”, una selezione di oltre 100 fotografie di uno dei più acclamati fotografi contemporanei.
Mentre a Torino, CAMERA il Centro Italiano per la fotografia svela un programma da grande annata. A partire da marzo una doppia personale su Horst P.Horst e Lisette Model. Lui grande genio della moda, lei ironica e dissacrante street photographer. Seguirà a giugno una personale dedicata ad uno dei più importanti fotografi italiani contemporanei, Walter Niedermayr (Bolzano, 1952). Immancabili i temi dei paesaggi alpini, delle architetture e il rapporto fra spazi aperti e spazi chiusi. Per l’autunno, in occasione delle attesissime ATP Finals, che si svolgeranno a Torino dal 2021 al 2025, CAMERA mette in campo una grande personale del fotografo inglese Martin Parr che naturalmente esporrà scatti dal mondo del tennis.
Il ’21 sarà anche l’anno di apertura di nuovi musei o del rinnovo di altri. Si è già fatto cenno alla nascita della Nuova Pilotta. Dove “Nuova” non è solo un aggettivo da aggiungere ad un nome storico, ma l’idea di un museo di nuova concezione.
Attesissimo, a Treviso, il nuovo Museo Nazionale della Collezione Salce, creato dal Mibact nell’ex chiesa di Santa Margherita. Per la sua inaugurazione il Nuovo Salce accoglierà una delle tre sezioni della ricchissima esposizione che Treviso dedicata a “Renato Casaro L’ultimo cartellonista del Cinema. Treviso, Roma, Hollywood”. Oltre che al Nuovo Salce, la mostra sarà allestita nella seconda sede del Salce, al Complesso di San Gaetano, e al Museo Civico di Santa Caterina.
A Cittadella, città murata tra le meglio conservate e valorizzate in Italia, non appena le norme lo consentiranno aprirà i battenti il nuovo “Museo del Duomo”, con una spettacolare sequenza di dipinti, sculture e arti applicate dal Duecento all’Ottocento.
Un altro, rilevantissimo intervento di restyling è in corso al Museo Nazionale Sanna a Sassari. Coinvolge l’intera Sezione Etnografica, ricchissima di testimonianze. A darle un volto nuovo è impegnato un “allestitore” d’eccezione, lo stilista Antonio Marras.
Tra gli appuntamenti milanesi, quello proposto da Bottegantica spicca per novità: la galleria proporrà infatti (dal 5 marzo) una monografica dedicata al Giovane Boccioni, focalizzata interamente sugli anni tra il 1901 e 1909, una fase dell’artista mai prima studita così attentamente.
Il ’21 è anche l’anno dei massimi appuntamenti con l’antiquariato. TEFAF Maastricht slittata a fine maggio (31 maggio – 6 giugno) punta a una edizione in presenza con circa 270 dei più importanti galleristi mondiali che propongono oltre 7000 anni di storia dell’arte. A cavallo tra settembre e ottobre del ’21 torna la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze (25 settembre – 3 ottobre) 32ma edizione. Autentico vanto italiano per la proposta d’arte e per l’incantevole sede di Palazzo Corsini affacciato sull’Arno, ancora una volta sotto la guida di Fabrizio Moretti. Fine anno, a Torino, la decima edizione di Flashback all’insegna de “l’arte è tutta contemporanea”.
Ultime, ma non certo per il valore delle loro iniziative, due piccole città che costituiscono altrettanti poli di attrazione del turismo interno e internazionale: Pienza e Abano Terme. Entrambe prolungano le loro mostre dedicate a due collezioni d’arte del Novecento. La Collezione di Leone Piccioni, a Pienza e la Collezione Merlini, ad Abano, in Villa Bassi Ratgheb. Quest’ultima collezione posta in dialogo con le opere di arte classica, patrimonio della casa-museo ai piedi dei Colli Euganei.
Subito dopo Villa Bassi punta sul cinema, con la mostra “La giusta distanza. Il Veneto del Cinema. Fotografie di scena dal 2000 al 2019” e poi nuovamente sull’arte con “Oltre l’apparenza. Un racconto nella pittura di Luigi Pellanda. 30 anni di iperrealismo”. Annunciato per l’autunno, invece, un importante appuntamento con la grande fotografia.
Questi i primi, ottimi segnali. Che fanno pensare ad un mondo dell’arte che ha deciso di guardare avanti, leccandosi le ferite, certo, ma senza chinare la testa.
Ulteriori informazioni ed immagini: www.studioesseci.net