Riapre giovedì 21 gennaio, dopo oltre due mesi della chiusura che ottemperava al dpcm di novembre, la mostra dedicata a Ottone Rosai organizzata dal Comune di Montevarchi. L’esposizione aveva inaugurato solo il 29 ottobre ricevendo sin da subito buone critiche dalla stampa e riscuotendo l’interesse del pubblico, è stata costretta a chiudere i battenti, come tutti i luoghi della cultura in Italia il 6 novembre scorso.
La mostra con tutti i preziosi prestiti è rimasta congelata sino ad oggi nelle sale del Palazzo del Podestà. Ora il pubblico potrà finalmente visitarla in tutta sicurezza in questi giorni e orari: giovedì e venerdì dalle ore 15 alle ore 19.
“Siamo felici di poter restituire al pubblico una mostra importante che ha richiesto diversi mesi di preparazione per cercare e studiare opere. Sforzi che in molti casi hanno condotto a ritrovamenti di inediti. Grazie alla generosità di tutti i prestatori delle opere siamo, inoltre, in grado di prorogarla sino al 6 giugno” afferma Silvia Chiassai Martini Sindaco di Montevarchi.
“Le discoteche aperte d’estate e i musei chiusi d’inverno spero che abbiano insegnato qualcosa a tutti. Rosai, che ha superato indenne due bufere, rappresentate da altrettante guerre mondiali, aspetta i visitatori con la sua pittura e i suoi disegni che sono, e restano, specchio di torride inquietudini esistenziali destinate a ripetersi nel tempo e a qualunque latitudine, sebbene – come sosteneva a ragione Montale – la vita, purtroppo, sia, al solito, maestra di niente che ci riguardi” commenta Giovanni Faccenda, curatore della mostra.
La mostra “Ottone Rosai organizzata dal Comune di Montevarchi, riunisce, nella storica sede di Palazzo del Podestà, cinquanta opere di Rosai, per metà disegni e altrettanti oli. Tutti riferiti ad un momento preciso dell’artista: gli anni tra il 1919 e il 1932, il ventennio tra le due Grandi Guerre. Ottone Rosai (Firenze 1895 – Ivrea 1957), uomo dalle travolgenti passioni, fu artista che scelse di leggere le novità del suo tempo alla luce della grande arte del Tre-Quattrocento toscano.
Le opere provengono tutte da collezioni private, e il pubblico potrà ammirare tele notissime ma anche – e questa è una delle peculiarità di questa mostra – opere del tutto inedite, emerse dalle ricerche che il prof. Faccenda ha condotto nelle collezioni private e nelle case di chi, in Toscana ma non solo, ebbe rapporti con Rosai o con i suoi galleristi ed eredi.
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