Due libri per commemorare questa importante giornata. In ricordo del massacro di Sharpeville dove, nel 1960, 69 persone che manifestavano pacificamente contro le leggi razziste furono uccise dalla polizia sudafricana. “IL RAZZISMO SPIEGATO AI GIOVANI ” di Hafez Haidar, candidato al Premio Nobel per la Pace 2021.
«L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza».
Liliana Segre
La convinzione di pochi o molti, a seconda dei casi e dei periodi storici, è che l’umanità sia divisa in “razze” differenti, immutabili e naturali, verso cui rivolgere la paura dell’altro, dello straniero, dell’indesiderato. Il razzismo contemporaneo, pur avendo in parte abbandonato dopo la Shoah la centralità biologica di una gerarchia delle razze (“superiori” e “inferiori”), mette in pratica il pregiudizio razziale sia in senso ideologico sia attraverso l’intolleranza politica, sociale e culturale.
Anna Frank e Rose Parks, Gandhi e Martin Luther King, Malala e Liliana Segre sono solo alcune delle voci che, attraverso le loro storie, ci raccontano di discriminazioni legate non solo al colore della pelle, ma anche alle confessioni religiose o agli orientamenti sessuali.
Hafez Haidar (Baalbeck, 1953) è un docente, scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano. Accademico emerito, presidente di diversi comitati per i diritti umani, Cavaliere della Repubblica Italiana e direttore generale internazionale della Camerata dei Poeti di Firenze, è tra i principali curatori e traduttori in italiano dell’opera di Khalil Gibran. Nel 2017 è stato candidato al Premio Nobel per la Pace. Per Diarkos ha pubblicato Maometto e i fiori del Corano.
“LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI”
a cura di Paolo Brogi
Scrivo questo testo alla vigilia del settantunesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, quello straordinario documento adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, col quale la comunità internazionale s’impegnava a non ripetere e a prevenire gli orrori della Seconda guerra Mondiale.
Oggi sappiamo bene che quell’impegno è stato ripetutamente tradito e che, per la maggioranza degli abitanti del pianeta, i trenta articoli della Dichiarazione rimangono una chimera…
…E’ tempo dunque di un nuovo rinascimento per onorare gli impegni assunti nel 1948; è tempo che i governi dicano se vogliono costruire il rispetto dei diritti umani, l’uguaglianza, la giustizia, la dignità oppure continuare a demolire tutto questo; è tempo che si affermi l’universalità; è tempo che si affermi l’universalità dei diritti perché se i diritti dei diritti perché se i diritti non sono uguali per tutti allora diventano sono uguali per tutti allora diventano privilegi, e un mondo che pretendesse di basarsi sui privilegi rischierebbe di non andare da nessuna parte.
Dal contributo di Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia
Il 10 dicembre 1948 le Nazioni Unite decisero di firmare un codice etico che definisse i diritti imprescindibili di ogni essere umano. A distanza di oltre sessant’anni dalla sua promulgazione, il giornalista Paolo Brogi ci spiega l’affascinante attualità dei contenuti e di come il rispetto dei diritti umani non sia ancora un valore scontato.
Il libro contiene un contributo di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia:
https://www.qcodemag.it/qcodestories/universale-diritti-umano/
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