Cura. Rinascita. Partecipazione. Bergamo e Brescia si stanno preparando a ricevere il riconoscimento di Capitali della cultura per il 2023. Un riconoscimento ricevuto direttamente dal Parlamento per le sofferenze e le perdite subite durante la pandemia.
“Brescia e Bergamo sono sempre state molto competitive. Decidere di essere complementari è una sfida culturale di grande valore”, spiega alla ‘Dire’ l’assessora alla Cultura di Brescia, Laura Castelletti. Le due città dovranno programmare insieme le iniziative e gestire i fondi. “Abbiamo formalizzato una convenzione che regolamenta i rapporti- continua Castelletti- e vede nella cabina di regina formata dai due sindaci, i due assessori alla Cultura, i tecnici e il laboratorio ‘Ask’ della Bocconi il luogo dove gestire dal punto di vista organizzativo tutti i passaggi”.
Entro fine gennaio andrà presentato al governo un dossier, in cui verrà indicato come coinvolgere le realtà del territorio: associazioni, musei, biblioteche. “Il dossier deve contenere le linee guida del titolo, l’impronta della programmazione del 2023 e spiegare le aree tematiche che abbiamo individuato”, aggiunge, sempre parlando alla ‘Dire’, l’assessora alla Cultura di Bergamo, Nadia Ghisalberti. Il filo conduttore delle iniziative è la “Città illuminata”: ridare vita, attraverso la partecipazione, ai quartieri e ai paesaggi del territorio.
Sono state individuate quattro aree tematiche a cui le diverse iniziative dovranno fare riferimento (Cura, Natura, Patrimonio nascosto e Innovazione). Le prime proposte sono già state depositate sul tavolo delle amministrazioni.
“Sono arrivati circa 404 progetti che gli assessorati alla Cultura e il laboratorio ‘Ask’ stanno iniziando a guardare e catalogare; poi la Cabina di regia dovrà decidere come aggregarli o svilupparli”, sottolinea Castelletti. Più del 70% dei progetti presentati hanno la doppia firma Bergamo-Brescia. “Per due città competitive come le nostre- aggiunge- diventa una sfida già raccolta e vinta”.
L’obiettivo è connettere il territorio, non solo idealmente. “Ci saranno percorsi fisici che ci legheranno, come la ciclovia dell’arte che attraverserà i luoghi della cultura e il cammino che unirà le due città”, osserva l’assessora bresciana. La speranza è che questa interrelazione duri anche in futuro e continui ad attrarre sempre più visitatori.
“Cercheremo di creare un turismo più lento che si fermi nelle città, che riesca a entrare in sintonia con questi luoghi, con le loro abitudini, le loro qualità della vita”, ipotizza fiduciosa Ghisalberti. Come ribadisce l’assessora di Bergamo, “il titolo deve servire ai cittadini per ritrovare fiducia nel futuro”. Un futuro incerto, sconvolto dalla pandemia e dalla paura.
Il mondo dell’arte e dello spettacolo sono stati colpiti duramente dall’emergenza sanitaria. Ghisalberti e Castelletti sono convinte che le misure di capienza nelle sale cinematografiche e nei teatri potrebbero essere riviste. Il momento, grazie anche alle vaccinazioni e al Green Pass, è arrivato.
Come capitali della cultura Bergamo e Brescia tenteranno di parlare a tutte le generazioni. Le iniziative saranno aperte a tutte le età. Si guarderà in particolare ai più giovani, che con la didattica a distanza hanno sofferto moltissimo.
I progetti saranno finanziati da risorse pubbliche e private. “Per adesso Banca Intesa ha investito 5 milioni di euro e il governo ha destinato un milione da dividere tra le due città”, spiega Ghisalberti. I Comuni di Brescia e di Bergamo sperano di poter raccogliere dal ministero della Cultura anche altri fondi. Le iniziative da sostenere sono tante.
fonte «Agenzia DIRE» comunicazione@agenziadire.com