Tra la metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento il territorio ticinese è stato gradualmente scoperto e descritto da molti naturalisti e uomini di scienza, da geografi, fotografi, pittori, storici dell’arte: essi hanno percorso e analizzato, sia con gli strumenti scientifici, sia attraverso gli strumenti tecnici propri della loro epoca e del loro mestiere (il disegno, il rilievo morfologico, l’incisione, la fotografia, la pittura ad olio…) il paese in cui vivevano e operavano.
È un territorio interamente costruito, nella sua fisicità, da un’onnipresente e aspra natura alpina e soprattutto dagli uomini che nel corso dei secoli l’hanno utilizzata, vissuta e talvolta trasformata: è un’opera aperta, sempre plasmabile, che racchiude in sé, in un grande palinsesto, elementi naturali che talvolta assurgono a simbolo cui gli abitanti hanno costantemente attribuito una funzione e un significato differente nel corso del tempo, manufatti ed edifici utilitari o rappresentativi che ne hanno profondamente modellato l’aspetto.
Questa esposizione vuole illustrare le intuizioni e le tecniche utilizzate da coloro che, a partire da metà Ottocento, guardarono e interpretarono con occhi nuovi e nuovi strumenti di indagine il loro territorio. Nacquero così le prime elaborazioni cartografiche, le carte topografiche Dufour e Siegfried, allestite secondo aggiornati criteri geodetici e trigonometrici, misurati e stabiliti con precisione (e grandi fatiche) sul terreno.
Qualche tempo dopo fu elaborata una prima catalogazione dei monumenti più significativi esistenti sul territorio ticinese, sotto l’impulso del padre della storiografia artistica elvetica Johann Rudolf Rahn (1841-1912). In mostra si espone una serie di disegni del suo allievo e aiutante Hermann Fietz (1869-1931), che illustrò e rilevò con oggettività e precisione non solamente i monumenti maggiori, ma anche il contesto e il paesaggio che li conteneva. Con uguale acribia operarono anche i primi naturalisti – tra tutti non si può non ricordare Luigi Lavizzari (1814-1875) uomo di scienza ma anche politico – che descrissero con precisione le componenti del paesaggio naturale raccogliendo e catalogando i più differenti materiali. La prima parte dell’esposizione vuole quindi dar conto di questa grande operazione analitica, che da subito fu accompagnata non solamente dal disegno e dalla cartografia ma anche dalla fotografia.
La seconda parte si concentra invece sulla presentazione di alcuni aspetti particolarmente significativi del territorio ticinese (il bosco e la selva castanile; il vigneto; il territorio alpino e glaciale; l’ambiente lascustre) grazie alle opere di artisti (quelli noti come Luigi Rossi, Edoardo Berta, Filippo Franzoni, Ugo Zaccheo ma anche di quelli meno noti come Remo Patocchi, Regina Conti, Emilio Maccagni…) che interpretarono e diedero un nuovo significato a questi paesaggi.
Questi dipinti sono messi a confronto, ove possibile, con i materiali elaborati da naturalisti, geografi e fotografi per restituire un sguardo di insieme su come veniva percepito e rappresentato il paesaggio, secondo un nuovo modo di sentire e un fortissimo interesse.
Chiude l’esposizione uno sguardo, inevitabile e peraltro dovuto, sul futuro. Oggi il paesaggio è letto attraverso l’informatica, le nuove tecnologie (il rilevamento fotogrammetrico; il Laser scanner e i droni) e la geomatica. Questi strumenti ci permettono di avere una percezione e quindi un’interpretazione nuova e inedita del paesaggio, che non sarà certamente l’ultima.
Il nostro territorio, con i suoi contenuti naturali e antropici, sarà sempre per chi vi abita fonte inesauribile di nuove storie, magie e meraviglie: un paesaggio incantato, per l’appunto. Una postazione presenta inedite e suggestive riprese con i droni e la loro rielaborazione attraverso un modello in 3D.
INFORMAZIONI
Mostra a cura di
Paolo Crivelli
Giulio Foletti
Filippo Rampazzi
Coordinamento
Mariangela Agliati Ruggia
Alessandra Brambilla
Dal 13 novembre 2021
al 25 aprile 2022
da martedì a venerdì:
9-12 / 14-18
sabato, domenica e festivi:
10-12 / 14-18
chiuso il lunedì; 24, 25 e 31/12
aperto 1/11; 8 e 26/12; 1 e 6/1
intero: CHF / € 10.-
ridotto (pensionati, studenti,
gruppi): CHF / € 8.-
Pinacoteca cantonale
Giovanni Züst
CH-6862 Rancate (Mendrisio)
Cantone Ticino, Svizzera
tel. +41 (0)91 816 47 91
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
www.ti.ch/zuest
Servizi
Visite guidate su prenotazione
anche fuori orario;
bookshop; audioguide; parcheggi
nelle vicinanze.
Si accettano euro; non si
accettano carte di credito.
Cataloghi
Edizioni Pinacoteca cantonale
Giovanni Züst, Rancate
Ufficio stampa
per la Svizzera:
Pinacoteca Züst
Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
Tel. +41 (0)91 816.47.91
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
www.ti.ch/zuest
per l’Italia:
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Padova, Italia
Tel. +39 049.663.499 (Simone Raddi)
simone@studioesseci.net
www.studioesseci.net
COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST
Rancate (Mendrisio) si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. La Pinacoteca si trova di fronte alla chiesa parrocchiale. Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi a piedi, in 10 minuti, o con l’autobus (linea 524, Mendrisio-Serpiano).