Un weekend per riconnettersi alla storia e alla cultura dell’Italia, che permetterà ai visitatori di sentirsi parte dei territori in cui vivono e di cui spesso non conoscono appieno la bellezza e il valore.
Sabato 26 e domenica 27 marzo tornano le giornate Fai di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, presentato quest’oggi a Milano, nel proscenio del palazzo Edison (che sarà aperto al pubblico in questa edizione insieme alle Centrali Idroelettriche “Carlo Esterle” e “Angelo Bertini”).
A proposito della collabrazione tra il colosso dell’energia e Fai, come spiega la responsabile relazioni esterne e comunicazione Cristina Parenti, “oltre alle due giornate la collaborazione ci vede accompagnare il Fai e tutti i suoi beni in un percorso progressivo di transizione ecologica, quindi un processo di decarbonizzazione attraverso i sistemi di illuminazione, di raffreddamento e di riscaldamento di questi beni affinché delle icone di cultura e di bellezza diventino anche ambasciatori di sostenibilità energetica”.
Oltre 128 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in 57 città saranno visitabili a contributo libero, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, grazie ai volontari delle Delegazioni, Gruppi Fai e Gruppi Fai Giovani attivi in Lombardia. Tra questi va sicuramente ricordato il palazzo Inps di piazza Missori a Milano, recentemente rinnovato e vero fiore all’occhiello di questo appuntamento: realizzato tra 1928 e 1931 su progetto di Marcello Piacentini, è un esempio significativo di architettura razionalista nonché luogo iconico della città.
Mai aperto al pubblico se non in occasione di visite scolastiche, le Giornate Fai permetteranno di scoprirne i molteplici tratti, dalla facciata austera scandita da colonne ioniche e ornata da bassorilievi, fino alle ali laterali di matrice stilistica romana. Un vero e proprio gioiello storico, come ricorda il direttore lombardo Inps, Giovanni Di Monde: “Inps è un ente che racchiude la storia del paese”, afferma. Infatti, “la sala Italia a palazzo Piacentini ha un’illustrazione recante l’Italia del nord e l’Italia del centro e l’Italia del sud” proprio a dimostrazione che l’istituto è “una memoria storica italiana”. Infatti, “molti dei palazzi Inps sorgono nei centri storici cittadino, dunque riescono a denotare le varie evoluzioni del paese anche dal punto di vista architettonico”.
L’appuntamento Fai quest’anno compie non una, ma trenta primavere: dal 1993 a oggi, 14.090 luoghi di storia, arte e natura aperti in tutta Italia, visitati da oltre 11.600.000 di cittadini, grazie a 145.500 volontari e 330.000 studenti ‘apprendisti Ciceroni’. Un traguardo esaltante, che tuttavia non potrà essere solo una festa. Nel pieno di una guerra che segna tragicamente la storia europea, non è il momento di festeggiare, é di invitare gli italiani a distrarsi nel puro godimento delle meraviglie del nostro Paese, ma piuttosto a concentrarsi sul significato e sul ruolo del patrimonio culturale che riflette la nostra identità, testimonia la nostra storia e rinsalda i valori del vivere civile.
Questo senza mai dimenticare il ruolo della bellezza, una parola e un concetto che domina negli eventi Fai e mai come oggi necessario come rifugio per le nostre ansie: “Spero nel successo dell’iniziativa e quindi in un buon afflusso di persone incuriosite dall’apertura di un palazzo così importante come quello di piazza Missori”, racconta il coordinatore metropolitano Inps Michele Salomone, secondo il quale “questa operazione va nella direzione dell’apertura delle singole amministrazioni verso i cittadini, infrangendo un diaframma virtuale che si frappone sempre tra amministrazione e utenti”.
Sulla bellezza, Salomone scomoda Fedor Dostoevskij: “Lui diceva che la bellezza salverà il mondo, ora io non so se questa profezia si realizzerà. Però- puntualizza- certamente le giornate del Fai auspicano questo più o meno consapevolmente, e io spero che si possa dare un piccolo contributo per riportarla all’evidenza” come contraltare “alla violenza”.
Il Fai, come istituzione della Repubblica, ha scelto così di esprimere in maniera esplicita la vicinanza e la solidarietà con il popolo ucraino esponendo i colori della sua bandiera in tutta la comunicazione e nei Beni, ma la Fondazione vuole dare un contributo concreto e perciò si impegna oggi formalmente a finanziare il recupero di un’opera d’arte del patrimonio culturale ucraino che sarà individuato non appena cesserà la guerra e sarà avviata la ricostruzione del Paese.
Per il resto, coloro che sceglieranno di prendere parte alle Giornate Fai potranno offrire un contributo per sostenere la Fondazione. Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro e la donazione online su www.giornatefai.it consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita. Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il Fai con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione annuale, sottoscrivibile online o in piazza in occasione dell’evento.
Verranno aperti ville e palazzi storici, aree archeologiche, chiese di grande valore architettonico o storico-artistico, esempi di archeologia industriale, castelli, biblioteche, collezioni d’arte e musei. Non mancheranno itinerari nei borghi alla scoperta di angoli meno noti del paesaggio italiano, dove si conservano tesori nascosti e si tramandano antiche tradizioni, e visite didattiche in parchi urbani, orti botanici, giardini storici e cortili, che nascono dall’impegno messo in campo dalla Fondazione per la diffusione di una più ampia “cultura della natura”.
Le visite si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19 vigenti, l’accesso è consentito alle sole persone in possesso di Green Pass Rafforzato ed è obbligatorio l’utilizzo di mascherine FFP2. Il Green Pass non è obbligatorio per i bambini al di sotto dei 12 anni e per i soggetti esenti in base a idonea certificazione medica. L’evento si svolge con il Patrocinio del Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della Cultura, di Regione Lombardia, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane.