Passione, tradizione e sostenibilità: sono i valori che Tenuta Sette Ponti, cantina aretina della famiglia Moretti Cuseri, trasmette nei suoi vini, contraddistinti da un’impronta comune: l’eleganza. Una realtà d’eccellenza nel panorama enologico toscano, e non solo, che vede le sue radici in un momento storico: l’acquisizione negli anni ‘50 da parte dell’Architetto Alberto Moretti Cuseri dei primi 55 ettari di terreni di proprietà delle principesse Margherita e Maria Cristina di Savoia d’Aosta, figlie del Principe Amedeo di Savoia Duca d’Aosta.
Negli anni ’90 la decisione del figlio Antonio Moretti Cuseri di realizzare il primo vino in bottiglia, segnando l’inizio di un progetto enoico che in breve tempo, grazie a dedizione, cultura e rispetto degli antichi saperi, ha raggiunto un’altissima qualità.
All’interno dei 55 ettari di proprietà della Famiglia Reale di Savoia sorgeva “Vigna dell’Impero”, un clone antico di Sangiovese che si è rivelato essere unico nel suo genere e che ha dato lo stimolo ad Antonio Moretti Cuseri, mosso da una passione per il vino coltivata fin da giovane, di piantare nuovi vigneti e, nel 1997, iniziare un progetto per la produzione di vino in bottiglia, ora condiviso insieme ai figli Alberto e Amedeo. Oggi, nei 60 ettari vitati di Tenuta Sette Ponti si coltivano le varietà della tradizione come Sangiovese e Trebbiano, oltre a piccole quantità di Canaiolo, Colorino, Malvasia, e gli internazionali Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot. Con la prima annata, nel 1998, nasce Crognolo, vino che rappresenta fortemente la visione del suo ideatore, ottenuto dalla storica varietà di Sangiovese proveniente da cloni di Vigna dell’Impero: per la prima volta si parla di Tenuta Sette Ponti, un nome evocativo che ricorda i sette ponti sul fiume Arno che uniscono le città di Firenze e Arezzo, uno dei quali, il Buriano, si può notare nella celebre Gioconda di Leonardo Da Vinci.
La particolare vocazione del terroir alla produzione di grandi vini – già nel 1716 il Granduca Cosimo III de’ Medici promulgò un editto in cui lo riconosce tra le più importanti zone vinicole della Toscana – la passione per la viticoltura e il profondo rispetto per la sostenibilità, sono stati valori che hanno contribuito subito alla produzione di vini di grande carattere ed eleganza. Collocazione, orientamento geografico nonché venti e brezze che attraversano Tenuta Sette Ponti, uniti ad attente cure agronomiche tra i filari con l’ausilio di esperti agricoltori e agronomi, portano alla produzione di uvaggi di altissima qualità, indispensabili per realizzare grandi vini.
Sono proprio la massima attenzione alla terra e agli impianti, il rispetto della natura e dei suoi ritmi, nonché l’amore per la vigna a costituire la base per vini riconosciuti a livello internazionale e apprezzati dalla critica nazionale e straniera. Etichette come Oreno, che con la vendemmia 2019 ha celebrato le sue prime 20 annate, vino di punta di Tenuta Sette Ponti, di taglio bordolese composto da una selezione delle migliori uve di Merlot, Cabernet Sauvignon e piccola aggiunta di Petit Verdot; nonché Vigna dell’Impero 1935, un Sangiovese in purezza proveniente dall’omonimo vigneto piantato da Amedeo di Savoia Duca d’Aosta nel 1935, prestigioso ed elegante trasmette il lato più storico della cantina e prodotto in edizione limitata solo nelle annate migliori.
Dalla vigna all’imbottigliamento, Tenuta Sette Ponti sostiene un regime biologico, salvaguardando l’ambiente, la salute e l’identità del territorio, con l’obiettivo di ottenere una qualità superiore delle uve e preservarne le caratteristiche organolettiche. Una filosofia che Antonio Moretti Cuseri difende dall’inizio del suo progetto vinicolo e che ha trasmesso ai figli Amedeo e Alberto, oltre ad aver portato nel mondo del vino della cantina aretina lo stile, l’attenzione ai dettagli e la creatività dalla sua precedente esperienza nel mondo della moda e dell’immobiliare. Una realtà in cui il vino è anche simbolo di convivialità e unione, spesso protagonista di eventi e incontri che lanciano un messaggio positivo a sostegno di progetti di beneficienza o culturali.
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