Sabato 26 novembre, con inizio alle 17, all’Auditorium dell’Orto botanico di Padova, sarà Alberto Biasi il protagonista del secondo degli “Eventi” collaterali alla mostra “L’occhio in gioco”, allestita sino al 26 febbraio 2023, per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dell’Università di Padova, in Palazzo del Monte di Pietà a Padova.
L’evento di sabato 26 novembre vedrà Alberto Biasi dialogare sul suo lavoro con i curatori della Mostra. Ad intervenire, accanto all’artista, saranno quindi Guido Bartorelli, Andrea Bobbio Giovanni Galfano e Massimo Grassi dell’Università di Padova.
Per partecipare è richiesta la prenotazione online al sito: www.fondazionecariparo.it/eventi. L’ingresso è gratuito.
Alberto Biasi (Padova, 1937), è uno dei protagonisti dell’arte italiana del dopoguerra, nonché tra i fondatori dello storico Gruppo N. Nel 1959 partecipa a varie manifestazioni artistiche giovanili e con alcuni coetanei studenti di Architettura forma il Gruppo Enne-A. Nel 1960 espone assieme a Enrico Castellani, Piero Manzoni, Agostino Bonalumi e altri artisti europei alla Galleria Azimut di Milano. Sempre nel 1960, in un periodo all’insegna dell’innovazione e della sperimentazione, in stretta collaborazione con Manfredo Massironi forma il Gruppo N. Mentre l’anno seguente aderisce al movimento “Nuove tendenze” e nel 1962, come Gruppo N, espone con Bruno Munari, Enzo Mari e il milanese Gruppo T nella prima mostra dell’Arte Programmata al Negozio Olivetti di Milano.
In questo periodo (soprattutto tra il ’59 e il ’60) realizza le Trame, oggetti reticolari e permeabili, dove la modularità ha risvolti ottico-cinetici nel rapporto tra luce e movimento dello sguardo. Alla serie delle Trame accosta ben presto quella dei Rilievi ottico-dinamici, sovrapposizioni di strutture lamellari dalle cromie contrastanti che attivano particolari effetti visivi. Anche le Torsioni, eseguite con lamelle in genere bicolori che generano il dinamismo ottico attraverso i differenti punti di vista dell’osservatore, e gli Ambienti come i Light prisms (progettati nel ’62 e trasferiti in dimensioni ambientali nel ’69), sono prodotti a partire dagli anni Sessanta.
Terminata l’esperienza del Gruppo N, Biasi continua la sua indagine sull’interazione tra spettatore e opera d’arte. Negli anni Settanta elabora i Politipi – un ciclo a cui si dedica fino agli anni ’90, quando compaiono anche piccoli inserimenti di colore -, caratterizzati dalla sovrapposizione di più piani e dall’intreccio multiplo di listelli, alludendo così alla terza dimensione. Alla fine degli anni Novanta realizza gli Assemblaggi, combinazioni di superfici differenti talvolta monocrome, composte anche in dittici o trittici, dove è evidente una maggiore tensione tridimensionale, che prenderà corpo nell’ultimo decennio con alcune sculture in acciaio come i totem o le lastre a sviluppo verticale.
Nell’arco della sua sessantennale carriera, Alberto Biasi è stato protagonista di importanti rassegne internazionali e le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e museali in Italia e all’estero tra cui il MoMA di New York, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e l’Hermitage di San Pietroburgo
“L’occhio in gioco” propone alcune sue opere riferite agli anni Sessanta.
Prossimo appuntamento: mercoledì 30 novembre, sempre con inizio alle 17, all’Auditorium dell’Orto Botanico con “Immaginare sotto dettatura. Il piacere di farsi ingannare e il bisogno di utopie portatili”, incontro fra Tiziano Scarpa e i curatori della mostra.
Per partecipare è richiesta la prenotazione online al sito
www.fondazionecariparo.it/eventi
Per maggiori informazioni visitate la pagina Eventi del sito
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