La 40^ edizione del Premio Letterario Gambrinus Mazzotti* si chiude con un appuntamento che celebra una grande amicizia, fondata sulla schiettezza e sulla condivisione della passione per la montagna, per l’arte, per la scrittura: sabato 10 dicembre alle 17.00 al Parco Gambrinus di San Polo di Piave, Treviso, è in programma l’incontro “Tra Buzzati e Mazzotti”, promosso da Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti, Circolo Cultura e Stampa Bellunese, Associazione Internazionale Dino Buzzati, Fondazione Teatri delle Dolomiti, Fondazione Giovanni Angelini – Centro Studi sulla Montagna e Nuovi Sentieri Editore.
L’appuntamento, che rientra nel progetto “Dino Buzzati, dalle ardite guglie dolomitiche alle dolci Prealpi” coordinato dal Circolo Cultura e Stampa Bellunese e sostenuto dalla Camera di Commercio di Treviso e Belluno | Dolomiti, con il patrocinio della Regione del Veneto e dalla Provincia di Belluno, celebra il 50° anniversario della morte di Buzzati ricordando l’intensa e sincera amicizia che lo legò a Giuseppe Mazzotti, direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo trevigiano. Il giornalista, scrittore e pittore bellunese scriveva dell’amico trevigiano nel 1958: “Basterebbe che in Italia ci fossero cento uomini come Mazzotti, e il nostro patrimonio artistico e le nostre bellezze naturali non avrebbero più niente a temere” (Misteri d’Italia, Mondadori), a testimonianza della grande stima che nutriva per Mazzotti e della condivisione che dimostrava per le sue battaglie in difesa delle bellezze della Marca Trevigiana.
Non allineato, allergico ai salotti e alle ideologie, Buzzati si definiva “uno che tiene duro e rimane collet monté anche quando viene la tragedia e la rovina di tutto quanto… A me piace moltissimo. In questo sono molto conservatore. In questo sono militarista”. Era attratto dalle persone concrete, che tenevano alla propria libertà, allergiche ai compromessi: a questi requisiti rispondeva perfettamente Mazzotti, sempre fedele ai propri ideali, ai propri obiettivi, al proprio stile.
Nelle righe che Buzzati dedica a Mazzotti nei Misteri d’Italia se ne trova piena conferma: “Che un uomo abbia potuto opporsi alla travolgente marea di volgarità per salvare le cose belle, oneste e pulite della sua terra e vincere più d’una battaglia […] è pressoché incredibile in un mondo teso alla speculazione e indifferente se non rabbiosamente nemico dei valori spirituali. Incredibile e consolante”.
Per raccontare le battaglie di Mazzotti (ma non solo) Buzzati ricorre all’epica del tutto personale che lo caratterizza, un raro esempio di fusione tra cronaca e narrativa che riesce ad incuriosire il lettore mantenendo alta la sua attenzione fino alla fine. L’amicizia tra i due intellettuali sarà approfondita da Ester Cason Angelini della Fondazione Giovanni Angelini – Centro Studi sulla Montagna.
Buzzati non fu però solo giornalista e scrittore, ma anche per oltre cinquant’anni un apprezzato disegnatore e pittore. Se ne parlerà con Marco Perale, presidente dell’Associazione Internazionale Dino Buzzati, partendo dal testo pronunciato da Mazzotti per la vernice della mostra bellunese di Buzzati del 1967.
Accanto alla passione per la pittura vi è quella, grandissima, per la montagna. Buzzati era nato all’ombra delle Dolomiti e mantenne sempre un forte amore per le vette, vivendo la dimensione delle altezze in un modo molto personale, esistenziale, tanto da farne un elemento fondamentale della sua arte. Mazzotti aveva un approccio di rispetto quasi spirituale verso l’ambiente montano, che era per lui bellezza, contemplazione, ispirazione, elevazione. Per entrambi si trattava di un universo fragile da difendere e tutelare, come scriveva il giornalista bellunese nell’articolo intitolato “Salvare dalle macchine le Tre Cime di Lavaredo” pubblicato nel 1952 da Il Corriere della Sera: “Ricordiamoci che la natura sta diventando una autentica ricchezza. Di tale ricchezza le Dolomiti sono una miniera prodigiosa che il mondo sempre più ci invidierà. Ma se la si sfrutta ciecamente, per la smania di pomparne i soldi, un bel giorno non ne resterà una briciola. Sono montagne delicate, basta poco a deturparle, un giorno pagheremo il conto. Un giorno, quando le Dolomiti saranno tutte un autodromo, la loro poesia andrà a farsi benedire”. Mazzotti, dal canto suo, già nel 1931 in “La montagna presa in giro” denunciava la mercificazione della montagna e l’assalto di turisti impreparati e poco attenti. Questo approccio ai monti sarà approfondito da Bepi Pellegrinon, storico dell’alpinismo dolomitico e scrittore che ha dato vita alla casa editrice Nuovi Sentieri, specializzata in letteratura di montagna.
Ingresso libero.
Info: premiomazzotti.it
*Il riconoscimento è promosso dall’Associazione “Premio Letterario Giuseppe Mazzotti” e ne sono main partner Intesa Sanpaolo e Zignago Vetro Spa, è patrocinato e sostenuto da Regione del Veneto, Comune di San Polo di Piave, Camera di Commercio Treviso e Belluno | Dolomiti, Touring Club Italiano, Club Alpino Italiano, Parco Gambrinus, Confartigianato del Veneto, Fondazione “Americo e Vittoria Giol”, Assindustria Veneto Centro, Montura, Italian Creation Group (Valcucine – Driade Spa – FontanaArte Spa), Latteria Soligo, Greenova Italia Srl, Krono System Srl, Coldiretti, Confraternita del Raboso, Eclisse Srl, Consorzio Vini Venezia, STM Innovation Srl.
Per informazioni: Segreteria del Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”, tel. 0422 855609, e-mail info@premiomazzotti.it; www.premiomazzotti.it
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