Tra gli addetti ai lavori e gli esperti di eventi espostivi, “L’occhio in gioco”, l’importante mostra internazionale promossa dalla Fondazione Casa di Risparmio di Padova e Rovigo e dall’Università di Padova (a Padova, in Palazzo del Monte, sino al 26 febbraio), è un caso di studio. Per la tipologia e l’età dei visitatori.
L’indagine effettuata da Fondazione Cariparo ha confermato un dato che risulta del resto evidente a chiunque osservi la coda che si forma regolarmente nelle giornate di fine settimana per poter accedere alla mostra. Coda composta, per la gran parte, da famiglie con bambini e da giovani e giovanissimi.
In effetti, circa i due terzi degli 50 mila visitatori che sino all’ultimo week end sono entrati in mostra, è risultata essere costituita da under 50, meglio ancora da under 40/45. Ovvero da un pubblico ampiamente diverso da quello delle precedenti mostre proposte dalla medesima sede, mostre pur di gradissimo successo come quelle dedicate a Pietro Bembo e a Galileo. È una mostra che sa attrarre quindi un pubblico nuovo, persone giovani che vogliono farsi coinvolgere e imparare divertendosi. Attratte da un passaparola amplificato dai social. Ed è una mostra fortemente didattica, che sta conquistando le scolaresche, dalle elementari alle superiori. Non è un caso che in coda ci siano ben 411 classi prenotate, molte provenienti da altre province venete.
Le opere esposte sono di straordinario rilievo: dai preziosi codici medievali al Gruppo N, passando per Balla, Boccioni, Kandinskij, Kapoor, Klee, Seurat, Vasarely, ..
Un percorso che si snoda nell’intero Palazzo, lungo ben 450 opere, che coinvolge il visitatore emotivamente ma anche fisicamente, ad esempio nell’aprire delle cassettiere per confrontarne i contenuti. Chi visita questa mostra si sente protagonista (come confermano i molti selfies) perché interagisce, attraverso i suoi movimenti, con diverse opere.
Ad essere proposto qui è un nuovo modello espositivo, che abbraccia e unisce due dimensioni: lo sguardo generale, che accompagna il visitatore a comprendere l’indagine e lo sviluppo delle arti sul tema del movimento, e uno, più specifico, che indaga i rapporti tra la psicologia della percezione e la creatività. La sezione dedicata alla percezione, al movimento, al colore, all’optical come caleidoscopio è curata da Luca Massimo Barbero, mentre quella denominata “La scuola patavina di psicologia della percezione, il Gruppo N e l’arte programmata” è affidata, a Guido Bartorelli, Andrea Bobbio, Giovanni Galfano, e Massimo Grassi, dell’Università di Padova.
Una mostra molto “dotta” e pensata (il catalogo edito da Silvana è in 2 ponderosi volumi, arricchiti da saggi di approfondimento davvero fondamentali), e tuttavia percepita come “divertente” e leggera. Dove l’opera d’arte non è da riverire ma da godere. Con l’animo del bambino, ed infatti i laboratori per i più piccoli sono presi d’assalto.
sito internet: www.palazzodelmontepadova.com
Uffici stampa
Ufficio Stampa della Mostra:
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Rif. Roberta Barbaro; roberta@studioesseci.net
Foto della mostra disponibili su: www.studioesseci.net
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