Ballon Gate. Marcello Spagnulo: «L’alta atmosfera è la nuova area di scontro fra le grandi potenze». Per il manager del settore “spazio”, autore per Rubbettino di “Capitalismo stellare” è urgente una forma di regolamentazione dell’uso delle quote basse dello spazio.
Questo testo è liberamente riproducibile citando come fonte l’Ufficio Stampa Rubbettino e il libro di Marcello Spagnulo “Capitalismo stellare” (Rubbettino 2023)
Al contrario dei balloon spia, sono destinate a non sgonfiarsi le notizie e le preoccupazioni delle diplomazie di tutto il mondo rispetto a questa inaspettata nuova minaccia che viene dal cielo. Abbiamo chiesto un parere a Marcello Spagnulo, ingegnere aerospaziale con compiti manageriali per varie agenzie spaziali, e autore per Rubbettino del recentissimo “Capitalismo Stellare. Come la nuova corsa allo spazio cambia la terra.
«Molti paesi, anche europei – ha spiegato Spagnulo – sono da anni fortemente interessati a operare alle altitudini elevate, tra i 20 e i 100 km di altezza, che sono considerate ancora delle altezze atmosferiche e non spaziali. Lo Spazio eso-atmosferico vero e proprio è considerato al di sopra della cosiddetta “Linea di Karman” – sui 100 Km di altezza appunto – dove la densità atmosferica è così bassa da non poter sostenere aerodinamicamente la portanza aeronautica di un aeroplano che utilizza ali ed eliche.
A lungo trascurata dai militari che hanno privilegiato le orbite terrestri per posizionare i loro satelliti spia, questa fascia di altezze diventa di nuovo e in maniera dirompente uno spazio strategico dove tutto deve essere “costruito” da zero: questioni dottrinali, questioni operative e questioni di capacità.
Pechino, che accusa Washington di aver reagito con la forza in modo eccessivo, era in ogni caso pienamente in suo diritto far volare questo pallone sopra gli Stati Uniti. Di ciò l’opinione pubblica non si rende conto. In realtà, il pallone stava volando oltre la sovranità territoriale degli Stati Uniti.
E a voler essere pignoli, si potrebbe dire che allo stesso modo l’aeronautica americana non chiede il permesso a nessun paese – europeo e non – di far volare i suoi aerei spia U2 a 70.000 piedi sopra i diversi territori quando decollano dalla Gran Bretagna per andare in Medio Oriente. Quindi l’altitudine molto elevata, ai confini dello Spazio eso-atmosferico, dovrebbe essere regolamentata come lo spazio aereo?
Questa è la domanda chiaramente posta da questo incidente tra Cina e Stati Uniti al di là della posizione naturalmente ipocrita delle due superpotenze. La questione non è per nulla irrilevante, anzi tutt’altro, perché come evidenziato nel libro “Capitalismo Stellare, come la nuova corsa allo Spazio cambia la Terra”, il tema della mancanza di giurisdizione delle orbite terrestri sta diventando dirimente da un punto di vista strategico e commerciale. Si pensi all’occupazione delle orbite basse da parte delle decine di migliaia di satelliti Starlink della SpaceX che creano una situazione di monopolio di fatto.
Lo stesso tema si pone per le altezze a cui viaggiano i palloni come quello cinese abbattuto dagli americani.
La realtà è che l’aerospazio, cioè quegli spazi fisici che circondano il nostro pianeta e che in maniera del tutto arbitraria abbiamo schematizzato come mesosfera, termosfera e esosfera, sono in realtà un unicum destinato a svilupparsi militarmente e commercialmente negli anni a venire.
I futuri nuovi utenti di questo spazio, siano essi militari o civili, dovrebbero obbedire a regole, che oggi non ci sono, perché ciò che crea opportunità crea anche potenziali minacce.
Infatti, il confronto strategico tra le superpotenze sta assumendo a quelle altezze delle forme di scontro dalle prospettive assolutamente imprevedibili.
E soprattutto preoccupanti»