L’area minori e la riforma Cartabia sono stati il fulcro dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito del Noncello, svoltasi il 21 marzo in Municipio a Pordenone, con la conduzione della presidente Guglielmina Cucci, coadiuvata dalla dirigente Rossella Di Marzo.
La dott.sa Galli ha illustrato le proposte ed i progetti previsti per l’Area famiglia e minori offrendo una panoramica delle iniziative in atto e dei progetti a sostegno delle famiglie del territorio.
In questo quadro la riforma Cartabia prevede ricadute importanti sul ruolo dei Servizi Sociali, che dovranno quindi adeguarsi al fine di rispettare la nuova normativa. A illustrare quello che i Servizi Sociali si trovano già ad affrontare principalmente per via del novellato art. 403 del Codice Civile, è stata l’avvocata Liala Bon, incaricata dagli stessi servizi.
Parliamo di una norma che disciplina le modalità con le quali la pubblica autorità, a mezzo degli organi di protezione dell’infanzia, provvede a collocare in luogo sicuro i minori che versino in condizioni di abbandono materiale o morale o che si trovino esposti nell’ambiente familiare a grave pregiudizio o grave pericolo per la loro incolumità psicofisica.
In particolare i Servizi avranno tempistiche molto strette: nel caso di adozione di un provvedimento (ordinanza sindacale) di allontanamento, si dovrà dare immediato avviso telefonico alla procura minorile, seguito dall’invio alla stessa procura di una segnalazione scritta, corredata da documentazione e da una relazione sui motivi dell’intervento, entro le 24 ore successive al collocamento. Le figure deputate a prendere decisioni a tutela dei minori in questi casi sono principalmente i Servizi Sociali (ma possono intervenire anche le forze dell’ordine e le autorità sanitarie, specie quando l’emergenza sorge di notte o quando i Servizi Sociali non sono operativi).
Si prospetta quindi la necessità da parte dei Servizi non solo di affrontare tempistiche molto stringenti, nella raccolta ed elaborazione delle informazioni, ma anche di efficientare i rapporti e le collaborazioni con il tribunale, le forze dell’ordine e le altre istituzioni all’insegna della massima collaborazione e integrazione per realizzare un intervento di estrema delicatezza.
Rimangono da chiarire i ruoli e i margini d’intervento del Servizio Sociale e del Curatore Speciale, un avvocato nominato dal giudice in molti dei procedimenti che vedono in genere la presenza del Servizio Sociale quale affidatario del minore. Quello che si prospetta è quindi un aumento delle responsabilità e del lavoro.
All’attenzione dell’Assemblea dei Sindaci anche il Regolamento per la disciplina delle procedure di autorizzazione, vigilanza e accreditamento delle strutture residenziali, semiresidenziali e a ciclo diurno che svolgono attività socioassistenziali, socioeducative e sociosanitarie a favore di minori, come da decreto del Presidente della Regione n. 158. Un iter che vede la partecipazione sia del Suap, che recepisce le domande, sia dei Servizi Sociali, per la verifica dei requisiti organizzativi e professionali e della qualità erogata, finalizzata alla concessione dell’autorizzazione da parte del Comune interessato. A questa procedura sono soggette le comunità familiari, le comunità socioeducative, le comunità bambini genitore, gli alloggi ad alta autonomia, le comunità per l’integrazione sociale e socioculturale, i centri diurni socio educativi. In queste strutture trovano accoglienza i minori allontanati dal nucleo familiare con provvedimento giudiziale, minorenni non accompagnati, minorenni proveniente dall’area penale e minori segnalati dagli stessi servizi sociali e sociosanitari per esigenze di prevenzione del disagio. La vigilanza sulle strutture rimane in capo all’Ambito.
Due le delibere approvate dall’Assemblea: il protocollo con le organizzazioni sindacali interessate al monitoraggio del conseguimento delle priorità trasversali con ricaduta sociale nell’ambito delle progettualità dell’Ambito finanziate dal Pnrr e l’approvazione dei progetti in coprogettazione con Wellfare volti all’inclusione sociale e al contrasto alla povertà attraverso gli strumenti del microcredito e della consulenza finanziaria per la gestione del bilancio familiare e del fondo di garanzia per l’acquisizione di locazioni. Si tratta di due progettualità sperimentali rivelatesi particolarmente efficaci in continuità con quanto fatto nel 2022 e finanziate con 80mila euro complessivi, che agiscono su due aree particolarmente critiche, andando a costituire una efficace integrazione agli interventi di contrasto al disagio economico e abitativo delle fasce sociali vulnerabili e a rischio in carico ai Servizi Sociali.
Sempre positivo il clima tra i rappresentanti dei Comuni che costituiscono l’Assemblea che hanno espresso piena consapevolezza sui bisogni dei cittadini e sugli impegni che aumentano per i Servizi Sociali dei Comuni e sulla opportunità di rafforzare la collaborazione e l’integrazione anche con le reti della comunità locale.
Clelia Delponte
Segreteria Assessorato Politiche Sociali
Comune di Pordenone
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