In risposta al grande interesse del pubblico, la mostra personale di Luigi Manciocco sarà visitabile fino al 10 settembre (la chiusura era inizialmente prevista il 30 giugno).
Artista visivo e concettuale, antropologo e docente di progettazione, scultura e decorazione plastica, Manciocco ha colto la sfida di dialogare con l’architettura, l’arte e la storia del quattrocentesco Palazzo Contarini del Bovolo, dando vita, nei suoi spazi espositivi, a un viaggio a ritroso nel tempo: un viaggio di riflessione che si snoda secondo un percorso fortemente intensivo diviso in tre sezioni, che alla fine sfocia in un’emersione di speranza e rinascita.
Come spiega la curatrice, Alessandra Santin, “La dimensione visiva della ricerca di Luigi Manciocco, nel farsi pratica poetica ed espressione esistenziale, spazia dal finito luminoso dell’oggi al mistero dell’in-finito. A occhi socchiusi l’artista insegue api d’oro, sorvola nascite e sconfina oltre la vita…”.
Api d’oro che si incontrano all’inizio del percorso della mostra, dove si collocano i lavori dedicati alla religiosità popolare; le opere richiamano momenti particolari dell’agiografia di Rita da Cascia. “Sciame” è un disco in corian nero dal quale scaturiscono api dorate che rimandano all’episodio della nascita della Santa, quando numerosi comparvero gli insetti a sorvolare, per proteggerla, la culla della neonata. L’installazione “Santa” – un disco di corian bianco dal quale sgorga lentamente una goccia di sangue – rievoca invece lo stimma sulla fronte di Rita, causato da una spina staccatasi dalla corona di Gesù quando le apparve Cristo Crocefisso.
Dalle vicende agiografiche alla Roma arcaica, richiamata, nella seconda sala, da “Suggrundaria”, una scultura composta da grondaie in acciaio e bambole in alluminio a voler ricordare un tempo lontano nel quale, quando moriva un neonato di meno di quaranta giorni, questi veniva inumato nella Domus di famiglia, all’interno della gronda annessa all’abitazione.
Infine, con l’opera “Lacrima”, l’artista ci accompagna nella cultura mediterranea del passato, quando il pianto per un lutto era rituale e consolatorio. L’artista ‘rallenta’ il tempo in un’installazione composta da un video e da una piccola scultura realizzata con il ghiaccio: una lacrima che lentamente si scioglie. Lacrima che – come precisa Manciocco – “nella sua asciuttezza formale scende ancora più in profondità, ed è ancora più effimera perché asciugandosi diviene assenza e ritorna nell’atmosfera, quindi emblematizza il sentimento del vuoto”.
La mostra, insieme alla visita della celebre Scala “a bovolo” e del “Belvedere”, che corona la splendida e celebre architettura, è visitabile tutti i giorni, dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso alle 17.30).
* english version
In response to the great interest of the public, Luigi Manciocco’s personal exhibition will be extended until 10 September (it was initially scheduled to close on 30 June). Visual and conceptual artist, anthropologist and professor of design, sculpture and plastic decoration, Manciocco took up the challenge of establishing a dialogue with the architecture, art and history of the fifteenth-century Palazzo Contarini del Bovolo, giving life, in its exhibition spaces, to a journey back in time: a journey of reflection that winds along a highly intensive path divided into three sections, which ultimately leads to an emergence of hope and rebirth.
As the curator, Alessandra Santin explains, “The visual dimension of Luigi Manciocco’s research, in becoming poetic practice and existential expression, ranges from the luminous finite of today to the mystery of the in-finite. With half-closed eyes, the artist chases golden bees, flies over births and trespasses beyond life…”.
Golden bees that meet at the beginning of the exhibition itinerary, where the works dedicated to popular religiosity are placed; the works recall particular moments in Rita da Cascia’s hagiography. “Sciame” is a black Corian disc from which golden bees spring which refer to the episode of the birth of the Saint, when numerous insects appeared to fly over the cradle of the newborn to protect her. The “Santa” installation – a white Corian disc from which a drop of blood slowly flows – recalls the stigma on Rita’s forehead, caused by a thorn detached from Jesus’ crown when the Crucified Christ appeared to her.
>From hagiographic events to archaic Rome, recalled, in the second room, by “Suggrundaria”, a sculpture composed of steel gutters and aluminum dolls to recall a distant time in which, when a newborn of less than forty days died, he was buried in the family Domus, inside the eaves attached to the house.
Finally, with the work “Lacrima”, the artist accompanies us in the Mediterranean culture of the past, when crying for mourning was ritual and comforting. The artist ‘slows down’ time in an installation made up of a video and a small sculpture made with ice: a tear that slowly melts away. A tear which – as Manciocco points out – “in its formal dryness descends even deeper, and is even more ephemeral because as it dries it becomes absence and returns to the atmosphere, thus emblematizing the feeling of emptiness”.
The exhibition, together with the visit of the famous Scala “a bovolo” and the “Belvedere” are visitable every day, from 10.00 to 18.00 (last admission at 17.30).
IPAV.pngunnamed.jpg
Per info:
art@fondazioneveneziaservizi.it
+39 041 3039208
gioiellinascostidivenezia.it