La vita di Maria Antonietta è forse l’esempio più illuminante nella storia di come il destino sia a volte in grado di dissodare una persona mediocre e, con il suo pugno di ferro, costringerla a superare la sua stessa mediocrità. Una normale vita straordinaria, quella della regina di Francia, che torna oggi in libreria grazie a una nuova e accurata tradizione.
«La storia non ha bisogno di un personaggio eroico come protagonista principale per sollevare un dramma sconvolgente. La tensione tragica non nasce solo dall’eccesso, ma dalla sproporzione di un uomo rispetto al suo destino».
È sempre stato arduo, per uno storico, tracciare i contorni di un personaggio come Maria Antonietta d’Austria. La sua vicenda, infatti, usando le parole di Stefan Zweig, è quella di una «donna comune, non troppo intelligente, non troppo stolta, né fuoco né ghiaccio, senza energie speciali per il bene e senza la minima volontà al male; la donna media di ieri, di oggi e di domani, senza tendenze e genialità eccezionali, senza volontà di eroismi e perciò apparentemente inadatta a divenire oggetto di una tragedia», che «nella suprema sua ora, raggiunge finalmente tragiche proporzioni e si fa grande al pari del suo destino».
In mezzo a una quantità innumerevole di documenti, mistificazioni rivoluzionarie e agiografie monarchiche, è il grande scrittore e drammaturgo austriaco a riuscire a fare emergere la vita incalzante di una regina suo malgrado resa grande dagli eventi della storia, restituendo la frivolezza, l’irrequietezza, il dolore e la fermezza di una ragazza del Settecento diventata donna a Versailles e travolta dai venti impetuosi della Rivoluzione.
Stefan Zweig (Vienna 1881 – Petrópolis 1942), scrittore, drammaturgo, giornalista, biografo, storico e poeta austriaco naturalizzato britannico, è stato uno degli autori più importanti del Novecento europeo.
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