Ciò che è stato (ciò che è passato) è immodificabile. A questo assunto si sottrae l’artista Pierluigi Slis che nella serie di opere dal titolo emblematico Terre Fragili, agisce direttamente su ciò che è stata la propria ricerca poetica in passato, per “modificarla”.
Interviene, infatti, su tele che aveva dipinto in anni di grande produzione, su opere dal contenuto concettuale che registravano certi luoghi aperti della propria interiorità, oppure certe ombre cupe e rettilinee in tele dedicate alle atmosfere delle architetture gotiche, cariche di una spiritualità profonda e soggettiva.
L’artista, all’inizio della sperimentazione di Terre Fragili, esegue un’analisi visiva dettagliata e amante di quei lavori “datati”. Li legge da diversi punti di vista, rintraccia linee di forza, pesi e confini, contrasti e direzioni, sfumature, rotondità, imprecisioni, solchi, spazi e crepe, … e poi interviene con forbici, taglierini, lame, righelli, compassi e ritaglia frammenti, registra lampi, rinchiude in spazi formali sabbie e pietre, campi ciechi e poggi luminosi. Con perizia da amanuense separa masse informali da altre geometriche, coglie vuoti sapienti e aperture, accorpa gli slarghi, i colori, gli angoli bui: i cieli o pseudo tali di qua, le terre compatte, i ghiaioni, i cementi di là.
Sono operazioni assimilabili alle autopsie che non distruggono semplicemente ciò che è stato (ad esempio bruciandolo) ma lo rivisitano in modo analitico, secondo procedure stabilite e puntuali. Il processo di lavoro permette a Slis di recuperare, salvaguardare, interrogare, valorizzare un patrimonio prezioso di elementi che, isolati ed extracontesto, acquistano nuova vita, un valore altro, valido nel presente per suggerire in sé e per sé significati insospettati, tracce per futuri imprevedibili e disponibili all’attesa, carichi di un immaginario tanto sapiente quanto libero. Questi frammenti formali, diversi già si diceva, per materie, colori, forma e dimensione, pattern e texture diventano strumenti per le composizioni poetiche dell’oggi.
Si comportano come tessere indispensabili alla costruzione di un presente nuovo e urgente. Ciascun frammento storico, liberato dalla nostalgia, dal rimpianto e dall’oblio, è portatore di una storia e si lascia attraversare consapevolmente da nuove sensazioni, contenuti e missioni … Ogni frammento ha esperienza di relazioni e di scontri, di errori, di paure e vittorie, di tutto e di niente. Questo ricco materiale, assemblato con altrettanta precisione e consapevolezza, si organizza in visioni vitali alate, sradicate dal passato (pur senza negarlo), e rivelano un nuovo immaginario, più corporeo e di spessore vitale, nutrito di energia creativa e desiderio. L’artista, modificando il dato di fatto nel passato, gli dà nuovo credito e lo usa per andare alla scoperta di uno spazio vuoto, ospitale, alla ricerca di un futuro che sa accogliere e nobilitare l’istante di là da venire, la bellezza da salvare dall’oblio.
Le Terre Fragili sono isole mobili e volanti.
Narrano i silenzi vissuti e riposti nel corpo del mondo, spaziano di stato in stato; sono terre vergini frutto di cesure e di stupri, sono luoghi disponibili a relazioni casuali e attendono lo stupore del piacere. Le Terre Fragili abitano nel tepore giallo della luce artificiale e nel bianco lenzuolo delle notti insonni. Le Terre Fragili combattono la destrutturazione della nostra temporalità, dove il passato divora il presente e impedisce al futuro di trasformarsi veramente in a-venire, avvenire. Le Terre Fragili sono capaci di darsi al futuro. Combattono la vera perdita che è sottesa al rimpianto, al desiderio inattuato, all’occasione mancata, all’amore perduto.
Le Terre Fragili sono testimoni attendibili di una realtà di cui non c’è certezza. Pierluigi Slis invita le Terre Fragili a testimoniare la memoria attiva, per creare opere/archivi disponibili a rappresentare ciò che ancora non c’è, ciò che è sbagliato e ambiguo, prosaico tra sacro e profano, locale e globale: ciò che è parte ma conserva il tutto, ciò che è soprattutto fragile, dunque perfetto!
Le Terre Fragili sono dimore della Poesia.
Durante l’inaugurazione di Domenica 10 Marzo alle ore 11:00, interverrà con un commento critico Alessandra Santin
Fondazione Giovanni Santin Onlus
Dettagli
Data / Ora
Dal: 10/03/2024 Al: 21/04/2024
Venerdì, Sabato, Domenica: dalle 15:00 alle 00:00
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