In libreria per Rubbettino «Peccato originale», il sogno americano di Giose Rimanelli «Ogni individuo nasconde un segreto che non può dire e non deve essere comunicabile […] ma che ha la potenza di tenere tesa la corda della vita» dalla nota di Renato Minore.
«E c’era una fuga di balconi nei vicoli, una fuga di scale e terrazze con vecchie ringhiere di ferro o legno, che a guardare da lontano pareva vedere gli uomini sospesi in aria, nel tentativo di scalare il cielo».
Torna in libreria Giose Rimanelli, il più irregolare e geniale autore vissuto tra le due sponde dell’Atlantico. Con Peccato Originale Rubbettino prosegue l’opera di valorizzazione e ripubblicazione dello scrittore molisano, che conTiro al piccione, il suo romanzo d’esordio, e Una posizione sociale, chiude un trittico ideale.
Nicola Vietri vuole ribellarsi alla povertà, dimenticarla, se necessario, e puntare più in alto: inseguire il sogno americano. Ma nel Molise disastrato e isolato del secondo dopoguerra, la terra odora di sangue e di abbandono e l’America è lontanissima. Quella di Nicola è una storia difficile, ostile, che va dalla mancanza di soldi per la partenza fino ai presagi funesti della moglie, in una comunità che lotta per sottrarsi alla pervasività di una chiesa provinciale, con tutti i suoi limiti. Peccato originale, dato alle stampe per la prima volta nel 1958, fu bollato come romanzo del sud, esempio perfetto di letteratura meridionale e di denuncia. Ciò che si legge oggi è ben diverso.
Il romanzo di Rimanelli, infatti, non può essere una semplice riflessione sulla condizione pressoché ineluttabile di povertà e miseria in cui versava il mezzogiorno degli anni ’50, ma diventa complessità di carne, racconto di anime e di corde dell’anima: un compendio doloroso della natura umana. Attraverso diversi livelli espositivi, in uno stile drammaticamente lucido e magnetico, con periodi come fendenti che nutrono una costante tensione narrativa, Rimanelli penetra i personaggi e restituisce un quadro profondo e intimo di ognuno di essi. L’emigrazione, che resta orizzonte rilevante, è attenuato dal momento della paura, dal suo riconoscimento e intrecciato all’ingombrante tema della fede, in cui l’incognita del nuovo coincide, a più riprese, con la critica alla fede provinciale e semplicistica. La postfazione è di Anna Maria Milone.
Giose Rimanelli (Casacalenda 1925-Lowell, Massachussetts, 2018), scrittore eclettico e sorprendente, ha vissuto la guerra civile in Italia vissuta da giovanissimo nelle file dei “repubblichini” e la sua produzione è vastissima. Per più di sessant’anni scrive, alternando l’italiano all’inglese, romanzi, poesie, saggi critici, articoli, sceneggiature.
Antonio Cavallaro
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