“Dimenticami dopodomani”, il nuovo libro di Andrea Di Consoli, è un’opera inclassificabile, forse una raccolta di versi, più realisticamente un libro di racconti in forma poetica. È il ritorno di una voce poetica che pareva essersi esaurita più di dieci anni fa, un ritorno condizionato anche dal desiderio di Mario Desiati che nell’introduzione ammette: «Gli scrissi una lettera implorandogli inediti, se ne aveva scritte altre in questi anni che si dava morto ai suoi lettori. Dovetti sembrare un disperato».
A prescindere dalla collocazione, “Dimenticami Dopodomani” è probabilmente il risultato di quella preghiera. Attraverso una memoria personale di disincanti e fallimenti Di Consoli ricostruisce e diventa testimone delle ansie e dei timori della generazione di mezzo. Sfiorando la forma del memoriale, la scrittura si evolve e gradualmente si avvicina alla forma romanzo, un romanzo fatto e finito, sentimentale, viscerale, profondo, ironico, scritto da un uomo del Sud ormai adulto dilaniato da nostalgie, sensi di colpa, impenetrabili desideri e vivide malinconie.
L’opera di Di Consoli intreccia una collaudata consapevolezza di vita, risultato di quasi mezzo secolo di esperienza, e l’impossibilità di tornare indietro, di combattere il tempo che passa. E in questo ordinatissimo e condivisibile caos emozionale si accede ai temi più cari, più vicini, più aspri: l’identità meridionale, la solitudine, l’amore, il disamore, l’essere padre, l’ossessione della memoria, il tarlo della morte. Ciò che emerge è il tono da resa dei conti, un corpo a corpo con le domande senza risposta, il senso di una vita, un canto urgente e necessario, febbricitante. Così Andrea Di Consoli dà ennesima prova della sua vocazione di “irregolare”, assai distante dalle mode correnti e da furbizie editoriali. Ha composto un canzoniere realistico e struggente, di grande forza espressiva, rappresentativo della sua generazione. Un libro a cuore aperto, diretto, senza orfismi, reticenze e non detti. Duro e dolcissimo allo stesso tempo.
«Dimenticami, ma rivedimi verso Crotone, verso Bari, verso Milano, e poi allo svincolo di Sicignano degli Alburni, mentre entro in quella che ancora chiamo, per assurda abitudine, casa mia».
Andrea Di Consoli è nato nel 1976 a Uster, in Svizzera, da genitori lucani. Dal 1987 al 1996 ha vissuto in Lucania. Dal 1994 vive a Roma. Tra i suoi libri: Discoteca (2003), Lago negro (2005), Il padre degli animali (2007), La navigazione del Po (2007), La curva della notte (2008), Quaderno di legno (2009), La commorienza. La misteriosa morte dei fidanzatini di Policoro (2010), La collera (2012), Il miracolo mancato (2016), Diario dello smarrimento (2019) e Tutte queste voci che mi premono dentro (2021). È autore di alcuni documentari, tra cui Mater Matera (2015), e ha scritto il soggetto e la sceneggiatura del film La notte più lunga dell’anno (2021), diretto dal regista Simone Aleandri.
Antonio Cavallaro
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