C’è anche una lettera inedita di Eugenio Montale nel nuovo curiosissimo e preziosissimo libro di Ennio Cavalli “Ci dice tutto il nostro inviato. Un secolo di rivolgimenti e altre minuzie” edito da Rubbettino. La lettera è data 7 marzo 1975. Il Poeta aveva all’epoca 79 anni.
“Caro dr. Cavalli, I ventenni di oggi – Scrive Montale – tendono a intrupparsi, a vivere in gruppo. Pare che abbiano smarrito il senso della loro identità personale. Spesso sono stati corrotti dai loro educatori. Non tutti certo. I ventenni di 50 anni fa erano più solitari, più portati agli studi, più disinteressati, in tutti i sensi. Con molte eccezioni.
Io a 20 anni non ero felice, ma nemmeno troppo infelice. Tale sono oggi. Non ho figli, non so come sarebbero stati. Meglio così. […]
Mi creda con viva cordialità.
Il suo
Eugenio Montale”
Cavalli racconta dettagliatamente, nel libro, il suo incontro con Montale avvenuto all’inizio del 1975. «Sull’elenco telefonico – annota – c’era scritto: “Eugenio Montale, giornalista, via Bigli 15”». In quello stesso anno gli sarebbe stato conferito il premio Nobel.
Montale racconta a Cavalli del suo passato da cantante lirico: «Ci vogliono genialità ed esteriorità congiunte, sensibilità e frivolezza per riuscire a sormontare il lato ridicolo del trucco, del pubblico, applausi e fischi, claque, agenti teatrali. È un mestiere con lati spaventosi. E io non avevo il sistema nervoso adatto per calcare le scene», confida il Poeta a Cavalli.
Durante l’intervista, Montale si sofferma a lungo sui giovani che il Poeta riteneva «un’invenzione moderna». A intervista pubblicata, forse per spiegare meglio il senso di alcune sue affermazioni, forse per ribadirne altre, Montale invia una lettera a Cavalli.
Montale non è però l’unico protagonista di questo libro. Sono tanti, tantissimi i grandi personaggi che l’Autore incontra durante la sua lunga carriera di inviato radiofonico e di cui racconta nel libro: da Lady Diana alla Lollobrigida, da Whitney Houston ad Aldo Palazzeschi, da David Bowie a Riccardo Bacchelli, da Günter Grass a Barack Obama e molti, molti altri.
Ne viene fuori un mosaico che racconta non solo i dietro le quinte di personaggi e momenti chiave della nostra epoca, spesso osservati da un punto di vista insolito («Ero sull’altro marciapiede di via Fani, a Roma, a contare i bossoli della strage attorno alle auto di Moro e della scorta», racconta), ma anche un libro che, attraverso questi racconti che hanno viaggiato nell’etere, celebra la grande storia della radio nel centocinquantesimo anniversario della sua invenzione e nel centenario delle prime trasmissione radiofoniche nel nostro Paese.
Lo fa con leggerezza, ironia e acume, come solo un grande maestro come Cavalli – giornalista, poeta, narratore (Premio Viareggio poesia e Campiello-Giuria dei lettori) – sa fare.
«Un poeta con i piedi per terra […] un testimone vigile, partecipe, mai enfatico» così lo definisce Luciano Canfora nella nota che apre il volume. E, di certo, non si sbaglia.
Ennio Cavalli ha sempre unito l’attività di inviato Rai a quella di poeta e narratore. Con Libro grosso (2009) ha vinto il premio Viareggio poesia. Con il romanzo Quattro errori di Dio (2005), il Campiello-Giuria dei letterati. Il libro per ragazzi Se nascevo gabbiano… era peggio (Feltrinelli 2001) è stato eletto Corvo bianco dalla Internationale Jugendbibliothek di Monaco. Per Sansoni La Bibbia in lattina, con una lettera di Federico Fellini. Per Il Battello a vapore Piemme i quattro volumi della serie I gemelli giornalisti.
Nel 2022 è uscito il romanzo Parabola di un filo d’erba (Castelvecchi). Tra le sue raccolte di poesia, da Aragno, Trattativa con l’ombra, Vangelo di legno verde, Poesie incivili. Le più recenti, pubblicate da La nave di Teseo: Se ero più alto facevo il poeta (2019), Amore manifesto (2022), Il silenzio è migliore di me (2024). Ha curato e condotto la trasmissione radiofonica Contemporanea e i Festival Dagli Appennini alle onde, Antico Presente, Ci manda Petrarca. Tra i libri di giornalismo, Dei paesi tuoi (Maggioli 1984, fotografie di Folco Quilici, premio speciale Estense), Il romanzo del Nobel (Rai Eri 2000, con una nota di Dario Fo), Il divano del Nord-Viaggio in Scandinavia (Feltrinelli 2005).
Antonio Cavallaro
antonio.cavallaro@rubbettino.it