Pochi artisti tra XIX e XX secolo possono vantare un costante e analitico interesse verso le loro opere d’arte come il viennese Gustav Klimt, figura di spicco tra quegli artefici che hanno creato la modernità, che l’hanno intuita e messa in campo, rivoluzionando il mondo delle arti figurative. E della “rivoluzionaria” situazione creatasi nella Vienna asburgica alla fine dell’Ottocento, Klimt è certamente il leader indiscusso. Per dirlo con le parole di Peter Altenberg che all’artista si rivolge: “Dipingendo, ti trasformi improvvisamente, quasi magicamente, nel “più moderno degli uomini”.
Grado, spiaggia dell’Impero – un contesto ancora mitteleuropeo e scenario privilegiato per alcuni artisti della Vienna fine secolo – intende celebrare, con una mostra che verrà inaugurata il 10 agosto, la genialità dell’artista austriaco. E lo fa, per la prima volta, rileggendo la sua opera attraverso documenti “diversi”, che mettono in scena, tramite il procedimento a stampa i suoi capolavori pittorici e grafici e, che la critica ha considerato finora solo marginalmente.
Nelle sede della “Casa della Musica” verrà esposta una selezione delle tavole delle cartelle realizzate rispettivamente da Hugo Heller (Das Werk von Gustav Klimt, 1918), da Gilhofer & Ranschburg (Gustav Klimt. Fünfundzwanzig Handzeichnungen, 1919) e infine da Max Eisler (Gustav Klimt. Eine Nachlese, 1931). La prima, corredata da una straordinaria serie di simboli grafici, venne progettata e visionata dall’artista, che morirà nel 1918, anno della pubblicazione. L’ultima, a oltre un decennio dalla sua morte – quando il movimento viennese è un ricordo appannato – è la dimostrazione dell’ininterrotta attrazione esercitata dalla sua opera.
Le tre splendide cartelle a stampa raccolgono una significativa parte della sua opera. La loro presentazione alla “Casa della Musica” si propone di divulgare un Klimt al di fuori della fruizione museale, ma neppure confinato tra le pagine di un volume d’arte o frammentato nella visione di una mostra. Il pregio delle tre cartelle in mostra è quindi anche legato in qualche modo a quel concetto di “riproducibilità tecnica” dell’opera d’arte che Walter Benjamin avrebbe teorizzato a distanza di poco più di un decennio.
L’altissima qualità grafica delle riproduzioni in nero e a colori in collotipia, raggiunta dalla Stamperia di stato austriaca (un risultato oggi, per assurdo, tecnicamente irraggiungibile) sembra confermarlo e dimostra quanto valore estetico “autonomo” sia contenuto in questi fogli e nelle cartelle che li contengono, pur restando un prodotto a tiratura limitata, che non perseguiva un intento di diffusione dell’opera klimtiana ad ampio raggio, ma piuttosto quello di raggiungere un nucleo di specialisti e appassionati tra cui quegli stessi committenti che fecero la sua fortuna.
Nel contempo esse assurgono anche a fondamentale documento storico, laddove si possono cogliere i soggetti selezionati, le opere in qualche caso scomparse, i committenti, gli apparati testuali che le accompagnano. Ed è inutile segnalare che la loro rarità è aumentata nel tempo sino a farne oggetti di alto collezionismo.
Sempre con un indirizzo rivolto alle opere su carta, sono esposte in mostra pagine e copertine della rivista Ver Sacrum, così come alcuni manifesti per le mostre della Secessione viennese, dove ritroviamo il Klimt grafico, libero da incarichi e committenze, in grado di declinare anche solo tramite uno studio o uno schizzo tutta la potenza del suo universo artistico.
Questo Klimt su “carta” offre quindi l’opportunità di avere a disposizione non solo una rassegna concentrata dei suoi capolavori, ma anche di godere di prodotti estetici di straordinaria fattura, una summa di squisita eleganza e sapienza esecutiva, che fu il massimo obiettivo delle arti viennesi attorno al 1900. Per dirlo con le parole dello stesso Klimt, nel suo discorso inaugurale alla “Kunstschau 1908”: “Chiamiamo artisti non solamente i creatori ma anche coloro che godono dell’arte, che sono capaci di rivivere e valutare con i propri sensi ricettivi le creazioni artistiche. Per noi il “connubio artistico” è l’unione ideale di tutti, creatori e destinatari dell’arte”.
L’esposizione, curata da Roberto Festi, è organizzata dal Consorzio Grado Turismo e dal Comune di Grado, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e con la collaborazione della Klimt Foundation di Vienna.
La mostra è accompagnata da un catalogo (in italiano-tedesco) edito da Antiga Edizioni.
INAUGURAZIONE SABATO 10 AGOSTO ORE 18.30
Casa dell Musica, piazza Biagio Marin
Orari:
Dal 11 agosto all’8 settembre, tutti i giorni dalle 18.00 alle 23.00
Dal 9 settembre al 27 ottobre, da lunedì a sabato 10.00-13.00/16.00-19.00 e la domenica 11.00-18.00
Organizzato da:
L’evento è organizzato dal Consorzio Grado Turismo e dal Comune di Grado con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, di Friuli Venezia Giulia Turismo e di alcuni sponsor privati.