In uno sport di squadra come nel mondo del vino, ciò che fa la differenza è la cooperazione: si riuniscono individualità che, grazie a un allenamento quotidiano, rafforzano la loro unione e personalità al fine di raggiungere l’obiettivo comune di trovare lo schema ideale per il successo, ovvero creare etichette pregiate per i palati più sopraffini.
Per arrivare a questo risultato Vallepicciola, azienda vitivinicola situata sui colli del Chianti Classico, ha dato vita ha un vero e proprio “Dream Team” capitanato dal direttore generale ed enologo Alessandro Cellai e composto dall’agronomo Francesco Beni, colui che segue e cura la vigna fin dalla prima potatura invernale, dal responsabile della cantina e del processo produttivo del vino Erasmo Mazzone, e da Tamara Marini, hospitality manager e responsabile del wine shop e delle esperienze enoturistiche.
Per scoprire qual è il segreto del successo di Vallepicciola, è importante analizzare il “fattore x” che ogni singola figura apporta al team, scoprendo il loro valore aggiunto.
L’ENOLOGO È UN MESTIERE D’ARTISTA: DA UN GRAPPOLO D’UVA NASCE UN VINO DI GRANDE ELEGANZA ED EQUILIBRIO
Si inizia da Alessandro Cellai, attivo in azienda dalla vendemmia 2020 in veste di direttore generale ed enologo di lunga data e “capitano” di tutto il team Vallepicciola. La sua strada viene segnata fin da piccolo, quando lo zio gli tramanda la passione per l’enologia, la stessa che viene perfezionata grazie agli insegnamenti dal suo mentore Giacomo Tachis, che gli trasmette i valori della passione e dell’entusiasmo ampliando in lui la consapevolezza del ruolo che ricopre. «Il mio compito come enologo rappresenta una grande responsabilità sia nei confronti del team che nei confronti del consumatore» spiega Cellai.
«Cerco sempre di trasferire la mia passione nel processo di creazione: quello dell’enologo è un mestiere d’artista e, come tale, deve essere in grado di creare un’opera da una tela bianca con l’intento di emozionare chi la guarda. Vallepicciola è così: abbiamo un grappolo d’uva che decidiamo far crescere in un certo modo e, quello stesso, deve originare un vino in grado di trasmettere al palato grande sensibilità, eleganza ed equilibrio». Questi ultimi sono i fondamentali che il direttore mette in campo quando l’obiettivo è la realizzazione di etichette ricche delle peculiarità ricercate durante il ciclo vegetativo della pianta. «La mia filosofia trova riscontro nel gruppo, con cui mi confronto quotidianamente per ogni passaggio. Camminiamo tutti sullo stesso binario, con questa idea ben chiara in mente e con medesima dedizione, affiatamento e coinvolgimento. In ogni vino c’è sempre quella componente che è il marchio di fabbrica dell’enologo; in questo modo si può affermare con onore di essere produttori di vini in senso compiuto, caratterizzati dal territorio, dal vitigno che vi ha dato origine e dall’anima di chi li ha prodotti. Complici anche le ultime vendemmie, in particolare quest’ultima che registra un lieve aumento nella quantità rispetto allo scorso anno stimato del 5-8% in più, come per la qualità eccezionale delle uve. Le piogge in post fioritura e inizio allegagione, l’estate calda con i temporali estivi hanno aiutato il ciclo vegetativo, fattore fondamentale per far esprimere alle uve il profilo aromatico desiderato».
LA CURA DELLE VIGNE, DALLA A ALLA Z, E IL RIGORE STILISTICO SONO ELEMENTI PER IL SUCCESSO
La palla passa a Francesco Beni che, da più di sette anni, dedica la sua esperienza e passione alla cura delle vigne seguendole in ogni fase, dalla potatura invernale fino alla vendemmia. La supervisione e la condivisione di informazioni, nel periodo di crescita degli acini, avvengono in stretta collaborazione con l’enologo Cellai. L’apporto maggiore si ha a ridosso della raccolta dell’uva con la valutazione del suo stato di maturazione e la selezione manuale dell’acino, fattore essenziale per un lavoro di qualità.
Fondamentali del mestiere sono la collaborazione con il gruppo, la resilienza, la conoscenza del territorio per prevenire criticità legate al lavoro a contatto con la natura. «La passione e la tradizione familiare mi hanno introdotto a questo mestiere e grazie alle esperienze professionali precedenti e allo studio, ho contribuito allo sviluppo di pratiche innovative e sperimentazioni inedite a Vallepicciola» afferma l’agronomo Beni. «Questo mondo è in evoluzione continua, basti pensare al tempo e ai trend del mercato. La tenuta conta 107 ettari ed è fondamentale conoscere ogni aspetto della zona del Gallo Nero – il terroir, il suolo, i versanti d’esposizione o le varietà dei vitigni – per adattarsi ai suoi mutamenti e alle sfide che ci si pongono davanti. Aiutati da macchinari all’avanguardia e analizzando i dati da loro raccolti, possiamo estendere, ogni giorno di più, le nostre competenze sul campo. C’è ancora tanto da lavorare per trovare la ricetta perfetta, ma guidati dalla filosofia di Cellai e dal suo rigore stilistico abbiamo già segnato un pezzo di strada dagli ottimi risultati».
SACRIFICIO, DEDIZIONE E CURA DEL DETTAGLIO: SOLO COSÌ SI PRODUCONO VINI D’ECCELLENZA
Dopo il fondamentale lavoro di Francesco, scende in campo Erasmo Mazzone, il cui ruolo in squadra è la gestione dell’intero processo produttivo del vino: dalla minuziosa selezione del grappolo che entra in cantina fino all’imbottigliamento. Con il suo arrivo nel 2016, in concomitanza con la prima vendemmia di Vallepicciola, si mette all’opera toccando con mano il vino per eseguire al meglio le pratiche enologiche.
Tra tagli, travasi e analisi giornaliere nel laboratorio interno, la condivisione e il dialogo con il gruppo di lavoro sono gli standard della catena produttiva, che si rafforzano maggiormente con l’avvicinarsi della vendemmia. «Entro in gioco più attivamente nel momento della raccolta», racconta Erasmo, «e decido giorno per giorno, insieme ad Alessandro Cellai, quando e dove vendemmiare. Giro, assaggio, faccio campionamenti per valutare analiticamente come le uve sono messe, per stendere un programma di vendemmia focalizzato sul raggiungimento dell’obiettivo vitivinicolo aziendale. Per ottenere risultati ci vuole sacrificio, dedizione, precisione e tanta cura del dettaglio: solo così si producono vini tecnicamente buoni e ben fatti. Per fare la differenza non basta solo tecnica, occorre stare al passo con i tempi e i metodi lavorativi, ma anche comprendere la peculiarità di ogni singola vigna». Aggiunge Mazzone, «gli spazi ampi della tenuta ci permettono di fare delle vinificazioni particolari, di lavorare anche piccole masse e di selezionarle. Più scelte di vino si hanno, più aumenta la chance di crearne uno di valore. Negli anni abbiamo aggiustato il tiro per creare dei vini che rispondessero alle richieste del mercato e che fossero al tempo stesso figli della nostra identità e della nostra filosofia. Grazie alle competenze di Cellai abbiamo appurato che la strada finora intrapresa è quella giusta».
VALLEPICCIOLA APRE LE SUE PORTE ALLA SCOPERTA DELLA DESTINAZIONE DEL CHIANTI CLASSICO
Infine, è il turno di Tamara Marini, l’hospitality manager della cantina. Con la sua ventennale esperienza nel mondo dell’accoglienza, ha il compito di aprire le porte della tenuta Bolfo e accompagnare i visitatori in un viaggio enologico unico e personalizzabile in una destinazione enoturistica altamente ricercata, come quella del Chianti Classico. L’impegno richiesto è tanto, ma il wine lover viene accolto, durante tutto l’arco dell’anno, da uno staff giovane e determinato, guidato dalla spiccata personalità di Tamara, e pronto a deliziarlo con racconti di prima mano sulla produzione del vino di Vallepicciola combinate a informazioni turistiche sulla Val di Picciola e sui colli senesi.
Completano la sua figura qualità come l’empatia, per prevedere le esigenze e comprendere i gusti del cliente, creatività e problem solving, necessario per soddisfare anche le richieste dell’ultimo secondo o le più bizzarre. «Per riuscire a svolgere al meglio il mio lavoro mi domando: come mi piacerebbe essere accolta se fossi io cliente? Con queste premesse, le risposte si trovano in un bel sorriso, trasmettendo calore, oltre a competenze legate all’enoturismo per regalare un’esperienza leggera, di cui mi possa ricordare con piacere e che mi faccia star bene. Insomma, non ci si deve annoiare» racconta Tamara. «La filosofia delineata da Cellai si rispecchia anche nel mio settore. Bisogna avere estrema sensibilità nei confronti del cliente per offrirgli servizi di altissima qualità, pensati tenendo conto anche dei minimi dettagli. Ogni proposta ha uno scopo preciso essendo noi ben coscienti degli obiettivi finali, in altre parole vogliamo soddisfare a pieno colui che apprezza il mondo del vino, l’impegno e la qualità che si cela dietro ogni bottiglia. Puntiamo l’asticella sempre più in alto per porre Vallepicciola come un marchio di qualità riconosciuto dalla critica mondiale e proseguire tutti nella stessa direzione: le linee guida dell’azienda segnano la via, ma è sempre presente l’impegno nello stare al passo coi tempi e ascoltare i trend del momento».
La squadra Vallepicciola, insieme alla famiglia Bolfo, ha trovato un amalgama perfetto con queste quattro personalità che, dedite al loro mestiere grazie alle profonde conoscenze del territorio, ogni giorno scendono in campo consapevoli della propria esperienza, con l’obiettivo di portare l’azienda a raggiungere vette sempre più alte, per fare di Vallepicciola un’eccellenza riconosciuto in tutto il mondo.
Attualmente, Vallepicciola si estende su 275 ettari di cui 107 vitati, caratterizzati da 6 varietà di vitigni internazionali, che permettono una produzione annua di 500.000 bottiglie divise in 15 etichette. Oltre alle viti, in questa realtà vinicola e agricola, tra le più suggestive e rappresentative della regione del Chianti Classico senese, si producono vinsanto, grappa, champagne e oli, grazie alle 4.000 piante di ulivo.
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