C’è un Iran che fa notizia: l’Iran che minaccia di radere al suolo Tel Aviv, L’Iran che popola gli incubi di Biden e dell’Occidente e che fa temere lo scoppio di una guerra globale.
Ma c’è anche un Iran che ha dato inizio a una rivoluzione, forse silenziosa ma di certo non meno profonda e che rischia di sovvertire dalle fondamenta alcune consuetudini ancestrali derivanti da un’interpretazione radicale dei precetti islamici.
È l’Iran della generazione Z che, da più di dieci anni lotta per abbattere l’apartheid di genere, e di cui scrive Mariano Giustino in “Iran a mani nude. Storie di donne coraggiose contro ayatollah e pasdaran” appena edito da Rubbettino.
Quello di Giustino è un viaggio nell’inferno della vita quotidiana delle donne oppresse dal regime teocratico che dalla fine degli anni ’70 governa il paese. Ma è anche una raccolta di storie di coraggio e di voglia di rinascita, di “ragazze ribelli” che con il loro esempio stanno riuscendo a scalfire dalla base quello che finora è apparso come un rigido monolite.
C’è la storia di Amini, massacrata di botte perché non indossava correttamente il velo islamico ma la cui uccisione ha provocato la protesta di migliaia di giovani in più di cento città del Paese.
C’è la vicenda di Hadis Najafi, una giovane fashion blogger ventiduenne, laureata in “Design del cucito”, uccisa per il suo spirito libero.
C’è la storia di Yalda, una giovanissima ed energica artista arrestata il 26 ottobre 2022 durante le proteste che erano divampate a Tehran, rea di aver scritto degli slogan contro Khamenei sui muri di Teheran, e morta per le torture subite. Alla fine della cerimonia funebre le amiche cantavano: “Questo fiore è un dono per la nazione”.
Queste sono solo alcune delle tante storie raccontate da Giustino. Tutte meritano di essere ricordate, specie di fronte a un certo malcompreso concetto del politically correct che vorrebbe far passare l’oppressione verso le donne in alcuni regimi islamici come un tratto culturale da comprendere e persino tutelare.
Di fronte a certa ipocrisia i giovani iraniani rivendicano il loro diritto di liberarsi da ogni oppressione e ogni autoritarismo “per vivere come vivono i giovani in Occidente”, consapevoli che “la vita può essere vissuta in modo diverso” e che non vede altra speranza se non quella del salvifico abbattimento del regime orrifico che tiene in ostaggio il loro futuro.
IL LIBRO DI MARIANO GIUSTINO SI È AGGIUDICATO IL 64.MO PREMIO GIUSTOLINO PER IL GIORNALISMO LO SCORSO 30 SETTEMBRE A MILANO
Mariano Giustino vive in Turchia ed è corrispondente di Radio Radicale, per la quale scrive e conduce la rubrica “Rassegna Stampa Turca”. Nel 1999 fonda e dirige la rivista di politica internazionale «Diritto e Libertà». Collabora con «Huffington Post» ed è studioso di problematiche politiche e sociali della Turchia con particolare riferimento alle minoranze, ai diritti umani, al rapporto con l’UE e con i vicini mediorientali, e al suo ruolo geopolitico. Scrive di Turchia, di Iran, di Caucaso e più in generale di Medio Oriente per «Huffington Post», «Il Foglio», «Milano Finanza» e per «Il Riformista» ed è spesso ospite di Mediaset-Tgcom24, della Rai e Radio Rai. Dal 2014 presiede il Forum Turchia-Ue. È vincitore del “Premiolino” 2024, il più antico e prestigioso riconoscimento italiano dedicato all’informazione.
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Mariano Giustino, Iran a mani nude. Storie di donne coraggiose contro ayatollah e pasdaran, Rubbettino,
pp. 143, Euro 13,00