Con la proiezione del film documentario Wild plants di Nicolas Humbert (Svizzera, Germania, 2016, 109’) prosegue venerdì 21 marzo alle ore 20.30, nell’auditorium di Palazzo Bomben di Treviso, il nuovo ciclo della rassegna cinematografica Paesaggi che cambiano, dedicato al tema Giardini e giardinieri. Variazioni sul tema.
La rassegna, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, a cura di Simonetta Zanon, è dedicata ad Andrea Zanzotto (1921-2011). Interviene alla serata Roberto Zancan, professore di Storia e teoria dell’architettura alla HEAD-Geneve (HES-SO), fondatore del collettivo Ground Action.
Un ritratto al contempo forte e onirico di personaggi che resistono alla globalizzazione, all’apatia, alla superficialità e soprattutto alla distruzione degli equilibri naturali. L’arte del giardinaggio e la conoscenza delle piante non sono finite con il processo di urbanizzazione. Il sapere tradizionale è connesso a nuove idee e progetti che, come l’humus, trasformano il vecchio in nuovo grazie alla capacità della natura di colonizzare i terreni abbandonati e incolti. Attraverso punti di vista diversi Wild Plants illustra la nostra relazione con la natura selvatica e ci invita a incontrare persone alla ricerca del loro proprio stile di vita, creatori di una nuova forma di attivismo.
Tra idealismo e attivismo, i protagonisti di Wild Plants vogliono costruire un mondo migliore, dove le frontiere geografiche e culturali spariscono in nome di un credo comune: la natura. La parola chiave, il motore della loro micro rivoluzione (dalle macro conseguenze) è la terra, vista come risorsa fondamentale e insostituibile per nutrire il corpo e, soprattutto, lo spirito. Gli orticoltori urbani di una Detroit postindustriale dalle atmosfere apocalittiche, il giardiniere artista Maurice Maggi che grazie al suo spirito ribelle e alla sua sensibilità ecologica ha riempito Zurigo di magia, l’attivista nativo americano Milo Yellow Hair e il suo progetto agricolo tra poesia e resistenza, e l’innovativa e ribelle cooperativa ginevrina Jardins de Cocagne sono i protagonisti di un’avventura umana che da personale diventa globale. Persone alla ricerca di modelli di vita in sintonia con la natura, creatori di nuove forme di attivismo, giardinieri urbani che hanno scelto di abbandonare le comodità della società dei consumi per tornare alla terra.
Auditorium spazi Bomben, Fondazione Benetton Studi Ricerche, via Cornarotta 7, Treviso.
Ingresso unico 5 euro.
Prevendita: Fondazione Benetton, dal lunedì al venerdì, ore 9–13, 14–17.
Agli architetti iscritti all’Ordine professionale, che ne faranno richiesta, saranno riconosciuti i crediti formativi.
Nicolas Humbert è nato nel 1958. I suoi primi scritti, le foto e i film in Super8 sono stati influenzati soprattutto dal Surrealismo francese. Ha co-fondato il Groupe Macsom. Tra il 1980 e il 1982 Humbert si è concentrato sulla pittura. Tra il 1982 e il 1987 ha studiato alla School for Film di Monaco e da allora ha lavorato come scrittore e regista freelance. Ha realizzato il suo primo lungometraggio, Nebel Jagen, nel 1985. Nel 1987 Humbert ha fondato la casa di produzione cinematografica Cine Nomad insieme al musicista, regista e viaggiatore Werner Penzel. Il loro primo grande progetto insieme, il film musicale Step across the Border, presentato in anteprima nel 1990, riguarda il musicista e compositore inglese Fred Frith. Con questo film, i due artisti hanno improvvisamente attirato l’attenzione della critica internazionale e hanno vinto premi in numerosi festival. Nel 2000, i critici dei «Cahiers du Cinema» di Parigi hanno eletto Step across the Border uno dei 100 film più importanti della storia del cinema.
Roberto Zancan, dottore di ricerca, è professore di Storia e teoria dell’architettura alla HEAD-Geneve (HES-SO). È stato vice-direttore della rivista «Domus», curatore capo del programma Inside the Academy per la BE OPEN Foundation e ricercatore associato della Cattedra UNESCO in Conservation and Regeneration of Urban Heritage all’Università Iuav di Venezia e al Canadian Centre for Architecture. Fondatore del gruppo Ground Action, i cui lavori sono stati presentati alle sezioni ufficiali della Biennale di Venezia, della Biennale di Design di Lubiana, della Triennale di Lisbona, Manifesta Marseille.
Il film fa parte di un ciclo di tre serate fra marzo e aprile, intitolato Giardini e giardinieri. Variazioni sul tema, che si interroga su un tema da sempre caro al lavoro della Fondazione Benetton. «Cos’è un giardino oggi? Cosa fa di un giardino un giardino? Cosa significa fare un giardino e dedicarsi alla sua cura? Domande come queste» spiega la curatrice della rassegna Simonetta Zanon «hanno ispirato gli autori dei tre film in programma i quali, interrogandosi sull’idea (o la non-idea) di giardino e di giardiniere oggi, in realtà ci parlano del nostro modo di abitare la Terra. Tra aiuole più o meno ordinate, alberi secolari, fioriture spontanee, piante migranti e ruderali, erbacce e nanetti, affiora un’immagine di giardino ben diversa da quella tradizionale di ambito protetto e ordinato di natura addomesticata, spolverata e perfetta. Quella che prende forma è l’idea di uno spazio, metaforico e reale insieme, di accoglienza, di coltivazione e cura, di esperienza diretta e interazione con la natura, di relazioni ecologiche e sociali, di benessere e bellezza, di attivismo civico. Un luogo idealmente sempre aperto che trova le sue basi in una cultura del progetto fondata prima di tutto sulla conoscenza e il rispetto per il mondo vivente nella sua interezza e complessità.
Riconoscere nel giardino un modello di resistenza estetica, ecologica e sociale certamente non è una novità ma alla luce della attuale crisi climatica, ora più che mai sarebbe importante dare concretezza a questo messaggio e agire, ciascuno per la sua parte, impegnandosi per un dialogo costruttivo tra scienza, etica, impegno civico e creatività, per fare, curare e abitare giardini».
Il ciclo si concluderà mercoledì 2 aprile alle ore 20.30 con la proiezione di Taming the garden di Salomé Jashi (Svizzera, Germania, Georgia, 2021, 91’), documentario che, seguendo il faticoso e dispendioso trasporto di alberi dalla costa della Repubblica di Georgia al giardino privato dell’ex primo ministro del Paese, affronta temi di grande attualità, come il nostro rapporto con la natura, le migrazioni forzate e lo sradicamento.
Interverrà Carlos Casas, filmaker e artista visivo.
Silvia Cacco
ufficio stampa
via Cornarotta 7-9, Treviso
T +39 0422 5121
F +39 0422 579483
silvia.cacco@fbsr.it
www.fbsr.it