Scrive il Vasari nelle celebri “Vite”, estasiato di fronte a tanta mirabile maestria, che il Buonarroti con tale capolavoro “ha tolto il grido a tutte le statue antiche o moderne, greche o latine che fussero”. Un impianto classico a tutto tondo, che vibra di un ideale di perfezione e potenza assoluti, così armoniosamente coesistenti, da divenire un’icona di bellezza suprema oltre che un simbolo eterno della città di Firenze. Continua la lettura di Simbolo eccelso della civiltà moderna: ecco a voi il David di Michelangelo!
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…E Tiziano inventò il colore!!!
Correva l’anno 1514 e messer Tiziano Vecellio, che già respira da alcuni anni aria lagunare, regala al panorama artistico europeo una tela destinata a tracciare un solco indelebile, lungo i binari della storia dell’arte rinascimentale e, non solo. Si tratta della composizione monumentale, stesa ad olio e con una padronanza cromatica mai riscontrata fino ad allora sulle scene, celebre per il titolo, di matrice settecentesca, “Amor sacro e Amor profano”: tela sontuosa, seducente, capace di rubarvi gli occhi fin dal primo sguardo, per la sua potenza e leggiadria espressiva, fuse insieme, con quella maestria insuperabile, che solo l’impareggiabile Tiziano riesce a raggiungere, senza sbavature e sforzo alcuno. Continua la lettura di …E Tiziano inventò il colore!!!
Il padre dell’Astrattismo che rimpiangeva la forma: Wassily Kandinskij
Wassily Kandinskij dipingeva in maniera straordinaria, con una lucentezza coloristica capace di estasiare qualsiasi pupilla. Ma teorizzò pure dei principi straordinari, in ambito artistico. Ed arcani e, a volte, anche bizzarri, come del resto appare la sua pittura. Scrisse: “Ogni forma ha un suo contenuto ed impercettibile suono interiore. Non c’è forma, come del resto, nulla al mondo, che non abbia qualcosa da dire. Non solo la luna, il sole, le stelle, i boschi dei quali cantano i poeti, ma anche un bottone dei calzoni, tutto ha un’anima arcana, che tace più spesso, di quanto parli. Il colore è un tasto. L’occhio un martelletto. L’anima un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, con questo o quel tasto, porta l’anima a vibrare”. Continua la lettura di Il padre dell’Astrattismo che rimpiangeva la forma: Wassily Kandinskij
…E Gustav Klimt ricreò la Donna.
A Tiziano, il “genio del ritratto”, piacevano con le bionde chiome, lunghe e fluenti e, l’incarnato chiarissimo; Degas era incantato dai capelli color rubinio e ricchi di riccioli; Rubens coltivava un debole per le creature dalle molli rotondità, quasi materne; Renoir impazziva per le fanciulle frizzanti, in abiti sontuosi, alla “belle epoque”; il viennese Gustav Klimt, invece, le amava tutte ed incondizionatamente: le donne, per lui, erano la felicità infinita, il profumo piùsoave che potesse espandersi nell’universo. Continua la lettura di …E Gustav Klimt ricreò la Donna.
Il Beniamino della corte medicea che giungeva dalle Friande: il tormentato Livio Mehus
All’epoca sua, si era nei fasti del Barocco, Livio Mehus (1631-1691) fu uno degli artisti più in voga e più richiesti. Tutta Firenze, dalla Corte dei Medici fino alle frange più popolari, era innamorata della sua pittura torbida, un po’ allucinata, ricca e spumeggiante. Morì poco più che sessantenne, nel 1691 e, la fama gli sopravvisse per qualche tempo: nel Settecento le sue opere furono “visitate” dai primi viaggiatori del Grand Tour, il grande ritrattista inglese Joshua Reynolds, durante un soggiorno fiorentino nel 1752, si dilettò a copiare diverse sue tele esposte a Palazzo Pitti e, Jean Honorè Fragonard, il genio che dettò la misura della nuova pittura settecentesca, lo tenne tra i suoi predecessori più valenti. Continua la lettura di Il Beniamino della corte medicea che giungeva dalle Friande: il tormentato Livio Mehus
Colonne, Templi, Statue: l’Arte Greca vive con noi anche nel Terzo Millennio!!
Il fiero colonnato di stile dorico, che adorna frontalmente il Tempio canoviano di Possagno, appare agli Occhi magici del Nikonista, che, con ispirazione fulminea e determinazione esecutiva come pochi, mette a segno un Capolavoro fotografico dall’ordine incantato, dallo slancio ieratico, dall’armonia superiore, tipica delle Opere d’arte ben riuscite, giacchè ben ideate e ben realizzate, in un geniale lampo creativo. Il Capolavoro di Maestro Beppe si carica di universalità e d’immortalità, supera la sfida con il tempo e con la smania del presente dominante (la genialità va oltre la scansione del tempo) e, alza il sipario su epoche madri e generatrici di forme d’arte d’eccezionale portata culturale. Continua la lettura di Colonne, Templi, Statue: l’Arte Greca vive con noi anche nel Terzo Millennio!!
Una gloria pittorica locale che impreziosì altari e chiese della Sinistra Piave: Silvestro Arnosti!
La vicenda artistico-pittorica di Silvestro Arnosti, originale pittore cenedese operante tra il XVI e il XVII secolo, attendeva da anni un profilo organico e completo. Una ricostruzione sistematica dei dati raccolti, che compendiasse certe parziali valutazioni intorno al percorso biografico e all’evoluzione creativa di un fedele esponente del tardomanierismo vittoriese e prealpino. Va subito detto che non un vuoto bibliografico o una latitanza di fonti critiche circonda la figura dell’Arnosti. Continua la lettura di Una gloria pittorica locale che impreziosì altari e chiese della Sinistra Piave: Silvestro Arnosti!
Il Rinascimento pittorico scoprì il suo Diamante più puro ed inestimabile: il magistrale Andrea Mantegna!!
Centotrentasette pittori, è stato scritto, si formarono nella bottega di Francesco Squarcione, padovano. Francesco l’astuto, potremmo chiamarlo: avvezzo ad un vivere recitato, oscillante dalla spiritosa loquacità dei suoi conterranei ad una sorta di millanteria sfoggiata, sua peculiarità caratteriale. Prima di essere pittore s’era ingegnato in molte cose, anche nel ricamare e nel cucire da sarto: difatti quelle sue forme durette che, per ammorbidirsi, si ondulavano rigidamente o si svuotavano allungandosi, sembrano talvolta star su per cuciture interne, ripassate a rinforzo. Ma la sua fama non è tanto affidata alle opere pittoriche, quanto ad un’idea molto pratica; ovvero quella di aprire in Padova una scuola per giovani supposti valenti ai quali insegnava a muovere il pennello e a macinare colori: alcuni erano tenuti come discepoli, altri, troppo poveri per pagarsi la scuola, adottati come figli. Continua la lettura di Il Rinascimento pittorico scoprì il suo Diamante più puro ed inestimabile: il magistrale Andrea Mantegna!!