Diego Rodriguez de Silva y Velazquez, sivigliano di nascita (1599-1660), ovvero il principe dei pittori spagnoli del tardo Cinquecento e, senza dubbio, il maggiore e più nobile seguace dell’arte caravaggesca in terra iberica. Genio ardito e penetrante, un pennello fiero, un colore vigoroso, un tocco energico, che eccelse nell’imitazione della natura: non a caso nella classificazione stilistica della sua arte, viene collocato, a ragione, tra i “naturalisti” nome, che si dà a coloro che, pur senza innalzarsi all’ideale ragione della bellezza, la cercano nella natura, tal quale esiste in essa ed, aspirano unicamente a trasferirla integra nei loro quadri. Continua la lettura di Il Sivigliano malinconico che flirtò con la Luce: Diego Velazquez.
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Il Profeta del Moderno che danzò con l’Antico: il geniale Giorgio de Chirico.
Ha attraversato, con una maestria creativa senza precedenti, il secolo ventesimo Giorgio de Chirico, come l’ultimo grande pittore individualista, il “pictor optimus” dall’ego smisurato e dal genio altrettanto spiccato. E’ stato capace, con la sua straordinaria vicenda artistica, a cavallo tra la realtà e il sogno, di dimostrare che l’Artista autentico può e deve seguire, tranquillamente, il filo d’Arianna della propria mente, incomprensibile ed inaccessibile per gli altri. Continua la lettura di Il Profeta del Moderno che danzò con l’Antico: il geniale Giorgio de Chirico.
Lunga vita ai magnifici sovversivi del Surrealismo.
Era stata una giornata pesante, l’ufficio, il traffico, la cena, ma alla fine, su un cielo nerissimo, erano spuntate affascinanti la luna e le sorelle stelle. Ancora qualche minuto, poi finalmente il meritato riposo, tra le coperte già calde. Giusto il tempo di svitare la testa, appoggiarla sul comodino, senza dimenticare di chiudere le cerniere degli occhi. E adesso sì, sognare, finalmente liberi. Un attimo e, dietro le pupille sigillate dalle zip, era apparso il vapore bianco di un treno, che sbuffava a mezz’aria dalla bocca di un camino. Poco più in là , una medusa viola e d’argento sfiorava i resti di un naufragio e, dietro un enorme ramo di corallo, si muoveva senza vita un corpo di donna e, all’inizio delle sue gambe affusolate un occhio, dalle ciglia lunghissime, contemplava la pace di quello strano paesaggio… Continua la lettura di Lunga vita ai magnifici sovversivi del Surrealismo.
Il Maestro fotografico dell’istante magico: Monsieur Henry Cartier Bresson.
Il Nikonista caravaggesco, alias Patron Beppe, che con i suoi scatti sa fissare come nessun altro, dai tempi della Magnum, uomini, paesaggi, natura, stati d’animo nella loro verità quotidiana, sostiene sempre che, più della razionalità ci vuole intuizione nell’arte fotografica, ossia saper guardare conta di più di mettersi a riflettere, altrimenti l’attimo fugge via e, con esso tutta la sua potenza estetica ed artistica. Ebbene, con Beppe ci troviamo nello stesso territorio dei fondatori della Magnum, dalle parti di Robert Capa, di David Chim Seymour e soprattutto di Henry Cartier Bresson (sopra in foto), ovvero nel territorio del Talento scritto nei cromosomi, capace di trasformare in capolavori la sfuggente lievità dell’istante e di renderla eterna ed universale. Continua la lettura di Il Maestro fotografico dell’istante magico: Monsieur Henry Cartier Bresson.
E la Luce fu…Dentro il buio.
E fu la notte. Oscura, profonda, tenebrosa. Mai inizio di vita poteva essere più drammatico. Sotto il segno misterioso della luna e della sua luce fredda e infeconda, l’anima si abbandona al peccato, la mente segue l’errore. Così in ogni storia del mondo. Così nella storia cristiana, che al centro del creato pone l’uomo, essere fotosensibile non solo sulla pelle, ma nel cuore, negli occhi e nella mente. Ecce lucem, diceva Giovanni e in quel bagliore improvviso, quasi un flash, comparve Dio, la vita, il bene, la gloria e la salvezza. Continua la lettura di E la Luce fu…Dentro il buio.
Yves Klein: la rivoluzione pittorica in blu.
Sarà capitata a tutti, in una giornata di sole terso e mare limpido, quella domanda così ingenua e devastante che soltanto un bambino in adorazione di un adulto può fare. Perché il mare è blu e se invece trattengo un po’ d’acqua tra le mani è trasparente? Pochissimi, padri o madri, si saranno lanciati in spiegazioni ottiche, noiosissime per altro. I più avranno annuito. “Eh sì, strano, forse il cielo riflesso. Su, piccolo, continuiamo a camminare”. Continua la lettura di Yves Klein: la rivoluzione pittorica in blu.
Arles e i colori di un Genio planetario: Vincent Van Gogh.
Arles, il dipartimento Bouches du Rhone, vale a dire 2.800 ore di Sole l’anno: ecco la differenza ispirativa capitale. Una luminosità singolare, che ne fa, da quasi quarant’anni, la sede degli Incontri internazionali di fotografia. E che ritma, da più tempo ancora, con generazioni di pittori sedotti dai colori di una vita vicino al mare, la Camargue e la Provenza, lì attorno. Primo fra tutti Vincent Van Gogh, che la racconta in una lettera a Emile Bernard come una città “circondata da immense praterie fiorite d’innumerevoli boccioli dorati. E’ un vero mare giallo…”. Continua la lettura di Arles e i colori di un Genio planetario: Vincent Van Gogh.
Il Re dello sgocciolamento pittorico: il ribelle Jackson Pollock.
Rissoso, insicuro, alcolizzato, secondo i parametri della morale comune che sa additare con superficialità ed ottusità , ma poco “mastica” e comprende d’arte. Ad una festa, turbato dal trionfo di tanta ipocrisia, spaccò con un pugno una finestra, sotto gli occhi esterrefatti di Willem De Kooning e di Franz Kline. Un’altra volta urinò nel caminetto di Peggy Guggenheim, grande mecenate e collezionista generosissima, che pure aveva un debole per la sua “ingestibilità “. Ma, Jackson Pollock, piaccia o non piaccia al Bon Ton, fu artista di prima grandezza e d’indubbia portata rivoluzionaria: i suoi quadri aprirono un’epoca nuova e la sua influenza sugli artisti contemporanei è ancora evidente, a mezzo secolo di distanza. Continua la lettura di Il Re dello sgocciolamento pittorico: il ribelle Jackson Pollock.