Dopo esaltanti peregrinazioni tra le mirabili testimonianze del passato cinquecentesco, desidero “scombussolarvi” un po’, miei cari amici, compiendo un salto di parecchi secoli, esattamente fino agli anni Settanta del Novecento, catapultandovi, quindi, nel variopinto regno artistico contemporaneo, per tastare con gli occhi, più che con mano, lo stato di salute dell’espressione pittorica attuale e trascinarvi, tra i torrenti cromatici e rappresentativi, dell’espressione transavanguardista. Non ve ne pentirete, giacchè c’è del Bello e del Buono anche nelle novità, all’apparenza più bizzarre. Continua la lettura di Fremiti artistici contemporanei: la Transavanguardia.
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Intenso e manierista, Tanzio da Varallo: un grande del Seicento.
Indelebile e luminosa stella pittorica nel cielo artistico seicentesco, Tanzio da Varallo, dalla pennellata decisa e dal folgorante misticismo tematico, riuscì in un’impresa significativa sul fronte stilistico ed espressivo: seppe mescolare, nelle sue tele e nelle pale d’altare, la fulgida naturalezza, il tonalismo chiaroscurale dell’inarrivabile Michelangelo Merisi con le sfrenate eleganze dei manieristi lombardi: stella, quindi, che, seppur nell’orbita caravaggesca, merita onorata e nobile collocazione tra i Grandi del Seicento. Continua la lettura di Intenso e manierista, Tanzio da Varallo: un grande del Seicento.
Fedele nei secoli all’Impressionismo: la pittura di Armand Guillaumin.
Un nome poco noto ma di estrema rilevanza artistica quello di Armand Guillaumin, su cui faremo luce, per sottolineare la sua encomiabile coerenza espressiva e stilistica. Fu l’unico pittore impressionista che rimase puramente e devotamente impressionista sempre, fino alla fine, prediligendo gli effetti multipli della luce, le infinite possibilità del colore e giungendo all’uso esclusivo delle cromie complementari, all’abolizione dei toni grigi, a una sempre più intensa luminosità dei soggetti rappresentati. Continua la lettura di Fedele nei secoli all’Impressionismo: la pittura di Armand Guillaumin.
Magnifica Madonna di stile leonardesco in dotazione al Castello Sforzesco.
Dal 7 dicembre, la Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano si è arricchita di una nuova importante opera, un dipinto di scuola leonardesca di eccezionale valore storico e artistico. Si tratta della MADONNA LIA, eseguita attorno al 1495 da Francesco Galli, detto Napoletano (Napoli, ossia data non registrata Venezia, 1501), allievo di Leonardo, che raffigura una Madonna con bambino, che prende il proprio nome dal collezionista Amedeo Lia che ne fa generosamente dono alla città di Milano. Continua la lettura di Magnifica Madonna di stile leonardesco in dotazione al Castello Sforzesco.
La vera storia della Madonna Litta di Leonardo.
Un dialogo universale e intimo, nel contempo: quello di una Madre, la Madre per eccellenza, che colma di tenerezza e di amore il suo Piccolo, il Figlio dell’Uomo, richiamandoci alla mente il dolcissimo legame che li unisce, oltre il tempo e oltre lo spazio. Eccoli i protagonisti sacri e vicini al nostro cuore del capolavoro leonardesco, la “Madonna Litta”, capolavoro assoluto del Genio vinciano, in dotazione permanente al Museo Ermitage di San Pietroburgo, che ne diviene proprietario nella seconda metà dell’Ottocento, quando il duca italiano Antonio Litta lo vendette, nel 1865 allo zar Alessandro II. Continua la lettura di La vera storia della Madonna Litta di Leonardo.
Henrì ti presento Pablo: amici-nemici per la pelle.
Diceva Picasso: “A conti fatti esiste solo Henrì Matisse”. Diceva Matisse: “C’è una sola persona al mondo che ha il diritto di criticarmi: è Pablo, con il suo furore malaghegno”. Dicevano entrambi: “Dobbiamo parlarci spesso e il più possibile. Perché quando uno di noi due morirà , resteranno in sospeso un sacco di cose e, il sopravvissuto non avrà più nessuno con cui parlarne”. Così concentravano, in questo scambio di battute schiette e fortemente significative, il senso più alto della propria inossidabile amicizia, due Titani, due Geni magistrali della pittura moderna ed immortale (ed erano loro i primi ad essere convinti della propria genialità): il malaghegno Pablo Picasso ed il francese Henrì Matisse, ovvero la forza d’urto e di rottura con il passato, il primo; l’uragano della “joie de vivre”, sublimata nel colore e nella linea che danzano in una libertà selvaggia sulla tela, il secondo. Continua la lettura di Henrì ti presento Pablo: amici-nemici per la pelle.
David o non David? Questo era il dilemma nella Firenze del Cinquecento.
Non l’elegante e possente David di Michelangelo, suprema personificazione delle essenziali virtù civiche del Rinascimento, ovvero la Fierezza e la Fortezza, doveva salutare i fiorentini, nei primi anni del Cinquecento, dall’arengario di Palazzo Vecchio, ma un minaccioso e corpulento Ercole, con tanto di clava in pugno, scolpito da Leonardo da Vinci. Continua la lettura di David o non David? Questo era il dilemma nella Firenze del Cinquecento.
L’apprendista Michelangelo Buonarroti incanta Firenze.
Firenze, capitale di tormenti e di folli passioni artistiche per il giovinetto Michelangelo, dalle inclinazioni estetiche straordinarie, fin dalla più verde età, che trovano nell’ambiente mediceo fiorentino la prima palestra espressiva, il terreno fertile in cui il Genio seminerà esemplari incredibili ed eccezionali nella storia dell’arte universale. Continua la lettura di L’apprendista Michelangelo Buonarroti incanta Firenze.