Bologna: in attesa della Casa-atelier riapre il Museo Giorgio Morandi.

Giorgio Morandi

Il rinnovato itinerario espositivo del museo attraversa tutte le fasi del percorso dell’artista, con un andamento generalmente cronologico e capace di consentire raffronti tra le diverse tecniche nelle quali il maestro si è cimentato, dalla pittura all’incisione, dal disegno all’acquerello, evidenziando le variazioni sui temi a lui più cari. Parliamo del Museo Morandi, a Bologna, che ha riaperto le porte ai visitatori dopo una breve pausa per lavori di riallestimento della collezione permanente. Continua la lettura di Bologna: in attesa della Casa-atelier riapre il Museo Giorgio Morandi.

Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni a Trento.

Gianni Caproni durante la seconda guerra mondiale

Il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni di Trento è stato inaugurato nel 1992 con l’esposizione di diciassette velivoli storici su una superficie di oltre 1400 mq. La struttura traeva origine dal museo fondato nel 1929 da Gianni Caproni, pioniere dell’aviazione e industriale (Arco 1886 – Roma 1957) in collaborazione con la moglie, contessa Timina Caproni Guasti, per conservare la memoria dell’azienda e dell’aviazione italiana. Continua la lettura di Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni a Trento.

Il Museo dell’Arte Cucinaria a Polcenigo (PN).

Anitco convento dei Frati minori di San Francesco sopra Polcenigo.

La zona pedemontana dell’alto corso della Livenza vanta tradizioni di prestigio nell’ambito della professione “cucinaria”, termine che preferiamo alla piu’ diffusa “culinaria” perche’ meglio traduce l’arte di fare cucina, “ars coquinaria”. Questa zona di cuochi ha oggi al suo attivo oltre trecento professionisti della cucina, che operano in diverse parti d’Italia e del mondo e provengono principalmente dai comuni di Polcenigo, Budoia, Caneva, Fontanafredda, localita’ che fanno parte di un’area, l’Alto Livenza, posta al confine tra il Friuli e il Veneto. Continua la lettura di Il Museo dell’Arte Cucinaria a Polcenigo (PN).

C’era una volta l’onomastica antica di Tarzo…Indagano Bruno Michelon e Giovanni Tomasi!

Copertina di “Gente di Tarzo”

Si addentra nella storia di 175 cognomi tarzesi, ricostruendone origini e significati, lungo un’evoluzione cronologica di ben 7 secoli (1181-1866). Cognomi indigeni o “foresti” (65, quindi circa un terzo), “naturalizzati” tarzesi a tutti gli effetti. Con precise varianti locali, diminutivi e comuni soprannomi d’interi casati. Sono i numeri eloquenti di “Gente di Tarzo”, (pp.162, Dario De Bastiani editore; 13,00 €), ultima fatica saggistica, in coppia, di Bruno Michelon e Giovanni Tomasi, entrambi tarzesi “doc”, ormai da molte generazioni. Continua la lettura di C’era una volta l’onomastica antica di Tarzo…Indagano Bruno Michelon e Giovanni Tomasi!

Duomo e Museo cristiano a Cividale del Friuli (UD).

Duomo e Museo cristiano di Cividale del Friuli

L’attuale Duomo, dedicato a S. Maria Assunta e sorto sul luogo di un’antica basilica dell’VIII secolo voluta dal patriarca Callisto, risale ai secoli XV-XVI. La costruzione dell’edificio sacro, iniziata nella metà del XV secolo, fu affidata a Bartolomeo delle Cisterne, il cui progetto prevedeva una chiesa di gusto gotico-veneziano. La realizzazione della fabbrica proseguì a rilento e numerose furono le interruzioni. Continua la lettura di Duomo e Museo cristiano a Cividale del Friuli (UD).

Presentazione dell’ultimo lavoro letterario, C’era una volta il Trenino dell’Altopiano”, dell’autore Giovanni Rattini.

“C’era una volta il Trenino dell’Altopiano…” di Giovanni Rattini

Domenica primo marzo 2009, alle ore 18.30, presso il Centro Biblioteche-Libreria Lovat di Villorba lo scrittore giornalista Giovanni Rattini presenterà la sua ultima fatica letteraria, “C’era una volta il Trenino dell’Altopiano”, pubblicato dalla casa editrice Cleup, ovvero viaggi, storie e ricordi lungo la gloriosa ferrovia, che collegava Piovene Rocchette ad Asiago. Continua la lettura di Presentazione dell’ultimo lavoro letterario, C’era una volta il Trenino dell’Altopiano”, dell’autore Giovanni Rattini.

L’arte dei corpi, l’arte sui corpi: “la Body art” secondo la saggista Lea Vergine!

Copertina del libro “Body art e storie simili” di Lea Vergine

Ammesso e talvolta concesso che, come sostiene l’autrice stessa, il critico d’arte sia solo un parassita, un parassita anche squisito, ma con l’unica funzione di riuscire a scatenare emozioni con la propria scrittura, parlando di emozioni scatenate da altri con le immagini, Lea Vergine è un “parassita” di razza longeva. Nel 1974 pubblicò “Il corpo come linguaggio”, un libro che si esaurì prestissimo, anche in edizione inglese e, che ha continuato a vivere in innumerevoli fotocopie tra giovani artisti e studiosi acerbi. A più di trent’anni di distanza con il titolo “Body art e storie simili” (casa editrice Skira, pagine 296, costo 15,00 €) è stato rimesso sul mercato tale e quale, con l’aggiunta di una ventina di pagine finali, in cui l’autrice racconta come il fenomeno abbia ripreso fiato all’inizio degli anni Novanta e, come stia infelicemente marciando. Continua la lettura di L’arte dei corpi, l’arte sui corpi: “la Body art” secondo la saggista Lea Vergine!

Il Beniamino della corte medicea che giungeva dalle Friande: il tormentato Livio Mehus

Dipinti tratti dalla serie “Le stagioni” di Livio Mehus.

All’epoca sua, si era nei fasti del Barocco, Livio Mehus (1631-1691) fu uno degli artisti più in voga e più richiesti. Tutta Firenze, dalla Corte dei Medici fino alle frange più popolari, era innamorata della sua pittura torbida, un po’ allucinata, ricca e spumeggiante. Morì poco più che sessantenne, nel 1691 e, la fama gli sopravvisse per qualche tempo: nel Settecento le sue opere furono “visitate” dai primi viaggiatori del Grand Tour, il grande ritrattista inglese Joshua Reynolds, durante un soggiorno fiorentino nel 1752, si dilettò a copiare diverse sue tele esposte a Palazzo Pitti e, Jean Honorè Fragonard, il genio che dettò la misura della nuova pittura settecentesca, lo tenne tra i suoi predecessori più valenti. Continua la lettura di Il Beniamino della corte medicea che giungeva dalle Friande: il tormentato Livio Mehus

Chi vuol fare trova i mezzi, chi non vuole trova le scuse!